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“Signori, disse il meschino, “vorrei precisare alcuni punti affinché
nessuno possa dire dopo “non lo sapevo!” . Il primo punto sia chiaro, è che bisogna siate certi che si morirà
sicuramente in battaglia per la salvezza della Grecia e dei suoi figli e non permettere che il nemico prenda signoria. Il secondo punto si sappia
che non ci sarà premio alcuno per il vincitore se non da Dio che vi concederà
la fama. Ed eccovi il terzo punto. Fate come la volpe il lupo e il cane che fin
che hanno vita sempre mordono e aggrediscono per non essere a loro volta
aggrediti. Quindi uccidete il vostro nemico prima che lui uccida voi. Fate
come Teocle e Police di Tebe o come fece Marco Vesio Sceva che uccise chi
gli domanda grazia (1). Avete tutta la
notte per riflettere e se non ve la sentite non presentatevi domani nella mia
compagnia d’arme. Il giorno dopo se ne
presentarono solo 100. Il meschino ripete loro il giuramento da fare e le
predette condizioni descritte il giorno prima, rimandando tutti al giorno dopo.
Il terzo giorno se ne presentarono solo 60 a cui il meschino ripete lo stesso
discorso. Al che chiese di parlare Costanzo duca dell’Arcipelago e disse:
Capitano ! Io sono venuto qui per liberare tutta la Grecia e essere secondo solo a Voi ! Subito dopo intervenne Archesilao e Amansonne
da Tebe. Poi diede ordine ad Alesandro e Costanzo e
agli altri capi schiera di eliminarne dieci in modo da raggiungere la cifra
necessaria. Quindi comunicarono all’Imperatore la cosa e ascoltata la messa si
inviarono Costanzo e Archislao in
ambasceria ai turki al loro campo. Cosi infine risultò il numero prestabilito.
Il primo fu solo il Meschino e poi Alessandro con i suoi 25 di Costantinopoli
risultando cosi quasi la metà dello schieramento. Con Costanzo risultarono ben
otto bene armati, Archislao e Amanzon
suo fratello furono in sei, d’Anternopoli quattro, da Salonicco 1, d’Anfipoli
due, di Tessaglia altri due,da Patrasso un solo franco cavaliere. Passati in
rassegna questi cinquanta si abbracciarono giurando di morire senza mai
arretrare davanti al nemico. Si
presentarono quindi all’imperatore affinchè mandasse ambasciatori ai turki. Si
scelse per questo incarico Clostanzo dell’Arcipelago e Archislavo di Stiva.
Ottenuto il salvacondotto andarono in ambasceria al re Astilladoro.
1)Teocle e Polinice figli dell’incesto compiuto
da Edipo. Leggi I sette contro tebe di Eschilo. Marco Vesio Sceva , centurione
romano sotto Cesare riportò in Britannia oltre 120 ferite e si scusò con Cesare
per aver perso lo scudo in battaglia. Leggi Valerio Massimo
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