martedì 3 ottobre 2017

GAETANO FORESTA COME PAPA'




Un'altra eccellenza marinese vista con gli occhi della figlia


“…negli anni del Liceo, ho provato a citare Marx e lui, calmo, mi ha detto ‘ma hai letto il Capitale’? sai di cosa stai parlando?  ...no, non l’avevo letto! Una lezione di vita: non si deve parlare senza sapere di cosa si stia veramente parlando!”


 Come prima cosa vorrei ringraziare tutti i presenti,  in particolare un grazie di cuore al Professor Spataro che  con affetto e tanto impegno ha organizzato questo momento così importante per ricordare papà. Ringrazio tutti anche a nome della mia mamma, di mio marito e dei miei figli che purtroppo non sono potuti essere presenti.
Papà è morto quando aspettavo Ludovico , il mio primo figlio.
Devo dire che quest’estate, pensando ai 100 anni che avrebbe compiuto, avevo cominciato a chiedere alla mamma, alla zia Maria ai cugini e a chi lo aveva conosciuto di aiutarmi a raccogliere qualche  ricordo per cercare di costruire un ritratto del nonno che potesse essere trasmesso ai miei figli. Ed è stato proprio, in quel periodo, lo scorso agosto che Ciro mi ha chiamato dicendomi che stava pensando di organizzare un momento per ricordare il mio papà a 100 anni dalla nascita. 
Ho cominciato così a pensare a lui, ogni giorno, raccogliendo i miei ricordi. Per me è stato un papà impegnativo e all’inizio mi sembrava che avessimo trascorso troppo poco tempo assieme! Sono nata in un momento della sua vita in cui era molto preso dal lavoro e dalla sua carriera, e comunque, in quegli anni, i padri erano meno presenti nella quotidianità dei figli . Poi i ricordi sono cominciati ad affiorare alla mente, e sono diventati tanti. Quando papà  c’era era decisamente un papà molto affettuoso. E’ stato un papà esigente dal punto di vista dello studio:  già quando avevo poco pià di 4 anni mi metteva seduta vicino a lui e con pazienza mi insegnava a riconoscere le lettere dell’alfabeto ed è così che ho cominciato a leggere molto presto. Mi ricordo ancora il libro verde che usava cone lettere, numeri e figure!. Devo dire che se è stato esigente con me, lo è sempre stato anche con se stesso, dandomi l’esempio. Passava molto tempo nel suo studio a scrivere e a leggere e io lo sentivo solo quando spostava la seggiola per alzarsi. Il suo studio, che ancora c’è, mi è sempre sembrato molto importante: un’ampia scrivania, un armadio grande dove teneva i volumi più preziosi, una seggiola che a me sembrava quella di una re! Erano mobili in stile spagnolo, un po’ scuri che incutevano rispetto.
Mi ha trasmesso il senso del dovere e mi ha fatto capire, probabilmente l’ho capito molto tempo dopo!, l’importanza della cultura. A volte mi sentivo intimorita dalla sua immensa cultura ( per me sapeva tutto!) e mi sembrava che non sarei mai riuscita ad arrivare al suo livello. Ed infatti! Comunque, mi è sempre piaciuto studiare, andare a scuola e sentivo molto forte il desiderio di non deluderlo! Non potrò mai dimenticare che una volta, negli anni del Liceo, ho provato a citare Marx e lui, calmo, mi ha detto ‘ma hai letto il Capitale’? sai di cosa stai parlando?  ...no, non l’avevo letto! Una lezione di vita: non si deve parlare senza sapere di cosa si stia veramente parlando!
La tavola rotonda su G.Foresta a Marineo
Era un uomo molto curioso e assetato di novità. Ha intrapreso una carriera che lo ha portato a lavorare all’estero prima in Spagna, poi in Perù e poi in Grecia e, noi con loro : io e mia mamma, che per seguirlo ha rinunciato a lavorare.  Oggi posso dire grazie papà ,perché mi ha aperto la mente al mondo., e ho fatto del suo viaggiare, parte di me.
Lui era cittadino del mondo e il mio piacere di vivere esperienze diverse, di imparare lingue diverse e forse la mia stessa passione per i documentari, credo di doverlo a lui.
Quando ho scelto di fare l’università in Inghilterra non deve essere stato molto contento come padre perché andavo a vivere fuori casa, ed io sono figlia unica, - allora non molti studenti lo facevano.  Oggi sarebbe stata un’altra cosa perché tutti prima o poi vanno all’estero, seguono i corsi con il programma Erasmus, trovano lavoro in altri paesi – allora no. Posso  dire però, che quando mi veniva a trovare era soddisfatto di quello che stavo facendo…e si divertiva molto a cucinarmi degli ottimi pranzetti!
Era un ottimo cuoco e io adoravo (e ancora adoro) la cucina siciliana, la pasta alla norma in particolare, ma anche le sarde a beccafico,  che lui diceva di aver imparato a preparare dalla sua mamma e dalla zia Maria.
Era molto goloso e amava i dolci.
Quando gli scambi culturali tra i paesi non erano prassi comune, papà è stato un grande sostenitore e promotore dei rapporti tra le università dei paesi europei, avendo preso la direzione del CIVIS , l’Ente del Ministero della Pubblica Istruzione che si occupava di promuovere gli scambi tra gli studenti delle varie università -  una specie di Erasmus degli anni 50’.
Gli studi del Foresta su Unamuno
