giovedì 5 ottobre 2017

GAETANO FORESTA



Il commento che segue è una lunga e dettagliata descrizione “dell’intellettuale Foresta”. Totalmente esaustiva, che ci fa conoscere come “ Marineo può dunque essere fiera di questo suo figlio, che ha fatto conoscere in altri paesi la cultura italiana e che ha saputo realizzare, con spirito moderno e lungimirante, un incontro tra le culture di paesi diversi, in nome della reciproca comprensione e collaborazione. “ 

"Nelle pagine dei cronisti (sulla scoperta dell’America), in particolare, l’Autore (G.F.) scopre considerazioni e dati che proiettano una nuova importante luce sui diversi campi delle scienze zoologiche, botaniche, biologiche, etnografiche, sociologiche e sulle abitudini di vita, sui costumi domestici, sulle concezioni religiose ecc.."

“L’interesse di Gaetano Foresta per questi aspetti dimostra  il suo senso di apertura, la sua capacità di spaziare oltre i confini nazionali pur valorizzando sempre le culture locali, secondo uno dei fondamentali principi dell’intercultura.”


 di Ida Rampolla del Tindaro

      Sono particolarmente lieta di ricordare un illustre marinese, al quale molti anni fa ho dedicato un articolo  pubblicato sul giornale La Rocca e del quale ho parlato  anni fa durante una manifestazione svoltasi all’Empire International Club di Palermo, in occasione delle celebrazioni colombiane. Gaetano Foresta aveva frequentato l’Empire e aveva promesso la sua collaborazione in occasione del V centenario della scoperta dell’America : la morte improvvisa gli aveva però impedito di portare il suo contributo, che sarebbe stato indubbiamente prezioso.
   Non mi soffermerò naturalmente sulla sua grande attività di ispanista, perché questo argomento  è stato affrontata da una illustre specialista della materia, Caterina Ruta.
   Desidero invece sottolineare altri aspetti che comprovano la grande cultura e apertura mentale del Nostro,  che aveva molteplici interessi  e una profonda preparazione in vari campi. Non a caso aveva conseguito, sempre col massimo dei voti, due lauree, in lettere e in giurisprudenza e aveva avuto modo di mostrare la sua conoscenza del mondo classico negli anni in cui aveva insegnato latino e greco al Liceo classico Vittorio Emanuele di  Palermo.
Aveva anche curato un commento alle Bucoliche di Virgilio, pubblicato a Palermo nel 1951  Gaetano Foresta  aveva  infatti saputo abbinare l’impegno nella ricerca scientifica all’amore per la scuola e alle attività anche di tipo amministrativo a questa connesse, così importanti per un corretto funzionamento scolastico.    Aveva vinto il concorso per la carriera direttiva nei Convitti nazionali, percorrendo tale carriera fino al grado massimo di Rettore-Preside. Aveva anche un’ottima preparazione in campo pedagogico, come dimostra il volume A tu per tu, pubblicato a Palermo da Andò  nel 1947.    Il Ministero della P.I. , su proposta della  Direzione generale per l’Istruzione classica, scientifica e magistrale, lo aveva distaccato a Roma presso il Centro viaggi e istruzioni degli Studenti, col compito di organizzare e dirigere la Casa Internazionale.   La Direzione generale delle scuole non statali lo aveva incaricato di ispezionare diversi convitti privati, tra cui il Pascoli e il Carducci di Rimini, il S. Luca di Genova, l’Alma mater di Alassio, l’Antonio Genovese di Chiavari, ecc.   Si tratta , com’è noto, di incarichi estremamente delicati, normalmente affidati ad Ispettori o a persone di assoluta fiducia e competenza.     Un altro incarico che rivela la considerazione in cui era tenuto Gaetano Foresta al Ministero della P.I. è quello datogli dalla Sottocommissione per i problemi della gioventù nei paesi dell’Europa occidentale, che gli aveva affidato il compito di condurre un’indagine sull’assistenza extrascolastica in Italia. Il suo lavoro, grandemente apprezzato per la precisione e la profondità dell’analisi, era stato anche tradotto in francese e inserito nel volume La jeunesse dans les pays de l’Union de l’Europe occidentale .La stessa sottocommissione lo aveva incaricato di condurre la Delegazione italiana allo stage Comprehension internationale svoltosi a Nivelles, in provincia di Bruxelles , nel 1958.
