Il commento che segue è una lunga e dettagliata descrizione “dell’intellettuale
Foresta”. Totalmente esaustiva, che ci fa conoscere come “ Marineo può dunque
essere fiera di questo suo figlio, che ha fatto conoscere in altri paesi la
cultura italiana e che ha saputo realizzare, con spirito moderno e
lungimirante, un incontro tra le culture di paesi diversi, in nome della
reciproca comprensione e collaborazione. “
"Nelle pagine dei cronisti (sulla scoperta dell’America),
in particolare, l’Autore (G.F.) scopre
considerazioni e dati che proiettano una nuova importante luce sui diversi
campi delle scienze zoologiche, botaniche, biologiche, etnografiche,
sociologiche e sulle abitudini di vita, sui costumi domestici, sulle concezioni
religiose ecc.."
“L’interesse di Gaetano Foresta per questi
aspetti dimostra il suo senso di
apertura, la sua capacità di spaziare oltre i confini nazionali pur
valorizzando sempre le culture locali, secondo uno dei fondamentali principi
dell’intercultura.”
di Ida Rampolla del Tindaro
Sono particolarmente lieta
di ricordare un illustre marinese, al quale molti anni fa ho dedicato un
articolo pubblicato sul giornale La
Rocca e del quale ho parlato anni fa durante
una manifestazione svoltasi all’Empire International Club di Palermo, in
occasione delle celebrazioni colombiane. Gaetano Foresta aveva frequentato
l’Empire e aveva promesso la sua collaborazione in occasione del V centenario
della scoperta dell’America : la morte improvvisa gli aveva però impedito di
portare il suo contributo, che sarebbe stato indubbiamente prezioso.
Non mi soffermerò naturalmente
sulla sua grande attività di ispanista, perché questo argomento è stato affrontata da una illustre specialista
della materia, Caterina Ruta.
Desidero invece sottolineare
altri aspetti che comprovano la grande cultura e apertura mentale del
Nostro, che aveva molteplici
interessi e una profonda preparazione in
vari campi. Non a caso aveva conseguito, sempre col massimo dei voti, due
lauree, in lettere e in giurisprudenza e aveva avuto modo di mostrare la sua
conoscenza del mondo classico negli anni in cui aveva insegnato latino e greco
al Liceo classico Vittorio Emanuele di Palermo.
Aveva anche curato un commento alle Bucoliche di Virgilio, pubblicato a
Palermo nel 1951 Gaetano Foresta aveva infatti saputo abbinare l’impegno nella
ricerca scientifica all’amore per la scuola e alle attività anche di tipo
amministrativo a questa connesse, così importanti per un corretto funzionamento
scolastico. Aveva vinto il concorso
per la carriera direttiva nei Convitti nazionali, percorrendo tale carriera
fino al grado massimo di Rettore-Preside. Aveva anche un’ottima preparazione in
campo pedagogico, come dimostra il volume A tu per tu, pubblicato a Palermo da
Andò nel 1947. Il Ministero della P.I. , su proposta
della Direzione generale per
l’Istruzione classica, scientifica e magistrale, lo aveva distaccato a Roma
presso il Centro viaggi e istruzioni degli Studenti, col compito di organizzare
e dirigere la Casa Internazionale. La
Direzione generale delle scuole non statali lo aveva incaricato di ispezionare
diversi convitti privati, tra cui il Pascoli e il Carducci di Rimini, il S. Luca
di Genova, l’Alma mater di Alassio, l’Antonio Genovese di Chiavari, ecc. Si
tratta , com’è noto, di incarichi estremamente delicati, normalmente affidati
ad Ispettori o a persone di assoluta fiducia e competenza. Un
altro incarico che rivela la considerazione in cui era tenuto Gaetano Foresta
al Ministero della P.I. è quello datogli dalla Sottocommissione per i problemi
della gioventù nei paesi dell’Europa occidentale, che gli aveva affidato il
compito di condurre un’indagine sull’assistenza extrascolastica in Italia. Il suo
lavoro, grandemente apprezzato per la precisione e la profondità dell’analisi,
era stato anche tradotto in francese e inserito nel volume La jeunesse dans les pays de l’Union de l’Europe occidentale .La
stessa sottocommissione lo aveva incaricato di condurre la Delegazione italiana
allo stage Comprehension internationale
svoltosi a Nivelles, in provincia di Bruxelles , nel 1958.
