ACQUAVERDE 22
La storia che volevo raccontarti
DI SALVATORE GIUSEPPE POMARA
ILRACCONTO DELLA DOMENICA
Un gettone di quindici centesimi e
potevi scorrazzare un’intera giornata nell’underground newyorkese. Non una ma tante volte, Pepo vagò da un punto
all’altro di quel mondo sotterraneo per certi aspetti affascinante, dove si
trovavano negozi, ristoranti, caffetterie, pizzerie, per non parlare delle
migliaia di macchinette, che al prezzo di pochi centesimi di dollaro
sputavano bibite, cioccolati, popcorn, noccioline, trecce di pane
abbrustolito e altre cose ancora. Una
settimana fu sufficiente per impadronirsi dei tracciati ferroviari e
spostarsi agevolmente da un punto all’altro della città e dei sobborghi. I
treni non eleganti ma funzionali scivolavano veloci sui binari, dentro un
dedalo di gallerie che perforavano in lungo e in largo il sottosuolo e
consentivano a milioni di pendolari di Manhattan, di Brooklyn, del Bronx, di
Queens e degli altri sobborghi di raggiungere celermente il posto di lavoro.
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With a token of fifteen cents, you could
run around all day in the underground of New York. And, not once but many
times, Pepo wandered from one point of that fascinating underground world to
another, where there were shops, restaurants, cafes, pizzerias … not to mention thousands of machines which,
at just a few cents, spat out soft drinks, chocolates, popcorn, peanuts,
braids of toasted bread, and many other things. A week was sufficient for him
to seize the railway tracks and move easily from one point of the city and
suburbs to another. Trains were not elegant then, but they were functional;
they glided fast on the rails, through a labyrinth of tunnels that cut across
the ground in all directions, and allowed millions of commuters from
Manhattan, Brooklyn, the Bronx, Queens, and other suburbs to reach their
workplace quickly.
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