Per
la seconda volta , che io sappia, Franco Virga mi censura a “scoppio
ritardato”. Il biforcuto trinaricciuto rimpiange il minculpop e ,
sibillinamente , ti colpisce con la destra mentre ti saluta con la sinistra. Non c’è verso di andargli d’accordo, di trovargli spazio. Dopo aver trovato la
pace interiore con il suo blog non riesce a tenere un contatto con chi
non sia “iscritto e allineato”. Nel mio caso sapendo che non uso
stendere panni sporchi su Facebook lui prima ti cita e poi beffardamente
ti censura ! E’ una meschinità che non gli perdono. E’ una pochezza
intellettuale che diverte la sua sola cellula, quella cellula disperata
che non teme di dare spazio ad
una foto con una didascalia scema mentre trasforma il commento in
insulto … Il tempo della censura nel nostro paese è finito da tempo ,
grazie proprio a quella sinistra a cui apparteneva il nostro possessore
di forbici , e già il parlare di terzi “che non sanno” è una
vigliaccheria . Quindi il nostro dovrebbe completamente togliere dal suo
blog i falsi post (almeno quelli che mi riguardano) perché il fare con
la sinistra quello che ignora la destra è da “sforbiciatori” di
provincia. Più volte gli ho detto che è una carognata la censura
“ritardata” , che non si può prendere beffe degli altri “esponendoli”
agli altrui insulti. E’ peggio di quando a Marineo esistevano gli
anonimi , ai suoi tempi
giovanili, che hanno insegnato alla nostra comunità l’uso dell’anonimato
ancora in uso sino a poco tempo fa . Il commento a un post è un diritto
soprattutto se firmato, e censurarlo ad arte è meschinità. Lui fa i
propri comodi ben sapendo che abbiamo lettori diversi. Mentre i miei
ignorano quello che lui fa bollire nella sua pentola a i miei non gliene
importa un fico seco dei suoi giochetti e cosi lui fa il “censore
spalleggiato” dalla sua cellula a comando , buttando a mare tutto quello
che lui , e la sua cellula, rappresentavano.
E’
un po alla manumanca, che urla sbraita minaccia querela , ma alla fine
non si sa mai come è andata a finire la cosa. Quindi mi arrendo perché
con i preti, con le donne e con gli ipocriti non si vince. Ora non mi risponda che più volte di qua più volte di là ecc.ecc. altrimenti lo ,mando a quel paese… si come si chiama ? Ecco oggi vanno a Marsala, ma non per restarci.
Ogni giorno di più , dopo la tragedia della Busambra la “diaspora” di quella che fu un giorno la sinistra intellettuale è finita “a matula”.
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