I/26
Ci fu tutta Costantinopoli alla messa della mattina in Santa Sofia.
Tutti si confessarono e comunicarono poi si abbracciarono. Al che Alessandro
prese la parola assicurandoli che essi erano nel giusto e che Dio non poteva far
mancare loro la Vittoria. L’Imperatore mise nelle mani di Meschino il loro destino. La gente che non era riuscita ad entrare in
chiesa si inginocchio a pregare chi in casa chi in piazza chi per strada.
Giunse una ambasceria dei turki che sollecitava l’arrivo dei cavalieri in
quanto i turki erano in attesa. Ma l’Imperatore volle prima riceverli in
palazzo dove aveva fatto preparare un sontuoso rinfresco con dolci e bevande
affinché i suoi si partissero forti e sereni. Quindi raccomandò loro di
ubbidire in tutto al Meschino e cosi si avviarono verso la fortificazione
seguiti da una processione di chierici e gente comune come donne vecchi e
bambini pregando Dio di assistere i suoi campioni.
Giunti sul posto furono giurati i patti e scambiati gli ostaggi. E si
giurò che se la vittoria andasse ad Astilladoro il re cristiano avrebbe
lasciato Costantinopoli ai turki e in una sola galea avrebbe caricato cose a
suo piacimento oltre la moglie e la famiglia. Al contrario in caso di vittoria
dei cristiani i turki avrebbero lasciato libera tutta la Grecia di Romania e
partitisi mai sarebbero più tornati per far guerra in futuro. I patti furono
giurati mentre i cento ostaggi turki e cristiani si dirigevano verso la città. Furono nominati
tre giudici per parte con l’ordine di non parlare mai con i combattenti e che
stabilissero alla fine di chi fosse la vittoria. Il Meschino che aggiunse che
questa ultima condizione non era necessaria perché dopo la battaglia si sarebbe
subito palesato chi avesse vinto e ciascuno si ritirò verso la sua parte mentre
i cristiani ricevevano la benedizione dai suoi sacerdoti.
I giudici controllarono che sul campo entrassero uno per volta alternandosi
cristiani e saraceni e per primo entro Meschino seguito da Alessandro e dopo
che furono tutti entrati un saraceno
chiuse la porta dei cristiani ed un cristiano quella dei saraceni consegnando
le chiavi ai giudici.
Si attese che il guanto sanguinoso fosse gettato fra i contendenti e quindi iniziò in modo violentissimo la battaglia con molti
morti e feriti da entrambe le parti.
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