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Le 7 ipotesi sul decesso
di Michelagelo Merisi da Caravaggio.
Sbarcato a Porto Ercole il 15 luglio 1610, Michelangelo Merisi sarebbe
morto, tre giorni dopo, fulminato, probabilmente, dalla malaria.
Tre sono i biografi che ci parlano di una febbre maligna,
presumibilmente malaria, considerando un precedente ricovero e le frequenti
febbri.
Racconta Giulio Mancini, per giunta medico, che negli anni romani aveva
conosciuto personalmente il Caravaggio: “Partitosi con speranza di rimettersi,
viene a Portercole dove, soprapreso da febbre maligna, in colmo di sua gloria,
che era d’età di 35 in
40 anni, morse di stento e senza cura et in un luogo ivi vicino fu seppellito”
(Considerazioni sulla pittura, 1619-20 ca). “Ultimamente arrivato in un luogo
della spiaggia misesi in letto con febbre maligna; e senza aiuto umano tra pochi
giorni morì malamente, come appunto male havea vissuto”, ribadisce con una
punta di veleno Giovanni Baglione (Le vite de’ pittori, scultori et architetti,
1642), ricostruzione ripresa da Giovan Pietro Bellori quando ricorda che
“agitato miseramente da affanno e da cordoglio, scorrendo il lido al più caldo
del sole estivo, giunto a Porto Ercole, si abbandonò, e sorpreso da febbre
maligna, morì in pochi giorni, circa gli anni quaranta di sua vita…” (Le Vite
de’ Pittori, Scultori et Architetti moderni, 1672)
Seconda ipotesi: lo sbarco a Civitavecchia e l’omicidio
A differenza di quanto sostenuto per secoli Caravaggio non sarebbe sbarcato a
Porto Ercole ma a Civitavecchia, porto di Roma nello Stato Pontificio
(l’approdo a Civitavecchia è stato riportato dal Mancini nella prima versione
della biografia che scrisse su Caravaggio). Egli presumeva che sarebbe stato
arrestato solo per un breve periodo, in quanto il decreto di grazia, già
firmato, doveva essere reso pubblico da un giorno all’altro. Il pittore,
braccato da misteriosi sicari (l’ipotesi dei sicari è stata ventilata sia da
Vincenzo Pacelli che da Peter Robb), sente di poter essere al sicuro solo
dietro le mura di una prigione. Calcolo errato. I suoi carnefici riescono ad
ucciderlo lo stesso, forse nella prigione oppure dopo la scarcerazione. L’assassinio
di Stato, ipotesi sostenuta dal Pacelli, docente di Storia dell’arte presso
l’Università Federico II di Napoli, vede nei Cavalieri di Malta, con la
connivenza della Curia Romana, i mandanti dell’omicidio del grande pittore
Lombardo.
Terza ipotesi: il suicidio (Dominique Fernandez) La tesi sostenuta da uno scrittore francese ne “La corsa all’abisso” è che Caravaggio, allo stremo delle forze, si fa uccidere dal suo amico/amante Mario Minniti, sulla spiaggia di Porto Ercole. All’omicidio/suicidio assiste un marinaio che ha aiutato i due ad arrivare in Toscana. Quest’ultimo fuggirà poi con le “robbe” del pittore.
Quarta ipotesi: morte a Porto Ercole (ipotesi indicata
nelle biografie di Giulio Mancini e Giovan Pietro Bellori) Il Caravaggio,
nell’ultimo viaggio della sua vita, da Napoli navigava segretamente diretto a
Palo, in territorio pontificio, a 40 chilometri da Roma, per essere ospitato nel
feudo degli Orsini; un nascondiglio sicuro, ma da clandestino in attesa del
condono dal bando capitale per l’uccisione, avvenuta quattro anni prima, di
Ranuccio Tommasoni. Per la segretezza dell’evento, il Merisi giungeva in quei lidi
probabilmente di notte, in ore pertanto sospette, e veniva fermato ed arrestato
mentre sbarcava. Il capitano della feluca che lo aveva traghettato e che aveva
a bordo altri passeggeri diretti a Porto Ercole, per non incorrere in
coinvolgimenti giudiziari, frettolosamente proseguiva il viaggio senza
scaricare il bagaglio dell’artista. Successivamente il Merisi, cercando di
raggiungere le sue “robbe”, arrivava a Porto Ercole e lì, allo stremo delle
forze, moriva.
Quinta
ipotesi: la brucellosi
(Fabio Scaletti in “Caravaggio e la maledizione di Malta”) “Michelangelo Merisi
detto il Caravaggio (1571-1610) potrebbe essere morto per le conseguenze di
un’infezione batterica a trasmissione alimentare: la brucellosi.” La malattia
si contrae tramite l’ ingestione di latte e latticini derivati da bovini
infetti.
Sesta ipotesi: ucciso dagli spagnoli
(Maurizio Calvesi) “…E il dipinto eseguito per i Doria (Il martirio di
Sant’Orsola) contiene anch’esso un messaggio, con l’autoritratto quasi
innestato sullo stesso corpo della Santa trafitta, mentre il re unno diviene di fatto un arciere della
guarnigione spagnola del 1610. Non
solo Orsola è presa nel mezzo tra l’arciere e il gendarme sulla destra, ma
anche il pittore. Tutto ciò sembra confermare che in quei mesi M. da Caravaggio
fu nelle mani degli spagnoli……”. “Se la nostra ipotesi è giusta, egli muore
praticamente nelle loro mani, e probabilmente per i postumi delle gravi ferite
riportate nell’ottobre 1609, al momento della cattura, che dovevano aver stremato
il suo fisico già messo a prova”. La condanna a morte era stata, praticamente,
eseguita. (Crf. Maurizio Calvesi: “Le realtà del Caravaggio”).
Settima ipotesi: febbre
tifoide (M. Marini) Michelangelo fugge da Napoli già con i postumi delle ferite
riportate. Sbarca a Procida, dove vengono caricati l’acqua e i portercolesi, e
riesce ad ottenere un passaggio per approdare a Palo, allora feudo degli
Orsini, dove la sorveglianza è sicuramente meno forte rispetto a Civitavecchia.
Lì, dove giunge con poche credenziali in quanto risulta latitante, viene messo
in stato di ferma (mentre la barca riparte con le tele che giungeranno a Napoli
prima della sua morte e dell’annuncio della grazia papale). Dopo pochi giorni
lo rilasciano, gravemente malato. Quel viaggio per mare lo avrebbe infettato di
febbre tifoide (salmonellosi): il Caravaggio probabilmente aveva mangiato
qualche cibo contaminato da materiale fecale di soggetti portatori. Arriva a
Porto Ercole di domenica: “Talmente malconcio – spiega Marini – da venir
ricoverato nel reparto femminile, nella piccola infermeria di S. Maria
Ausiliatrice, che assicurava le cure, la sepoltura temporanea nel cimitero di
S. Sebastiano.
Continua 3
Rivisitate
le principali ipotesi, al fine di dare un panorama completo riteniamo utile per
il lettore inserire anche alcune altre congetture poggianti su deboli e gracili
tesi
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