ANTEFATTO
Mi sono imbattuto nella cultura arbresche per caso pur essendo “compaesani”.
Basti pensare a tutti i matrimoni fra marinesi e quelli di Piana, per non
parlare del culto di San Giorgio portato da loro a Marineo , per non
dimenticare che da trecento anni c’è stata sempre una presenza arbresche nelle
feste di San Ciro, con un loro deputato. Per finire con la Madunnuzza ancora oggi sotto municipalità arbresche ! La mia curiosità si spinse fino a diventare ricerca e cosi
eccovi cosa ho messo assieme per capire Il Guerino detto il Meschino di Durazzo
che era il libro che era presente in tutte le case.
Chi meglio di Pirro può avviarci nel percorso ? Albanese cioè epirota ,
molosso cioè imparentato con Alessandro Magno (la mamma di Alessandro, Olimpiade
figlia di Molosso figlio Andromaca e Pirro (figlio di Achille). Pirro ,con i
suoi elefanti va a Taranto e da li arriva in Sicilia e qui gli facciamo sognare
una terra dove ritirarsi con il suo amico consigliere filosofo. Ciò potrebbe
essere quella che sarà Piana degli Albanesi … Ed ecco che ci sovviene il più
grande cantastorie di tutti i tempi o se
vogliamo il cuntista, il rinaldo, l’incantamentum, l’aedo, il rapsode, il
trubadores, l’ozan, il romanceros, il trovatore, il cantambanco,il giullare, il
rimatore, il cantore, il bardo, il minnesanger, il menestrello, il griot, il
bankelsangen, il storystellers, il Cielo d’Alcamo o Jacopo da Lentini o per
dirla alla maniera dei suoi concittadini il Canterino di Piazza san Martino
Andrea Jacopo da Barberino (Andrea di
Jacopo di Tieri dei Mangiabotti da Barberino in Val D’elsa , 1370-1432) che dai
suoi Reali di Francia e Dall’Aspromonte né strappò una costola creando
quel Guerrin Meschino di Durazzo (torna
l’Albania) che per decenni appassionò e sostituì il Milione di Marco Polo (o
forse tradusse in romanzo popolare il viaggio del Polo).
Il testo del Meschino
è già stato usato nel Teatro dei Pupi ma non così sovente soprattutto negli
anni recenti (qualcosa si ebbe dal Bufalino, ma non abbiamo trovato nessun
canovaccio vecchio ) lo riprova il fatto che è rarissimo trovare chi conosca
questa opera che arricchiva le serate dei nostri avi. Già questo testo (in
prosa, non siamo ancora arrivati all’ottava rima dell’ Ariosto, del Boiardo
ecc.) offriva spunti cortesi e romantici se estrapoliamo la parte centrale del
racconto che poi potrebbe essere il resoconto del viaggio del Polo in oriente.
Quindi parte una trilogia che dovrebbe raccontare la storia di un popolo molto
vicino a noi. La gente di lingua arbereshe ! Una prima parte partendo dalla
Guerra di Troia sino al Sogno di Pirro o meglio i Nestos greci (il figlio di
Achille) , la seconda il Guerino detto
il Meschino di Durazzo puro albanese arbereshe per finire con un altro
personaggio leggendario. Ma prima di parlare della terza parte vorrei
segnalarvi il nostro grande stupore e meraviglia quando nelle ricerche
incontriamo un personaggio che ha dell’incredibile (1).
Il Guerrino scritto in prosa dal Barberino viene portato in ottava da una donna del rinascimento una figura quasi a tutti sconosciuta, l’autrice del dialogo Della infinità di Amore Tullia D’Aragona sorella di quel Cardinale Tullio (che poi un altro membro della famiglia fu violentemente coinvolto in una tresca con un nostro Beccadelli) che trova nel suo viaggio del 1517-8 nel centro-nord Europa decine e decine di luoghi e reliquie non solo religiose ma della Storia dei Paladini i Francia. Tullia d’Aragona frequentava il Varchi e tanti altri letterati e gestiva un salotto letterario pregevole ma era purtroppo una specie di bocca di rosa una matrona . Trovare il suo Guerrino fu impresa non facile perché scritto nel 1500 non fu mai più ristampato sino al 1800 e noi siamo riusciti ad averne una copia in reprint su cui stiamo ancora lavorando.