La Direzione generale per
l’Istruzione universitaria lo aveva inoltre incaricato di rappresentarla ai lavori del 44° Congresso di Storia del Risorgimento,
svoltosi a Trieste nel 1968. E’
impossibile naturalmente non citare le attività svolte all’estero, all’Istituto
Italiano di Cultura di Madrid, su incarico del Ministero degli Affari esteri, a
Lima, in Perù, come Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura. Ma queste funzioni gli avevano dato anche la
possibilità di rivelare la sua grande preparazione nel campo della letteratura
italiana, come dimostrano i corsi di letteratura, cultura e arte italiana
presso la facoltà di lettere e filosofia dell’università nazionale S.Fernando
di Siviglia, dal 1950 al 1963 ( a Siviglia aveva anche pubblicato un’Antologia
dei testi poetici italiani del ‘300, editi dall’Università) , e quelli di
letteratura italiana svolti presso la facoltà
di lettere e scienze umane dell’università nazionale maggiore S.Marco di Lima,
dal 1963 al 1965. Questa competenza è
rivelata anche dai numerosi articoli dedicati ai nostri autori e in particolare
a D’Annunzio e Pirandello, pubblicati in gran parte sul giornale l’Ora di
Palermo, ma anche sulla Fiera lettera ia, dove apparve l’originale articolo su
“Perù dannunziano”, nel Maggio 1963. In qualità di Direttore dell’istituto
italiano di cultura di Lima aveva curato anche i numeri unici relativi alla
celebrazione del VII centenario della nascita di Dante , del I centenario
della nascita di Pietro Mascagni e del
IV centenario della morte di Michelangelo. Ed è giusto ricordare anche i riconoscimenti
stranieri: il Presidente del Perù gli aveva conferito l’Orden du Sol e il
Ministro peruviano dell’Educazione nazionale lo aveva nominato Commendatore de
las Palmas magisteriales. A tutte queste benemerite
attività nel campo della letteratura e della cultura italiana desidero
aggiungerne un’altra che mi ha particolarmente
colpita, anche perché è un altro segno della sua cultura ad ampio
raggio: Gaetano Foresta era anche un ottimo francesista, parlava e
scriveva perfettamente il francese e
aveva dedicato interessanti articoli a celebri autori , tra i quali voglio
sottolineare, per l’acume critico, Chateaubriand
di fronte alla sensibilità moderna, apparso su L’Ora di Palermo il
20.12.1950. Ma si
era occupato anche della letteratura americana, come dimostrano gli articoli su
E.A,Poe e Lee Masters.
Questa ampiezza di vedute si
rivela anche negli interessanti e spesso inediti accostamenti tra autori
italiani e spagnoli : ricordiamo, ad
esempio, i saggi su Bodras de sangre
di F.Garcia Lorca e La figlia di
Iorio di D’Annunzio( Ist. It. di cultura, Lima,
1963) Unamuno cultore di Dante (
Nuova Antologia, Maggio ’66)Pirandello e
Mariategui ( Nuova Antologia, Agosto 1967)
o Dannunzianesimo e
antidannunianesimo nrl Perù ( Ist. di studi abbruzzesi, 1969) ; ma si
rivela anche nell’esame degli incontri
tra civiltà , come dimostra lo studio Orme
di Spagna in Sicilia, apparso nella Rivista geografica di Madrid nel 1949. La
sua ultima pubblicazione,Il nuovo mondo
nella voce di cronisti tradotti in italiano ( Roma, Bulzoni, 1988) è un
denso volume con prefazione di Massimo Ganci, che lo definisce “un libro di
grande valore culturale e didattico”. In quest’opera, infatti, Foresta riesce
perfettamente a fondere le sue due grandi passioni, la ricerca scientifica e la
capacità espositiva tipiche del vero docente
e la competenza scientifica dell’autentico ricercatore: sono da
segnalare poi, oltre alla ricchissima bibliografia, l’interessante Dizionarietto delle parole degli Indiani
d’America. Scopriamo, in questi elenchi , l’apporto linguistico che ci è venuto
dal Nuovo Mondo, cioè il passaggio nella nostra lingua di termini come canoa, cioccolatta,
guano, amaca, savana, tabacco, patata ecc.
