giovedì 19 ottobre 2017

MOSTRA BECCADELLI .DOPO L'INAUGURAZIONE


La mia generazione ha passato la gioventù passeggiando per il corso in attesa di un posto di lavoro o in attesa che morissero i genitori per “ereditare”. Alla fine avvennero le due cose e cosi vendettero dignità e averi entrando in politica e “sistemandosi”. Le nuove generazioni , quelle del 110 e lode, non parlano di eredità ma di passaggio di poteri perché se ereditassero non saprebbero cosa farsene. Qualcuno alza la voce perché ha le spalle coperte ma i più hanno un facile binario da percorrere e quindi non vanno oltre il facile rifiutando soprattutto la cultura in quanto non necessaria. Esperti in videogiochi , solo pochissimi varcano i confini per non omologarsi e non uscire dal nido dove genitori incoscienti li hanno collocati. E cosi andando ad una conferenza o ad una mostra è raro vedere non solo giovani, ma anche giovani coppie. Se poi si pensa che circa un migliaio sono docenti delle varie scuole ti cadono le braccia....
E cosi ieri sera una novantenne è venuta a Marineo a dare lezione. In primis lezione di carattere. Basta seguire il suo curriculum per scoprire i momenti difficili della sua vita. Poi come usare la pittura come “alimentazione” (vedi il breve commento della Cristina Dominici). Una lezione da una cattedra dove non ci sono alunni. I giovani perché sanno già tutto, le insegnanti perché sono docenti di una cattedra fatua e vuota. Gli intellettuali  si chiudono in casa perché hanno paura che si scopra che    sono solo pappagalli che vivono di rendita sulla solo poesia imparata a memoria da bambini.
A novantanni ci ha mostrato “quante cose può fare” un artista ancora. Il pubblico non era certo quello delle grandi occasioni ma accuratamente selezionato , vorrei dire scelto uno per uno con cura dal promotore della serata che ancora oggi si occupa della salute dei suoi compaesani ed ora oltre che curarne la salute né aiuta a migliorare gusto materia grigia.
Ecco debbo ringraziare gli organizzatori per averci proposto la compagnia di questa signora e certo ,la lezione che ci ha lasciato non andrà persa.
 

 IL parere di Cristina Domilici



Gioia del colore e raffinatezza sono le parole – chiave con cui definire questi quadri da cui traspare

una sorta di ricerca di intimità e raccoglimento. Dai ritratti di donna alle composizioni floreali

l'artista ci comunica una delicatezza d'animo e una certa nostalgia come una sorta di viaggio in un

passato che non conosciamo ma che percepiamo dalle atmosfere familiari e soavi.

Cristina Domilici


















L'autrice ci ha permesso di riprodurre alcune opere che verranno esposte nel salone del castello.
Ci auguriamo che , a inaugurazione effettuata, si possano riprodurre gli interventi del Dottor Antonetto Provenzale (che ha promosso la mostra) del Pulizzotto Salvatore che si nasconde dietro la veste di ristoratore ben sapendo che è "uomo d'arte" dell'Assessore alla Cultura e di chi ci aiuterà a decifrare i lavori dell'autrice.
Non esiste opera d'arte che non vada spiegata. E noi siamo di quelli che vigliono essere aiutati a leggere quello che con tanta fatica gli autori vogliono dirci con i poripri lavori.



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