domenica 1 ottobre 2017

ANTEFATTO GUERINO



ANTEFATTO
Mi sono imbattuto nella cultura arbresche per caso pur essendo “compaesani”. Basti pensare a tutti i matrimoni fra marinesi e quelli di Piana, per non parlare del culto di San Giorgio portato da loro a Marineo , per non dimenticare che da trecento anni c’è stata sempre una presenza arbresche nelle feste di San Ciro, con un loro deputato. Per finire con la Madunnuzza ancora oggi sotto municipalità arbresche ! La mia curiosità si spinse fino a diventare ricerca e cosi eccovi cosa ho messo assieme per capire Il Guerino detto il Meschino di Durazzo che era il libro che era presente in tutte le case.

Chi meglio di Pirro può avviarci nel percorso ? Albanese cioè epirota , molosso cioè imparentato con Alessandro Magno (la mamma di Alessandro, Olimpiade figlia di Molosso figlio Andromaca e Pirro (figlio di Achille). Pirro ,con i suoi elefanti va a Taranto e da li arriva in Sicilia e qui gli facciamo sognare una terra dove ritirarsi con il suo amico consigliere filosofo. Ciò potrebbe essere quella che sarà Piana degli Albanesi … Ed ecco che ci sovviene il più grande  cantastorie di tutti i tempi o se vogliamo il cuntista, il rinaldo, l’incantamentum, l’aedo, il rapsode, il trubadores, l’ozan, il romanceros, il trovatore, il cantambanco,il giullare, il rimatore, il cantore, il bardo, il minnesanger, il menestrello, il griot, il bankelsangen, il storystellers, il Cielo d’Alcamo o Jacopo da Lentini o per dirla alla maniera dei suoi concittadini il Canterino di Piazza san Martino Andrea Jacopo  da Barberino (Andrea di Jacopo di Tieri dei Mangiabotti da Barberino in Val D’elsa , 1370-1432) che dai suoi Reali di Francia e Dall’Aspromonte né strappò una costola creando quel  Guerrin Meschino di Durazzo (torna l’Albania) che per decenni appassionò e sostituì il Milione di Marco Polo (o forse tradusse in romanzo popolare il viaggio del Polo). 
Pirro in Sicilia
Il testo del Meschino è già stato usato nel Teatro dei Pupi ma non così sovente soprattutto negli anni recenti (qualcosa si ebbe dal Bufalino, ma non abbiamo trovato nessun canovaccio vecchio ) lo riprova il fatto che è rarissimo trovare chi conosca questa opera che arricchiva le serate dei nostri avi. Già questo testo (in prosa, non siamo ancora arrivati all’ottava rima dell’ Ariosto, del Boiardo ecc.) offriva spunti cortesi e romantici se estrapoliamo la parte centrale del racconto che poi potrebbe essere il resoconto del viaggio del Polo in oriente. Quindi parte una trilogia che dovrebbe raccontare la storia di un popolo molto vicino a noi. La gente di lingua arbereshe ! Una prima parte partendo dalla Guerra di Troia sino al Sogno di Pirro o meglio i Nestos greci (il figlio di Achille)   , la seconda il Guerino detto il Meschino di Durazzo puro albanese arbereshe per finire con un altro personaggio leggendario. Ma prima di parlare della terza parte vorrei segnalarvi il nostro grande stupore e meraviglia quando nelle  ricerche incontriamo un personaggio che ha dell’incredibile (1).
Il Guerrino scritto in prosa dal Barberino viene portato in ottava da una donna del rinascimento una figura quasi a tutti sconosciuta, l’autrice del dialogo Della infinità di Amore   Tullia D’Aragona sorella di quel Cardinale Tullio (che poi un altro membro della famiglia fu violentemente coinvolto in una tresca con un nostro Beccadelli) che trova nel suo viaggio del 1517-8 nel centro-nord Europa decine e decine di luoghi e reliquie non solo religiose ma della Storia dei Paladini i Francia. Tullia d’Aragona frequentava il Varchi e tanti altri letterati e gestiva un salotto letterario pregevole ma era purtroppo una specie di bocca di rosa una matrona . Trovare il suo Guerrino fu impresa non facile perché scritto nel 1500 non fu mai più ristampato sino al 1800 e noi siamo riusciti ad averne una copia in reprint su cui stiamo ancora  lavorando.
La storia personale del Guerino ha molte similitudini con un altro personaggio soprattutto per le vicende storiche e familiari. Guerino che combattè gli stessi che portarono in Sicilia gli albanesi : i turki ! Ha un vissuto parallelo con  Giorgio Castriota Skandeberg (  traduzione albanese di Alessandro) che combatte i turki bloccandoli in Albania per oltre 50 anni . Un piccolissimo paese ha tenuto in scacco l’ immenso esercito turko  fra le sue montagne. Dopo la  morte di Skandeberg  abbiamo avuto l’assedio di Vienna del 1526 la battaglia di Lepanto 1571  (chissa quanti albanesi di Sicilia vi parteciparono) ed essendo presente un Bologna Marchese di Marineo è verosimile che avesse al suo seguito qualcuno di Marineo e se vogliamo potrebbe essere stato un fabbro (o armiere) e potremmo identificarlo nella antica famiglia Lepanto  presente a Marineo sin da allora e che ha continuato la stessa professione di fabbro sino agli anni cinquanta del novecento. Il Bologna conobbe e fu nella stessa nave con colui che parla di Opera dei Pupi e pupari : Miguel Cervantes creatore del Don Chisciotte, che in quella battaglia perse anche un braccio, quel Don Chisciotte che possedeva tutte le chanson de geste del tempo, comprese quelle italiane.
Skandeberg chiude questa trilogia dedicata alla gente arabesche, mentre il Guerino detto il Meschino continua la sua epopea letteraria.


La storia di Guerino io la udii da mio padre Antonino a cui chiesi un giorno  chi le avesse raccontato questa storia e lui mi rispose : mio padre Onofrio ! Allora andai da mio nonno e gli chiesi chi ti ha raccontato la storia che hai raccontato a mio padre e lui mi rispose:mio padre Pietro  a cui la raccontò suo padre Simone che la aveva sentita da suo nonno nel 1782 . Io l’ho raccontata ai miei figli che ora la stanno raccontando ai miei nipoti : Renato Sofia e Mina che spero la racconteranno ai loro figli e nipoti.

1)Ci siamo trovati in un teatro maschilista per eccellenza :il Teatro dei Pupi per l’appunto. Basti pensare che sino agli anni 60 o meglio al 1960 era rarissimo trovare pubblico femminile e il puparo fra 50 pupi ne possedeva solo due tre di sesso femminile. Fu allora che decidemmo che tutti i nostri spettacoli portassero il titolo di un personaggio femminile (da Fiammetta ad Angelica a Bradamante ad Olimpia a Ginevra a Elena a Fiordiligi…).

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