   La Direzione generale per l’Istruzione universitaria lo aveva  inoltre incaricato  di rappresentarla ai lavori del  44° Congresso di Storia del Risorgimento, svoltosi a Trieste nel 1968.    E’ impossibile naturalmente non citare le attività svolte all’estero, all’Istituto Italiano di Cultura di Madrid, su incarico del Ministero degli Affari esteri, a Lima, in Perù, come Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura.    Ma queste funzioni gli avevano dato anche la possibilità di rivelare la sua grande preparazione nel campo della letteratura italiana, come dimostrano i corsi di letteratura, cultura e arte italiana presso la facoltà di lettere e filosofia dell’università nazionale S.Fernando di Siviglia, dal 1950 al 1963 ( a Siviglia aveva anche pubblicato un’Antologia dei testi poetici italiani del ‘300, editi dall’Università) , e quelli di letteratura italiana svolti presso  la facoltà di lettere e scienze umane dell’università nazionale maggiore S.Marco di Lima, dal 1963 al 1965.    Questa competenza è rivelata anche dai numerosi articoli dedicati ai nostri autori e in particolare a D’Annunzio e Pirandello, pubblicati in gran parte sul giornale l’Ora di Palermo, ma anche sulla Fiera lettera ia, dove apparve l’originale articolo su “Perù dannunziano”, nel Maggio 1963.    In qualità di Direttore dell’istituto italiano di cultura di Lima aveva curato anche i numeri unici relativi alla celebrazione del VII centenario della nascita di Dante , del I centenario della  nascita di Pietro Mascagni e del IV centenario della morte di Michelangelo.  Ed è giusto ricordare anche i riconoscimenti stranieri: il Presidente del Perù gli aveva conferito l’Orden du Sol e il Ministro peruviano dell’Educazione nazionale lo aveva nominato Commendatore de las Palmas magisteriales.    A tutte queste benemerite attività nel campo della letteratura e della cultura italiana desidero aggiungerne un’altra che mi ha particolarmente  colpita, anche perché è un altro segno della sua cultura ad ampio raggio: Gaetano Foresta era anche un ottimo francesista, parlava e scriveva  perfettamente il francese e aveva dedicato interessanti articoli a celebri autori , tra i quali voglio sottolineare, per l’acume critico, Chateaubriand di fronte alla sensibilità moderna, apparso su L’Ora di Palermo il 20.12.1950.     Ma si era occupato anche della letteratura americana, come dimostrano gli articoli su E.A,Poe  e Lee Masters.
   Questa ampiezza di vedute si rivela anche negli interessanti e spesso inediti accostamenti tra autori italiani e spagnoli  : ricordiamo, ad esempio, i saggi su Bodras de sangre di F.Garcia Lorca e La figlia di Iorio    di D’Annunzio( Ist. It. di cultura, Lima, 1963) Unamuno cultore di Dante ( Nuova Antologia, Maggio ’66)Pirandello e Mariategui ( Nuova Antologia, Agosto 1967)  o Dannunzianesimo e antidannunianesimo nrl Perù ( Ist. di studi abbruzzesi, 1969) ; ma si rivela anche nell’esame  degli incontri tra civiltà , come dimostra lo studio Orme di Spagna in Sicilia, apparso nella Rivista geografica di Madrid nel 1949.      La sua ultima pubblicazione,Il nuovo mondo nella voce di cronisti tradotti in italiano ( Roma, Bulzoni, 1988) è un denso volume con prefazione di Massimo Ganci, che lo definisce “un libro di grande valore culturale e didattico”. In quest’opera, infatti, Foresta riesce perfettamente a fondere le sue due grandi passioni, la ricerca scientifica e la capacità espositiva tipiche del vero docente  e la competenza scientifica dell’autentico ricercatore: sono da segnalare poi, oltre alla ricchissima  bibliografia, l’interessante  Dizionarietto delle parole degli Indiani d’America. Scopriamo, in questi elenchi , l’apporto linguistico che ci è venuto dal Nuovo Mondo, cioè il passaggio nella nostra lingua di termini come canoa, cioccolatta, guano, amaca, savana, tabacco, patata ecc.
Il volume contiene una serie di lezioni tenute all’Università di Messina, dove negli ultimi anni l‘Autore insegnò lingua e letteratura spagnola  comprende numerosi testi di grande interesse storico per la prima volta tradotti in italiano: una lettura che, a parte l’importanza e la validità della ricerca, si legge, nella parte antologica, come un libro di avventure, perché consente di conoscere, attraverso i cronisti dell’epoca tradotti in un italiano fresco e moderno, tutti gli splendori, gli usi e i costumi delle civiltà precolombiane.
