sabato 28 ottobre 2017

CARAVAGGIO 3

Di Silvano Vinceti

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Le 7 ipotesi sul decesso di Michelagelo Merisi da Caravaggio.
Prima ipotesi: la febbre
Sbarcato a Porto Ercole il 15 luglio 1610, Michelangelo Merisi sarebbe morto, tre giorni dopo, fulminato, probabilmente, dalla malaria.
Tre sono i biografi che ci parlano di una febbre maligna, presumibilmente malaria, considerando un precedente ricovero e le frequenti febbri.
Racconta Giulio Mancini, per giunta medico, che negli anni romani aveva conosciuto personalmente il Caravaggio: “Partitosi con speranza di rimettersi, viene a Portercole dove, soprapreso da febbre maligna, in colmo di sua gloria, che era d’età di 35 in 40 anni, morse di stento e senza cura et in un luogo ivi vicino fu seppellito” (Considerazioni sulla pittura, 1619-20 ca). “Ultimamente arrivato in un luogo della spiaggia misesi in letto con febbre maligna; e senza aiuto umano tra pochi giorni morì malamente, come appunto male havea vissuto”, ribadisce con una punta di veleno Giovanni Baglione (Le vite de’ pittori, scultori et architetti, 1642), ricostruzione ripresa da Giovan Pietro Bellori quando ricorda che “agitato miseramente da affanno e da cordoglio, scorrendo il lido al più caldo del sole estivo, giunto a Porto Ercole, si abbandonò, e sorpreso da febbre maligna, morì in pochi giorni, circa gli anni quaranta di sua vita…” (Le Vite de’ Pittori, Scultori et Architetti moderni, 1672)
            Seconda ipotesi: lo sbarco a Civitavecchia e l’omicidio A differenza di quanto sostenuto per secoli Caravaggio non sarebbe sbarcato a Porto Ercole ma a Civitavecchia, porto di Roma nello Stato Pontificio (l’approdo a Civitavecchia è stato riportato dal Mancini nella prima versione della biografia che scrisse su Caravaggio). Egli presumeva che sarebbe stato arrestato solo per un breve periodo, in quanto il decreto di grazia, già firmato, doveva essere reso pubblico da un giorno all’altro. Il pittore, braccato da misteriosi sicari (l’ipotesi dei sicari è stata ventilata sia da Vincenzo Pacelli che da Peter Robb), sente di poter essere al sicuro solo dietro le mura di una prigione. Calcolo errato. I suoi carnefici riescono ad ucciderlo lo stesso, forse nella prigione oppure dopo la scarcerazione. L’assassinio di Stato, ipotesi sostenuta dal Pacelli, docente di Storia dell’arte presso l’Università Federico II di Napoli, vede nei Cavalieri di Malta, con la connivenza della Curia Romana, i mandanti dell’omicidio del grande pittore Lombardo.  
          
  Terza ipotesi: il suicidio (Dominique Fernandez) La tesi sostenuta da uno scrittore francese ne “La corsa all’abisso” è che Caravaggio, allo stremo delle forze, si fa uccidere dal suo amico/amante Mario Minniti, sulla spiaggia di Porto Ercole. All’omicidio/suicidio assiste un marinaio che ha aiutato i due ad arrivare in Toscana. Quest’ultimo fuggirà poi con le “robbe” del pittore.
Quarta ipotesi: morte a Porto Ercole (ipotesi indicata nelle biografie di Giulio Mancini e Giovan Pietro Bellori) Il Caravaggio, nell’ultimo viaggio della sua vita, da Napoli navigava segretamente diretto a Palo, in territorio pontificio, a 40 chilometri da Roma, per essere ospitato nel feudo degli Orsini; un nascondiglio sicuro, ma da clandestino in attesa del condono dal bando capitale per l’uccisione, avvenuta quattro anni prima, di Ranuccio Tommasoni. Per la segretezza dell’evento, il Merisi giungeva in quei lidi probabilmente di notte, in ore pertanto sospette, e veniva fermato ed arrestato mentre sbarcava. Il capitano della feluca che lo aveva traghettato e che aveva a bordo altri passeggeri diretti a Porto Ercole, per non incorrere in coinvolgimenti giudiziari, frettolosamente proseguiva il viaggio senza scaricare il bagaglio dell’artista. Successivamente il Merisi, cercando di raggiungere le sue “robbe”, arrivava a Porto Ercole e lì, allo stremo delle forze, moriva.
            Quinta ipotesi: la brucellosi (Fabio Scaletti in “Caravaggio e la maledizione di Malta”)        Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (1571-1610) potrebbe essere morto per le conseguenze di un’infezione batterica a trasmissione alimentare: la brucellosi.” La malattia si contrae tramite l’ ingestione di latte e latticini derivati da bovini infetti.   
            Sesta ipotesi: ucciso dagli spagnoli (Maurizio Calvesi) “…E il dipinto eseguito per i Doria (Il martirio di Sant’Orsola) contiene anch’esso un messaggio, con l’autoritratto quasi innestato sullo stesso corpo della Santa trafitta, mentre il re unno diviene di fatto un arciere della guarnigione spagnola del 1610.  Non solo Orsola è presa nel mezzo tra l’arciere e il gendarme sulla destra, ma anche il pittore. Tutto ciò sembra confermare che in quei mesi M. da Caravaggio fu nelle mani degli spagnoli……”. “Se la nostra ipotesi è giusta, egli muore praticamente nelle loro mani, e probabilmente per i postumi delle gravi ferite riportate nell’ottobre 1609, al momento della cattura, che dovevano aver stremato il suo fisico già messo a prova”. La condanna a morte era stata, praticamente, eseguita. (Crf. Maurizio Calvesi: “Le realtà del Caravaggio”).
            Settima ipotesi: febbre tifoide (M. Marini) Michelangelo fugge da Napoli già con i postumi delle ferite riportate. Sbarca a Procida, dove vengono caricati l’acqua e i portercolesi, e riesce ad ottenere un passaggio per approdare a Palo, allora feudo degli Orsini, dove la sorveglianza è sicuramente meno forte rispetto a Civitavecchia. Lì, dove giunge con poche credenziali in quanto risulta latitante, viene messo in stato di ferma (mentre la barca riparte con le tele che giungeranno a Napoli prima della sua morte e dell’annuncio della grazia papale). Dopo pochi giorni lo rilasciano, gravemente malato. Quel viaggio per mare lo avrebbe infettato di febbre tifoide (salmonellosi): il Caravaggio probabilmente aveva mangiato qualche cibo contaminato da materiale fecale di soggetti portatori. Arriva a Porto Ercole di domenica: “Talmente malconcio – spiega Marini – da venir ricoverato nel reparto femminile, nella piccola infermeria di S. Maria Ausiliatrice, che assicurava le cure, la sepoltura temporanea nel cimitero di S. Sebastiano.
Continua 3
Rivisitate le principali ipotesi, al fine di dare un panorama completo riteniamo utile per il lettore inserire anche alcune altre congetture poggianti su deboli e gracili tesi

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