sabato 4 aprile 2015

SABATO

« Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato » (Mc 2,27-28). Possiamo sicuramente affermare che i rapporti che Gesù intrattenne con la religione dei suoi padri furono alquanto complicati. Salvo perdonabile dimenticanza, durante gli anni della sua vita pubblica il Maestro si ritrovò ben poche volte a frequentare il Tempio. Nella sua Nazareth, ad esempio, ci mancò poco che lo scaraventassero da un dirupo; a Gerusalemme, invece, fu Lui a buttare fuori dal Tempio i mercanti e i cambia valute e, infine, fu proprio dentro lo stesso Tempio, di fronte al Sinedrio, che fu condannato a morte. Sarà anche per questo che quando Egli spirò sul Golgota fu proprio il velo del Tempio a squarciarsi a delineare che il Padre era stufo di abitare tra colonne dorate e raffinate architetture avendo scelto ben altro Tempio in cui dimorare: l’Uomo, come sottolineato fortemente dalle lettere di San Paolo.
I più acerrimi nemici e denigratori del Maestro furono proprio dei pii religiosi e osservanti della Legge: sacerdoti, scribi e farisei. Guide di una religione che aveva sostituito all’autentico e semplice amore per Dio, un Dio che li aveva liberati dalla schiavitù ed aveva mostrato infinite volte la sua misericordia, un complesso di leggi e di regole che sancivano ed orientavano ogni momento della vita dell’uomo in pratiche sterili ed egoistiche che escludevano ed emarginavano i più deboli ed indifesi elementi di quella società, inesorabilmente considerati impuri. Gesù irrompe come un ciclone a scompaginare tutti i consolidati equilibri, inimicandosi ogni potere costituito, accusandone la malafede, l’iniquità, la totale lontananza dalla volontà del Padre e attirandosi, perciò, persecuzione e morte.
(Nino Di Sclafani)

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