sabato 7 ottobre 2017

INSEDIAMENTO UFFICIALE DI DON MATTEO




E’ arrivato a Marineo un mese fa, don Matteo Ingrassia, accolto con curiosità e affabilità dalla comunità marinese. Questo primo mese gli è servito per conoscere e per farsi conoscere. La sua figura robusta, il volto giovanile dei suoi trentatré anni, il suo vocione e le sue battute in dialetto nelle prediche, la concretezza del suo parlare, delle nuove idee per impostare la vita parrocchiale e la pastorale hanno suscitato interesse, apprezzamento, insieme a qualche perplessità. Ma è così è la vita. Ogni nuovo evento, ogni nuova persona provocano entusiasmo o paura o diffidenza. E’ stata scelta la giornata della Madonna del Rosario per la cerimonia del suo insediamento. Già alle cinque del pomeriggio la zona del “monumento” era affollata da autorità (sindaco, assessori, consiglieri, onorevoli locali, maresciallo e carabinieri), dai componenti le Congregazioni e le associazioni, e da semplici cittadini. Presente anche un gruppo di misilmeresi e della parrocchia palermitana ove padre Matteo era stato. Naturalmente anche il neo parroco e diversi sacerdoti marinesi e non e seminaristi. Anche padre Leo era presente. All’arrivo dell’Arcivescovo applausi ed esibizione della banda musicale. 
Quindi la processione, preceduta da un alcuni tamburinai misilmeresi, sino alla Chiesa madre, già gremita dai fedeli. Il numeroso coro (in realtà un insieme di cori di gruppi marinesi e della parrocchia palermitana) ha accolto l’Arcivescovo e i sacerdoti e, con bravura, ha animato i vari momenti della cerimonia e della messa. La cerimonia dell’insediamento, inserita all’interno della messa, prevede vari momenti: la lettura del decreto vescovile, il rinnovo dei voti sacerdotali, la dichiarazione di obbedienza al vescovo e l’impegno diprestare il suo servizio secondo gli insegnamenti del Vangelo e della Chiesa, l’avvicinarsi del novello parroco  al fonte battesimale e a un confessionale, la preghiera davanti all’altare del Santissimo, il sedersi nella sedia presbiterale, la benedizione con l’acqua santa dei fedeli.
Nella sua omelia il Vescovo, prendendo spunto dal vangelo del giorno (i vignaioli infedeli) ha messo in risalto le qualità che deve avere un parroco, in particolare la capacità di prendersi cura della “vigna del Signore”,  cioè della parrocchia affidata, di sapere ascoltare per poter conoscere le esigenze della comunità, di svolgere il suo servizio alla luce della Parola di Dio, di accogliere tutti e di prestare particolare attenzione ai più deboli, agli emarginati, agli ammalati, nonché di interagire con le autorità e con le istituzioni locali. Ha inviato la comunità a cooperare con il parroco, a crescere in una relazionalità positiva – superando contrasti e divisioni, a vivere in giustizia, legalità e fraternità. L’Arcivescovo si è compiaciuto della vivacità e complessità di Marineo, delle numerose risorse culturali e associative che possiede, dei numerosi sacerdoti che ha dato alla Chiesa. Un rappresentante delle comunità parrocchiale ha ringraziato l’Arcivescovo e ha fatto dono a don Matteo di una stola.

Da parte sua, il neoparroco, visibilmente commosso, ha ringraziato tutti, dal vescovo ai sacerdoti, alle autorità, alle confraternite e associazioni, ai fedeli presenti e a quelli che seguivano il rito tramite la televisione.
A proposito di trasmissione televisiva, occorre evidenziare la qualità delle riprese e la possibilità che ha dato a chi è stato costretto a rimanere in casa di seguire la cerimonia.
Al termine del rito, tutti affollati attorno ai tavoli ricchi di dolci, preparati dagli scouts, nel piazzale antistante.
Ora inizia il cammino “ufficiale” del parroco, al quale auguriamo pieno successo pastorale e adeguata  valorizzazione delle numerose risorse umane che arricchiscono Marineo.
gp

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