domenica 29 novembre 2015

LE TRADIZIONI ALLUNGANO LA VITA...



Ieri si festeggiava San Nicola ! Più noto come Santa Klaus, Babbo Natale o meglio ancora per noi Mikulas ! Abbiamo iniziato questa festa negli anni ’70 e mi sono accorto che come per magìa ora nella stessa festa tutti ci danno del Lei o del Voi. Sono bastati quarantanni e da giovani sposini siamo stati catalogati “nonni”. Quegli stessi bambini , oggi papa e mamme, di colpo ci hanno trasferito dalla prima pagina all’indice merceologico. Sono quei bambini che “costretti” a recitare una poesia aggrappati alla gonna della mamma spiccicavano solo parole “suggerite”, oggi sono talmente emancipati da non lasciarti nemmeno … ricordare. Quanti preti (sempre ospiti nei locali delle parrocchie) o quanti consoli sono passati. Ricordo che alla fine degli anni sessanta non potevi fotografare perché la foto diventava “documento” politico. Non potevi parlare nemmeno di cultura perché anche allora eravamo divisi…  Qualche volta ci ha ospitato il consolato, ma poi qualcuno pensò che Babbo Natale fosse “politicamente compromesso”. Questa festa diffusissima nell’Europa del Nord Est ora era diventata “apolide” . Grazie al solito prete “fuori del coro” (Don Gianluigi Panzeri ) e a questo console (e signora) che ha messo le ali  (sic) ad un sacco di attività in consolato (Aletti  Giorgio F. e Signora Valeria) il Mikulas ha nuovamente una casa ! La prima volta che incominciammo questa festa eravamo nemmeno una decina di cui la metà cechi , slovacchi e sordomuti perché tutti avevamo paura dei comunisti… Poi venne la rivoluzione di velluto e fummo invitati a Roma in occasione dell’ottantesimo compleanno del comunista Alessandro Dubcek  (che di li a una settimana ebbe l’incidente mortale) . Assieme a noi , a Roma, era il prossimo arcivescovo di Praga che ci aiutammo vicendevolmente a scavalcare il muretto che cingeva l’ambasciata. Dialogammo piacevolmente con Spadolini e Nilde Jotti e altri politici emergenti ma la nostra gioia era discutere con colui che impersonò nella nostra generazione “la mitica primavera di Praga” senza la quale mai avrei conosciuto colei che mi guida da oltre quarantanni facendomi passare per emulo di un altro siciliano che amava quella Praga magica che ancora negli anni sessanta era illuminata dai lampioni a gas: Angelo Maria Ripellino  . Ma questa è un'altra storia e per ascoltarla bisogna aspettare un'altra ricorrenza…

PS. a sentire di presepi "spenti", concerti natalizi provocatori sento nuovamente puzza di fascismo e comunismo. Faccio fatica ad immaginarmi Mikulas in camicia rossa o nera mentre per quaranta anni ha allontanato entrambi i coglioni nelle rispettive camicie.
La, anzi le, leggende su San Nicola sono bellissime a tal punto che escono dal martiriologio cristiano per entrare nella letteratura. E viceversa. Era un tristo tempo quello che avevamo paura di quattro cretini bicolori...

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