Un'altra eccellenza marinese vista con gli occhi della figlia
“…negli anni del Liceo, ho
provato a citare Marx e lui, calmo, mi ha detto ‘ma hai letto il Capitale’? sai
di cosa stai parlando? ...no, non
l’avevo letto! Una lezione di vita: non si deve parlare senza sapere di cosa si
stia veramente parlando!”
Come prima cosa vorrei ringraziare
tutti i presenti, in particolare un
grazie di cuore al Professor Spataro che
con affetto e tanto impegno ha organizzato questo momento così
importante per ricordare papà. Ringrazio tutti anche a nome della mia
mamma, di mio marito e dei miei figli che purtroppo non sono potuti essere
presenti.
Papà è morto quando aspettavo Ludovico
, il mio primo figlio.
Devo dire che quest’estate, pensando
ai 100 anni che avrebbe compiuto, avevo cominciato a chiedere alla mamma, alla
zia Maria ai cugini e a chi lo aveva conosciuto di aiutarmi a raccogliere
qualche ricordo per cercare di costruire
un ritratto del nonno che potesse essere trasmesso ai miei figli. Ed è stato
proprio, in quel periodo, lo scorso agosto che Ciro mi ha chiamato dicendomi
che stava pensando di organizzare un momento per ricordare il mio papà a 100
anni dalla nascita.
Ho cominciato così a pensare a lui, ogni giorno,
raccogliendo i miei ricordi. Per me è stato un papà impegnativo e all’inizio mi
sembrava che avessimo trascorso troppo poco tempo assieme! Sono nata in un
momento della sua vita in cui era molto preso dal lavoro e dalla sua carriera,
e comunque, in quegli anni, i padri erano meno presenti nella quotidianità dei
figli . Poi i ricordi sono cominciati ad affiorare alla mente, e sono diventati
tanti. Quando papà c’era era decisamente
un papà molto affettuoso. E’ stato un papà esigente dal
punto di vista dello studio: già quando
avevo poco pià di 4 anni mi metteva seduta vicino a lui e con pazienza mi
insegnava a riconoscere le lettere dell’alfabeto ed è così che ho cominciato a
leggere molto presto. Mi ricordo ancora il libro verde che usava cone lettere,
numeri e figure!. Devo dire che se è stato esigente con me, lo è sempre stato
anche con se stesso, dandomi l’esempio. Passava molto tempo nel suo studio a
scrivere e a leggere e io lo sentivo solo quando spostava la seggiola per
alzarsi. Il suo studio, che ancora c’è, mi è sempre sembrato molto importante:
un’ampia scrivania, un armadio grande dove teneva i volumi più preziosi, una
seggiola che a me sembrava quella di una re! Erano mobili in stile spagnolo, un
po’ scuri che incutevano rispetto.
Mi ha trasmesso il senso del dovere e mi
ha fatto capire, probabilmente l’ho capito molto tempo dopo!, l’importanza
della cultura. A volte mi sentivo intimorita dalla sua immensa cultura ( per me
sapeva tutto!) e mi sembrava che non sarei mai riuscita ad arrivare al suo
livello. Ed infatti! Comunque, mi è sempre piaciuto studiare, andare a scuola e
sentivo molto forte il desiderio di non deluderlo! Non potrò mai dimenticare che
una volta, negli anni del Liceo, ho provato a citare Marx e lui, calmo, mi ha
detto ‘ma hai letto il Capitale’? sai di cosa stai parlando? ...no, non l’avevo letto! Una lezione di
vita: non si deve parlare senza sapere di cosa si stia veramente parlando!
La tavola rotonda su G.Foresta a Marineo |
Lui era cittadino del mondo e il mio
piacere di vivere esperienze diverse, di imparare lingue diverse e forse la mia
stessa passione per i documentari, credo di doverlo a lui.
Quando ho scelto di fare l’università
in Inghilterra non deve essere stato molto contento come padre perché andavo a
vivere fuori casa, ed io sono figlia unica, - allora non molti studenti lo
facevano. Oggi sarebbe stata un’altra
cosa perché tutti prima o poi vanno all’estero, seguono i corsi con il
programma Erasmus, trovano lavoro in altri paesi – allora no. Posso dire però, che quando mi veniva a trovare era
soddisfatto di quello che stavo facendo…e si divertiva molto a cucinarmi degli
ottimi pranzetti!
Era un ottimo cuoco e io adoravo (e ancora
adoro) la cucina siciliana, la pasta alla norma in particolare, ma anche le
sarde a beccafico, che lui diceva di aver
imparato a preparare dalla sua mamma e dalla zia Maria.
Era molto goloso e amava i dolci.
Quando gli scambi culturali tra i
paesi non erano prassi comune, papà è stato un grande sostenitore e promotore dei
rapporti tra le università dei paesi europei, avendo preso la direzione del
CIVIS , l’Ente del Ministero della Pubblica Istruzione che si occupava di
promuovere gli scambi tra gli studenti delle varie università - una specie di Erasmus degli anni 50’.
