domenica 29 novembre 2015

NONò SALOMONE TORNA A CANTARE A MARINEO DOPO 18 ANNI





Oggi 27 novembre nella sala-eventi del castello Beccadelli è stato ospite graditissimo  degli incontri culturali organizzati da Totuccio Pulizzotto, Nonò Salamone, l’ultimo cantastorie siciliano ancora sulle scene. Originario di Sutera, figlio di un poeta dialettale, testimone di una delle figure popolari ancora stampate nella memoria popolare siciliana, Nonò ha cantato ed incantato i tanti appassionati presenti, molti dei quali forestieri. La sua voce inconfondibile, le sue musiche, i testi  - tanti di sua composizione, altri del poeta Ignazio Buttitta e di altri poeti dialettali siciliani – la sua figura apparentemente fragile ma ricca invece di una forza espressiva innata, hanno fatto rivivere, all’interno del castello Beccadelli, sensazioni, emozioni, sentimenti, forse assopiti ma pronti a ripresentarsi al cuore ed alla mente  non appena qualcuno riesce a “tirarceli fuori”. Nel suo repertorio proposto hanno trovato spazio le cantate classiche dei cantastorie, le canzoni di denuncia delle condizioni sociali del mondo contadino, degli emigrati, degli emarginati, dei lavoratori delle solfare e delle miniere. Un angolo del recital è stato dedicato a filastrocche popolari ed ad alcune forme di abbanniatini. A me personalmente Nonò ha ricordato tantissimo la straordinaria forza espressiva di Rosa Balistreri: non per niente i due furono amici , ebbero amici importanti in comune , portarono la musica popolare della Sicilia in giro per il mondo. Nonò mi ha riportato alla mente Cicciu Busacca quando, in certe sere d’inverno, arrivava a Chiazza di Populu, montava sul tettuccio della sua 600 multipla trasformata in palcoscenico e, aiutandosi con la chitarra e l’immancabile cartilluni, attaccava a cantare storie avvincenti; la voce roca risuonava ai piedi della Rocca ed entrava nel cuore della gente. Nonò fu allievo ed amico di Cicciu. Nel corso del suo recital a Marineo, Nonò, sia quando ha cantato canti  tragici, sia quando ha provocato il sorriso con le sue storie allegre e piene di doppi sensi, ha sempre catturato l’attenzione del pubblico presente, ne ha ottenuto un intimo e sentito consenso . E se è vero – come è vero – che la parola evoca -  e la parola cantata ancora di più -  tutti i presenti abbiamo rievocato intimamente le sensazioni  della nostra infanzia : belle e brutte, dolci e tristi. In più occasioni abbiamo provato nostalgia – la memoria dei sentimenti – ed abbiamo sentito chiara dentro di noi “la presenza di una assenza”.
Avevo conosciuto Nonò negli Stati Uniti nel gennaio del 1968, in occasione del Centenario della Società San Ciro della comunità marinese statunitense. Nonò era l’ospite d’onore della festa ed a me era toccato il compito di andarlo a prelevare all’aeroporto Kennedy. Facemmo subito amicizia: lui di Sutera, io marinese, due paesi accomunati dalla presenza di una Rocca: Poi scoprimmo in comune anche Ignazio Buttitta , Mimmo Vitale e tanto altro. Nonò scopri  che io avevo composto una preghiera a San Ciro – il mio dono alla comunità per la festa dei cento anni – me la chiese in prestito…e l’indomani mattina me la trasformò nella Ballata a San Ciro!
La sera della festa, davanti a mille marinesi arrivati da tutti gli stati americani, la inserì nel suo repertorio e la cantò: al primo ritornello, tutti i mille convenuti si alzarono in piedi a cantare in coro: ci confessammo reciprocamente -  Nonò ed io – di avere sentito le gambe tremare per l’emozione. Dopo qualche mese Nonò  venne a Marineo e si esibì al Centro diurno per anziani: grande accoglienza, simpatia…ed applausi in abbondanza.Nonò è rimasto legato sempre a Marineo: quando torna da Torino alla sua Sutera, mi confessa che arrivato a Bolognetta alza sempre gli occhi verso la Rocca. E’ ritornato dopo diciotto anni Nonò a Marineo: Io sono onorato di avere fatto la sua conoscenza e di essere annoverato tra i suoi amici e sono contento di avere scoperto stasera che Nonò è stato accolto molto bene a Marineo e che con la sua bravura,la sua comunicativa e la sua simpatia, è entrato nel cuore di tutti i presenti: mi dispiace tanto per gli assenti!
Franco Vitali   

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