Sono affrontati anche i due volti della Spagna , i due spiriti in lotta, quello dei riformatori e quello degli ortodossi. Solo un profondo conoscitore della cultura spagnola poteva affrontare con cognizione di causa l’’accusa che andò sotto il  nome di “leggenda negra” e che alimentò la polemica intorno alla natura dell’Uomo: polemica che terminò, com’è  noto, col trionfo  di coloro che vedevano negli indigeni degli esseri umani e non delle bestie da destinare alla schiavitù.    Sono inoltre passati in rassegna, nel volume, non solo gli storici e i cronisti che affrontarono le varie questioni legate alla scoperta dell’America, ma anche tutti gli studiosi che dedicarono la loro attenzione ai nuovi prodotti venuti dal Nuovo Mondo e ai nuovi concetti geografici e astronomici legati alla conquista.    Nelle pagine dei cronisti, in particolare, l’Autore scopre considerazioni e dati che proiettano una nuova importante luce sui diversi campi delle scienze zoologiche, botaniche, biologiche, etnografiche, sociologiche e sulle abitudini di vita, sui costumi domestici, sulle concezioni religiose ecc..
   Basterebbe questo a giustificare l’interesse del libro, che però si distingue anche per lo spazio dato al senso dell’avventuroso, dell’esotico, del cavalleresco, del meraviglioso. Non per nulla l’abbondantissima materia è divisa in tre parti intitolate : il Tempo, la Parola, l’Arte. Anche la cronaca assume i toni dell’epopea, con continui riferimenti alla letteratura di vari paesi europei, che esaltavano la conquista con toni spesso poetici.
   Ma non sono meno importanti gli studi sulle relazioni politiche e culturali tra la Spagna e l’Italia all’epoca della scoperta dell’America  e sulla risonanza che l’avvenimento ebbe in Italia   Il nostro paese, grazie alla forza di penetrazione raggiunta dalla sua cultura, assunse infatti un ruolo preminente nella diffusione di notizie sulla scoperta del nuovo mondo .
Lucio Marineo Siculo di Vizzini
A questo proposito è da segnalare una curiosità: nei capitoli riguardanti le relazioni politiche e culturali tra Spagna e Italia all’epoca della grande conquista è citato più volte un umanista che si chiamava Marineo siculo (1), autore di importanti trattati latini, molto apprezzato dagli spagnoli nel suo lungo soggiorno in Spagna  e convinto assertore della supremazia dei romani sugli altri popoli     Anche sugli autori delle cronache e sull’opera dei traduttori ,Foresta fa le sue valutazioni critiche ed estetiche, dimostrando la sua competenza linguistica e filologica, oltre che storica.    Fra i vari autori citati, è di particolare interesse il riferimento alla corrispondenza e all’opera di Nicola Scillaccio, un colto medico siciliano che aveva visitato la Spagna nel 1494 e che al ritorno, durante il suo soggiorno a Pavia , dove teneva un corso all’Università, ricevette da un amico spagnolo notizie particolareggiate sul viaggio di Colombo. Scillaccio riassunse questa corrispondenza in uno scritto pubblicato a Pavia nel 1496 , che rappresenta uno dei primi contributi alla storia della scoperta, ma che rimase per secoli sconosciuto.       Altre interessanti notizie, per noi, sono quelle relative alla diffusione della cultura italiana nel Nuovo Mondo: un editore italiano, Antonio Riccardo, con vero spirito imprenditoriale, aveva creato nel XVI secolo in  Messico una tipografia che aveva fatto conoscere i nostri maggiori autori e i capolavori della nostra letteratura.
   L’interesse di Gaetano Foresta per questi aspetti dimostra  il suo senso di apertura, la sua capacità di spaziare oltre i confini nazionali pur valorizzando sempre le culture locali, secondo uno dei fondamentali principi dell’intercultura.     Marineo può dunque essere fiera di questo suo figlio, che ha fatto conoscere in altri paesi la cultura italiana e che ha saputo realizzare, con spirito moderno e lungimirante, un incontro tra le culture di paesi diversi, in nome della reciproca comprensione e collaborazione.   
Ida Rampolla del Tindaro

Il Guglielmo ringrazia la prof.ssa Ida Rampolla (altra marinese eccellente) per l'autorizzazione a pubblicare il Suo intervento durante l'incontro

1)      Su Marineo siculo di Salamanca vedi il volume conservato nella nostra bibblioteca 

RICONFERMIAMO LA NOSTRA INTENZIONE DI DARE UNA BORSA DI STUDIO SU UNA TESI SU GAETANO FORESTA 

1 commento:

  1. Gentile Direttore
    Le scrivo per ringraziarla per la pubblicazione del mio articolo e per tutto quello che ha fatto e fa per non dimenticare il mio papà.
    Spero di poterla incontrare e ringraziare di persona.
    Per ora le invio i miei più sinceri e cordiali saluti.
    Olivella Foresta

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