Ed è proprio al Civis che ha conosciuto mia mamma ( originaria del Veneto)  che dice sempre di essersi innamorata della profonda cultura di papà. Lui stesso è stato un esempio di questi scambi: aveva vinto una  borsa di studio per andare a studiare a Siviglia, e li aveva stretto amicizia con uno studente svedese, Runè. Alla fine del periodo sivigliano papà era andato per un periodo in Svezia e Runè era venuto in Sicilia. E la loro amicizia è durata per sempre. La mamma racconta sempre quando, ormai adulti,  sposati e con figli , si sono ritrovati a Roma,  e a fine serata si sono messi a cantare le canzoni che cantavano a Siviglia, come se il tempo non fosse mai passato. Ricordo che parlava spesso dell’importanza di trovare punti di contatto tra i popoli attraverso la cultura piuttosto che enfatizzare le differenze!
Amava la musica classica e aveva una capacità straordinaria: suonava benissimo il pianoforte , senza avere mai preso lezioni. La domenica mattina  metteva sempre un disco di musica classica. Gli piaceva molto la Pastorale di Beethoven che diceva essere la nostra sinfonia, perchè ci chiamiamo Foresta! E grazie al suo amore per i dolci, la domenica non mancavano mai le paste!
Ricordo una volta che, tornati a casa dopo aver visto il Dottor Zivago al cinema, si è messo a suonare il tema del film...per me era meravigliosa questa sua capacità di ascoltare un brano e suonarlo al pianoforte senza spartito! Io che , invece, studiavo con la maestra tedesca e non ottenevo certamente gli stessi risultati!
La sorella novantenne e la figlia del Foresta e il promotore dell'incontro
La notte di Natale ci portava, (la mamma, mia nonna materna e me) a sentire i Canti Gregoriani nella Chiesa dell’Ara Coeli, - questo naturalmente  quando eravamo a Roma. Momenti che ricordo sempre con emozione e credo mi abbiano aiutato ad apprezzare il valore e il senso della spiritualità.  
Un ricordo molto bello che ho di lui è quello di quando tornava a casa e si divertiva a fare giocare Sandy  (il cane che avevamo quando ero piccola), con una ciabatta, battendo le mani e mettendo della musica un po’ ritmata. Era molto affezionato a Sandy e anche a Zami, il pechinese che abbiamo avuto successivamente quando abitavamo in Grecia.
Quando ero piccola si vestiva da Befana e ancora oggi mi sembra proprio di vederla. Se mi chiedono se la Befana esiste, dico si!! Io l’ho vista da bambina!
A casa era piuttosto silenzioso perché studiava e scriveva sempre, ma quando avevamo ospiti era molto socievole e divertente. Tutti i miei amici se lo ricordano: una volta è venuto a casa un mio compagno di classe che si chiamava Gaetano e lui quando si sono presentati, ha detto ‘Sicut ego’ e da allora era stato soprannominato ‘sicut ego’ dai miei amici.  Anche nel giorno del mio matrimonio tutti ricordano la sua voglia di chiaccherare e il piacere di parlare con tutti.
Era molto ordinato e ci teneva ad avere le scarpe sempre pulite,  possibilmente lucide! E mi ricordo che quando abitavamo in Perù, lasciava sempre le scarpe fuori dalla camera da letto così la nostra Gudi gliele faceva trovare lucidissime la mattina dopo! Era sempre elegante, tanto che quando ero ragazza, il suo aspetto impeccabile mi sembra quasi eccessivo e mi piaceva quando si metteva un maglione a collo alto  o una maglietta d’estate. Eppure oggi mi piace quando gli uomini si vestono eleganti!
Quando sono tornata in Italia dopo 12 anni di permanenza in Inghilterra e ho cominciato a collaborare con la Rai e poi mi sono sposata, penso abbia fatto un sospiro di sollievo! La sua unica figlia era tornata a casa!
Voglio concludere questo breve tuffo nella memoria con quello che credo sia il sentimento più profondo che provo per mio papà: la riconoscenza per essere stato un uomo sincero, leale, onesto , con profondi valori etici, qualità che oggi sembrano essere un po’ fuori moda…eppure tanto importanti, ed essere riuscito a trasmetermeli con delicatezza e dolcezza.
Mi ha fatto apprezzare l’importanza della cultura rispetto ai beni materiali: mi diceva sempre di fare affidamento sul valore dello studio perchè è qualcosa che nessuno ti può togliere: i soldi li puoi perdere, la cultura no, sarà sempre la tua ricchezza.

Un ricordo di Olivella Foresta

https://cvc.cervantes.es/literatura/aispi/pdf/04/04_203.pdf

collegandovi  avrete il commento della prof.Ruta su Gaetano Foresta inserito nel volume Pirandello e Unamuno.

1 commento:

  1. Sono fortemente sorpreso dell’incontro sul Foresta. Io ho l’alibi per essere stato assente da Marineo per oltre trentanni e quindi posso essere parzialmente giustificato, ma i residenti che sconoscevano il prof Foresta non meritano scusanti. Forse i “docenti e letterati contemporanei indigeni” temono di essere oscurati e praticano la dannazione della memoria di chi potrebbe veramente oscurarli. Come avvenne con lo storico Giuseppe Calderone. Mi sorprendono questi figuri paragonabili a coloro “che parlano senza sapere di cosa”. Da un lato vantiamo un “tavolo” letterario prestigioso soprattutto nella poesia e lo stesso sito non si è ,mai accorto del Foresta , pur esaltando figure sconosciute di altrettante culture. L’invito lanciato che qualcuno ne costruisca una tesi lo sposiamo anche noi mettendo a disposizione una borsa di studio. Almeno recuperiamo …

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