venerdì 3 aprile 2015

VENERDI

Oggi più che mai siamo chiamati a cercare Cristo, non solo nelle specie eucaristiche, non solo nelle raffigurazioni d’arte, nelle icone, nella sua stessa Parola. Dobbiamo volgere altrove lo sguardo, cercare Dio nella sua creatura, fatta a sua immagine e somiglianza, incontrare la Trinità nell’Altro, in quel prossimo che Matteo (Matteo 25, 31-46) ci presenta, quasi ossessivamente, quando scandisce e rimarca più volte le categorie di umanità in cui CERTAMENTE incontriamo Gesù. Soffriamo spesso di una religiosità miracolistica che dalla ricerca morbosa di apparizioni o manifestazioni tangibili del soprannaturale fa dipendere l’autenticità della propria Fede. Quale conquista sarebbe per queste persone scoprire che un contatto fisico con la persona di Cristo è possibile e realizzabile. Piuttosto che scandalizzarci come Dio, Padre Buono, possa permettere che metà dell’umanità debba soffrire la fame, la sete, la persecuzione e la violenza dei potenti, dovremmo chiederci perché ogni cristiano che vive nell’opulenza e nella agiatezza, pur riconoscendosi in Cristo, non lo intraveda mai nello sguardo di un bimbo che muore di AIDS, nel sorriso del lavavetri al semaforo, nel tremore di un clandestino aggrappato ad un gommone, nelle grida disperate delle donne di un villaggio distrutto dai bombardieri in cerca di terroristi.
Schiere di atei devoti difendono la permanenza dei crocifissi di legno nelle aule delle scuole e contemporaneamente respingono, abbandonandoli alla furia delle onde, i Crocifissi di carne che invano cercano di approdare sulle nostre spiagge in cerca di pane e libertà.
(Nino Di Sclafani)

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