Siamo
in piena ricorrenza di non so quale evento che riguarda le donne.
L’ennesimo che dovrebbe attirare la nostra attenzione sul problema.
Vorrei dire che il problema non ci riguarda perché non è nel nostro modo
di vivere “avere” problemi simili. Spesso sono stato accusato di essere
come minimo maschilista e la cosa mi faceva talmente ridere che spesso
reagivo violentemente (parolacce e insulti…). Ormai non si analizzano
più questi fenomeni e “spogliata” la donna di tutti i significati e
valori subiamo “la nuova donna” più oggetto di prima. Ma non sta a me
analizzare il problema.
Mi sarebbe piaciuto che prima di leggere questo articolo qualcuno rivedesse il mitico film La guerra dei Roses, perché
la prima parte di questa storia è descritta in un certo qual modo in
questo film anche se l’epilogo è molto diverso. Una storia molto
frequente oggigiorno che sta rendendo inutili, matrimoni e convivenze.
Una volta mi giunse in ufficio una impiegata tutta piena di graffi che
sostituivano cere cerette, ciprie e maquillage simili. Fu una giornata
nervosa perché il primo istinto fu quello di rintracciare l’autore dei
graffiti e la seconda di farne giustizia sommaria. Scoprii che la donna
da tempo dormiva di nascosto nel magazzino della ditta e piano piano
vennero fuori tutta una serie di dettagli allucinanti. Giustificai tutto
tranne i graffiti e i lividi neri e divenni giudice severo quando seppi
che il tutto partiva non dai figli , non da tradimenti, non da problemi
economici , ma dalla “divisione della macchina”. Come sempre si litiga
per un motivo futile (per noi) e si arriva oltre la violenza.
Anni
e anni di battaglie legali, sperperi di denaro, condizionamento dei
figli, sciupio della giovinezza, alienazione di parenti e amici. Dopo
trentanni non bastano i giudizi dei tribunali. La raggia (o si dice
rancore) vince sempre ! Spesso ripeto che non sono non mi sento e non
vorrei essere mai giudice. Ma non posso tacere questa storia perché la
parola fine non l’ha messa la legge dopo trentanni. Non ci sono state
amicizie o parentele talmente forti da influenzare le parti. Allora ti
metti da parte lasciando lavorare il tempo che oltre che galantuomo è
pronto a restituirti la parola “fine”.
Ora
non so dirvi come è una donna-simbolo nel nostro tempo. Quali valori
ritrovare in una donna che tentava di uscire da un tunnel lunghissimo.
Ma in piena guerra dei roses tutto ti aspetti o meglio ti aspetti ancora
raggia e rancore, in parole povere “vendetta”. Abbiamo sempre usato
parole forti quando siamo stati spettatori di simili eventi. Giudizi
tirati con i coltelli.
Ma in uno scenario non descrivibile ti ritrovi un uomo distrutto (da tante cose) , solo ,
scontroso , aridito da una parte e dall’altro una donna stanca di
lottare che dopo aver cresciuto tre figlie ora si prepara per i nipoti.
Noi abbiamo fatto finta che ormai esaurite le energie venisse il tempo
del silenzio. E cosi è stato, ma non per tutti. Un primo messaggio lo
abbiamo avuto quando il fratello fulminato da un infarto non ha causato
giudizi negativi seppur avversario. Ora una notte quell’uomo solo
scontroso aridito se ne è andato quindici giorni dopo il fratello.
Nessuno
se ne può occupare. Anni di lotta gli hanno alienato la famiglia.
Mentre tutti ci chiediamo a chi tocca occuparsene, mentre si inizia uno
scaricabarile non sempre onorevole ecco che si presenta una donna a
reclamarne il corpo . Ne ottiene la salma, usa i riti della vestizione e
del decoro del corpo, lo espone in camera sua, richiama i figli sparsi
per il mondo affinchè tornino ad onorare il padre. Nessuno di noi osa
chiedersi perché. Ma abbassiamo gli occhi davanti questa donna che è
diventata non solo un orgoglio femminile , ma anche dei suoi parenti.
Oggi non è più quella donna che ha sofferto e lottato, non è più una
donna “divorziata” oggi è una donna che si riporta in casa il suo uomo,
il padre dei suoi figli dandoci una lezione .
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