Gli studi del Foresta su Unamuno |
Amava la musica classica e aveva una
capacità straordinaria: suonava benissimo il pianoforte , senza avere mai preso
lezioni. La domenica mattina metteva
sempre un disco di musica classica. Gli piaceva molto la Pastorale di Beethoven
che diceva essere la nostra sinfonia, perchè ci chiamiamo Foresta! E grazie al
suo amore per i dolci, la domenica non mancavano mai le paste!
Ricordo una volta che, tornati a casa
dopo aver visto il Dottor Zivago al cinema, si è messo a suonare il tema del
film...per me era meravigliosa questa sua capacità di ascoltare un brano e
suonarlo al pianoforte senza spartito! Io che , invece, studiavo con la maestra
tedesca e non ottenevo certamente gli stessi risultati!
La sorella novantenne e la figlia del Foresta e il promotore dell'incontro |
Un ricordo molto bello che ho di lui è
quello di quando tornava a casa e si divertiva a fare giocare Sandy (il cane che avevamo quando ero piccola), con
una ciabatta, battendo le mani e mettendo della musica un po’ ritmata. Era
molto affezionato a Sandy e anche a Zami, il pechinese che abbiamo avuto successivamente
quando abitavamo in Grecia.
Quando ero piccola si vestiva da
Befana e ancora oggi mi sembra proprio di vederla. Se mi chiedono se la Befana
esiste, dico si!! Io l’ho vista da bambina!
A casa era piuttosto silenzioso perché
studiava e scriveva sempre, ma quando avevamo ospiti era molto socievole e
divertente. Tutti i miei amici se lo ricordano: una volta è venuto a casa un
mio compagno di classe che si chiamava Gaetano e lui quando si sono presentati,
ha detto ‘Sicut ego’ e da allora era stato soprannominato ‘sicut ego’ dai miei
amici. Anche nel giorno del mio
matrimonio tutti ricordano la sua voglia di chiaccherare e il piacere di
parlare con tutti.
Era molto ordinato e ci teneva ad
avere le scarpe sempre pulite,
possibilmente lucide! E mi ricordo che quando abitavamo in Perù,
lasciava sempre le scarpe fuori dalla camera da letto così la nostra Gudi gliele
faceva trovare lucidissime la mattina dopo! Era sempre elegante, tanto che quando
ero ragazza, il suo aspetto impeccabile mi sembra quasi eccessivo e mi piaceva
quando si metteva un maglione a collo alto
o una maglietta d’estate. Eppure oggi mi piace quando gli uomini si
vestono eleganti!
Quando sono tornata in Italia dopo 12
anni di permanenza in Inghilterra e ho cominciato a collaborare con la Rai e
poi mi sono sposata, penso abbia fatto un sospiro di sollievo! La sua unica
figlia era tornata a casa!
Voglio concludere questo breve tuffo
nella memoria con quello che credo sia il sentimento più profondo che provo per
mio papà: la riconoscenza per essere stato un uomo sincero, leale, onesto , con
profondi valori etici, qualità che oggi sembrano essere un po’ fuori moda…eppure
tanto importanti, ed essere riuscito a trasmetermeli con delicatezza e
dolcezza.
Mi ha fatto apprezzare l’importanza
della cultura rispetto ai beni materiali: mi diceva sempre di fare affidamento
sul valore dello studio perchè è qualcosa che nessuno ti può togliere: i soldi
li puoi perdere, la cultura no, sarà sempre la tua ricchezza.
Un ricordo di Olivella Foresta
https://cvc.cervantes.es/literatura/aispi/pdf/04/04_203.pdf
collegandovi avrete il commento della prof.Ruta su Gaetano Foresta inserito nel volume Pirandello e Unamuno.
Sono fortemente sorpreso dell’incontro sul Foresta. Io ho l’alibi per essere stato assente da Marineo per oltre trentanni e quindi posso essere parzialmente giustificato, ma i residenti che sconoscevano il prof Foresta non meritano scusanti. Forse i “docenti e letterati contemporanei indigeni” temono di essere oscurati e praticano la dannazione della memoria di chi potrebbe veramente oscurarli. Come avvenne con lo storico Giuseppe Calderone. Mi sorprendono questi figuri paragonabili a coloro “che parlano senza sapere di cosa”. Da un lato vantiamo un “tavolo” letterario prestigioso soprattutto nella poesia e lo stesso sito non si è ,mai accorto del Foresta , pur esaltando figure sconosciute di altrettante culture. L’invito lanciato che qualcuno ne costruisca una tesi lo sposiamo anche noi mettendo a disposizione una borsa di studio. Almeno recuperiamo …
RispondiElimina