Il volume contiene una serie di lezioni tenute all’Università di
Messina, dove negli ultimi anni l‘Autore insegnò lingua e letteratura spagnola comprende numerosi testi di grande interesse
storico per la prima volta tradotti in italiano: una lettura che, a parte
l’importanza e la validità della ricerca, si legge, nella parte antologica,
come un libro di avventure, perché consente di conoscere, attraverso i cronisti
dell’epoca tradotti in un italiano fresco e moderno, tutti gli splendori, gli
usi e i costumi delle civiltà precolombiane.
Sono affrontati anche i due volti della Spagna , i due spiriti in
lotta, quello dei riformatori e quello degli ortodossi. Solo un profondo
conoscitore della cultura spagnola poteva affrontare con cognizione di causa
l’’accusa che andò sotto il nome di
“leggenda negra” e che alimentò la polemica intorno alla natura dell’Uomo: polemica che terminò,
com’è noto, col trionfo di coloro che vedevano negli indigeni degli
esseri umani e non delle bestie da destinare alla schiavitù. Sono inoltre passati in rassegna, nel
volume, non solo gli storici e i cronisti che affrontarono le varie questioni
legate alla scoperta dell’America, ma anche tutti gli studiosi che dedicarono
la loro attenzione ai nuovi prodotti venuti dal Nuovo Mondo e ai nuovi concetti
geografici e astronomici legati alla conquista. Nelle pagine dei cronisti, in particolare,
l’Autore scopre considerazioni e dati che proiettano una nuova importante luce
sui diversi campi delle scienze zoologiche, botaniche, biologiche,
etnografiche, sociologiche e sulle abitudini di vita, sui costumi domestici,
sulle concezioni religiose ecc..
Basterebbe questo a
giustificare l’interesse del libro, che però si distingue anche per lo spazio
dato al senso dell’avventuroso, dell’esotico, del cavalleresco, del
meraviglioso. Non per nulla l’abbondantissima materia è divisa in tre parti intitolate
: il Tempo, la Parola, l’Arte. Anche la cronaca assume i toni dell’epopea, con
continui riferimenti alla letteratura di vari paesi europei, che esaltavano la
conquista con toni spesso poetici.
Ma non sono meno importanti
gli studi sulle relazioni politiche e culturali tra la Spagna e l’Italia
all’epoca della scoperta dell’America e
sulla risonanza che l’avvenimento ebbe in Italia Il
nostro paese, grazie alla forza di penetrazione raggiunta dalla sua cultura,
assunse infatti un ruolo preminente nella diffusione di notizie sulla scoperta
del nuovo mondo .
Lucio Marineo Siculo di Vizzini |
L’interesse di Gaetano Foresta
per questi aspetti dimostra il suo senso
di apertura, la sua capacità di spaziare oltre i confini nazionali pur
valorizzando sempre le culture locali, secondo uno dei fondamentali principi
dell’intercultura. Marineo può dunque essere fiera di questo
suo figlio, che ha fatto conoscere in altri paesi la cultura italiana e che ha
saputo realizzare, con spirito moderno e lungimirante, un incontro tra le
culture di paesi diversi, in nome della reciproca comprensione e
collaborazione.
Ida
Rampolla del Tindaro
Il Guglielmo ringrazia la prof.ssa Ida Rampolla (altra marinese eccellente) per l'autorizzazione a pubblicare il Suo intervento durante l'incontro
RICONFERMIAMO LA NOSTRA INTENZIONE DI DARE UNA BORSA DI STUDIO SU UNA TESI SU GAETANO FORESTA
Gentile Direttore
RispondiEliminaLe scrivo per ringraziarla per la pubblicazione del mio articolo e per tutto quello che ha fatto e fa per non dimenticare il mio papà.
Spero di poterla incontrare e ringraziare di persona.
Per ora le invio i miei più sinceri e cordiali saluti.
Olivella Foresta