mercoledì 1 aprile 2015

MERCOLEDI

“Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”(Matteo 28, 20). Nel perpetuarsi della presenza fisica del Signore tra di noi è profondo e scontato il legame con il grande dono dell’Eucaristia. Durante l’ultima cena Cristo lascia un segno tangibile, concreto di questa sua promessa: Egli sarà presente per l’eternità nelle povere specie del pane e del vino per essere alimento della comunità dei credenti. Ed è interessante notare come questa presenza si concretizzi, appunto, in un alimento. Non un’unzione, un’abluzione, uno stato meditativo, bensì del pane e del vino, da sempre cibo e bevanda dell’umanità, simbolo della fecondità della terra e della benedizione divina che divengono il corpo e il sangue del Figlio unigenito di Dio. Un memoriale per tutti, che non può prescindere dalla possibilità per tutti di disporre di questa grazia divina. Il lascito della creazione, nelle mani di Adamo ed Eva, ha come fine un affidamento responsabile delle ricchezze del pianeta a tutta l’umanità da esercitare nel rispetto e nella condivisione. Il senso di questa comune appartenenza viene evidenziato, presso il popolo ebraico, dalla istituzione dell’anno giubilare: ogni cinquanta anni si ridistribuivano le ricchezze e la terra, egualmente, tra tutto il popolo rendendo vana qualunque vocazione all’accumulo e all’arricchimento. Quanti di noi sono in grado di valutare come provvisori i beni nel cui possesso tanto di gloriamo?
(Nino Di Sclafani)

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