Pirro in Sicilia |
Il Guerrino scritto in prosa dal Barberino viene portato in ottava da una donna del rinascimento una figura quasi a tutti sconosciuta, l’autrice del dialogo Della infinità di Amore Tullia D’Aragona sorella di quel Cardinale Tullio (che poi un altro membro della famiglia fu violentemente coinvolto in una tresca con un nostro Beccadelli) che trova nel suo viaggio del 1517-8 nel centro-nord Europa decine e decine di luoghi e reliquie non solo religiose ma della Storia dei Paladini i Francia. Tullia d’Aragona frequentava il Varchi e tanti altri letterati e gestiva un salotto letterario pregevole ma era purtroppo una specie di bocca di rosa una matrona . Trovare il suo Guerrino fu impresa non facile perché scritto nel 1500 non fu mai più ristampato sino al 1800 e noi siamo riusciti ad averne una copia in reprint su cui stiamo ancora lavorando.
La storia personale del Guerino ha molte similitudini con un altro
personaggio soprattutto per le vicende storiche e familiari. Guerino che
combattè gli stessi che portarono in Sicilia gli albanesi : i turki ! Ha un
vissuto parallelo con Giorgio Castriota
Skandeberg ( traduzione albanese di Alessandro)
che combatte i turki bloccandoli in Albania per oltre 50 anni . Un piccolissimo
paese ha tenuto in scacco l’ immenso esercito turko fra le sue montagne. Dopo la morte di Skandeberg abbiamo avuto l’assedio di Vienna del 1526 la
battaglia di Lepanto 1571 (chissa quanti
albanesi di Sicilia vi parteciparono) ed essendo presente un Bologna Marchese
di Marineo è verosimile che avesse al suo seguito qualcuno di Marineo e se
vogliamo potrebbe essere stato un fabbro (o armiere) e potremmo identificarlo
nella antica famiglia Lepanto presente a
Marineo sin da allora e che ha continuato la stessa professione di fabbro sino agli anni
cinquanta del novecento. Il Bologna conobbe e fu nella stessa nave con colui
che parla di Opera dei Pupi e pupari : Miguel Cervantes creatore del Don Chisciotte,
che in quella battaglia perse anche un braccio, quel Don Chisciotte che
possedeva tutte le chanson de geste del tempo, comprese quelle italiane.
Skandeberg chiude questa trilogia dedicata alla gente arabesche, mentre
il Guerino detto il Meschino continua la sua epopea letteraria.
La storia di Guerino io la udii da mio padre Antonino a cui chiesi un
giorno chi le avesse raccontato questa
storia e lui mi rispose : mio padre Onofrio ! Allora andai da mio nonno e gli chiesi chi
ti ha raccontato la storia che hai raccontato a mio padre e lui mi rispose:mio
padre Pietro a cui la raccontò suo padre Simone che la
aveva sentita da suo nonno nel 1782 . Io l’ho raccontata ai miei figli che ora la stanno
raccontando ai miei nipoti : Renato Sofia e Mina che spero la racconteranno ai
loro figli e nipoti.
1)Ci siamo trovati in un teatro maschilista per eccellenza :il Teatro dei Pupi per l’appunto. Basti pensare che sino agli anni 60 o meglio al 1960 era rarissimo trovare pubblico femminile e il puparo fra 50 pupi ne possedeva solo due tre di sesso femminile. Fu allora che decidemmo che tutti i nostri spettacoli portassero il titolo di un personaggio femminile (da Fiammetta ad Angelica a Bradamante ad Olimpia a Ginevra a Elena a Fiordiligi…).
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