Davvero
mirabile la sera in cui prima di congedarsi dal mondo intraprendendo la
strada della sua Passione, Gesù dona se stesso a quella umanità che ha
tanto amato. Nel rendere grazie al Padre per quel pane e quel vino
frutto della fatica dell’uomo, viene ribadito un concetto centrale: la
totale signoria di Dio sui beni del creato! Beni affidati a tutta
l’umanità per la reciproca fruibilità. Nell’ipotesi in cui, però, questi
stessi beni prendono il primo posto nella vita portano alla rovina,
alla disperazione ed alla esclusione dal regno. Nel comando Prendete e mangiatene tutti
è insito un illuminante invito alla condivisione. Il corpo di Cristo,
pane eucaristico, è spezzato e distribuito. L’invito del Maestro è
esplicito: mangiatene tutti.
La pienezza del sacramento è nella condivisione dei beni donati per
tutti, perché ognuno ne abbia secondo il proprio bisogno. Comprendiamo
meglio così che l’istituzione dell’Eucaristia rappresenta un lascito
sublime e, al tempo stesso, oneroso. Esso può rappresentare salvezza ma
anche condanna se l’egoismo e l’idolatria della ricchezza riempiono i
nostri cuori, in altre parole se abbiamo già trovato in questa vita la
nostra consolazione.
(Nino Di Sclafani)
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