domenica 31 gennaio 2016

INCONTRO CON LA SIGNORA WEISSOVÁ-HOŠKOVÁ 2016



 NEL NOSTRO TEMPO è DIFFICILE IMMAGINARE UN LAGHER PER BAMBINI !
   Conoscevo molto della vita di questa “bambina di Terezín” e ho visto tanti suoi disegni quando è venuta l’ultima volta in Italia con il suo libro “Disegna ciò che vedi”.  Ieri ho sentito di nuovo il suo pacato racconto e mi hanno colpito alcune cose: la prima era quando la sua famiglia si riuniva per capire in quale Paese potrebbero scappare per salvarsi e alla fine hanno dovuto rimanere a Praga perché ogni paese aveva le sue “quote”  e poi bisognava pagare per entrare in un Paese straniero da Ebreo e loro non avevano quei soldi. La signora Helga Weissová-Hošková disse testualmente: “la storia si ripete, anche oggi ci sono le persone che devono scappare e anche oggi si parla di quote”.
   La seconda cosa evocava l’atmosfera di Terezín, questa “città per gli Ebrei” che era solo la prima tappa del loro calvario, ancora senza le camere a gas. Ma le condizioni di vita erano pessime tanto che si è diffusa presto l’epidemia di tifo. In queste condizioni le persone si promettevano: “non cessiamo di essere uomini e donne” e uno dei modi che li teneva su di morale era proprio la cultura. Nasceva lì spontaneamente: chi sapeva cantare cantava, chi recitare recitava. All’inizio i guardiani proibivano questi incoraggiamenti ma poi non se ne sono occupati. Gli adulti insegnavano ai bambini anche se rischiavano così la loro vita dicendo che quello che sai e che hai dentro non ti possono prendere.
   Molto triste era anche il racconto dell’arrivo degli Ebrei tedeschi a Terezín . Erano le persone anziane alle quali è stato detto che Terezín era una villeggiatura e per andarci dovevano pagare per assicurarsi il trattamento migliore degli altri.  Una volta arrivati si sono trovati nei stanzoni con i letti a castello a tre piani e protestavano chiedendo le condizioni migliori promesse, dicendo:  “se lo sapesse il nostro duce…” Nessuno di loro è sopravvissuto.
   E’ ben noto che Hitler ha usato il campo di concentramento di Terezín per fare la sua propaganda. Per girare un film, alcune parti del campo venivano abbellite e le persone dichiaravano davanti alla cinepresa  come ci si stava bene. Questa parte del campo di concentramento veniva mostrata anche quando è arrivata la Commissione della Croce Rossa per controllare le condizioni di vita degli Ebrei. Terezín doveva apparire una città normale ma oltre i prescelti nessuno poteva incontrare i membri della commissione.
   La “discesa negli inferi”, come è stato definito ciò che hanno passato gli Ebei nei campi di concentramento, doveva per Helga ancora cominciare. Per poco tempo è stata deportata ad Auschwitz per poi andare felicemente con la mamma in un campo di lavoro poiché ha dichiarato di avere 18 anni anche se ne aveva 15. Quando la guerra stava finendo i tedeschi li portarono dalla Polonia in Austria a Mauthausen ma il viaggio durò 16 giorni e questo è stata la loro salvezza perché l’indomani del loro arrivo ad un nuovo campo sono stati liberati dagli americani.
   Neanche il ritorno a Praga è stato facile. Qualche anno dopo la guerra inizia un'altra ideologia che ha creato un’altra dittatura con altri campi di concentramento.
   La signora Tea Camporesi ha parlato a questo proposito della Foresta dei Giusti. Rappresentando l’associazione Gariwo  parlava di molti genocidi, non solo quello nei confronti degli Ebrei e delle persone che non sono indifferenti e hanno coraggio di ribellarsi anche se rischiano la vita.   Il numero dei giusti è cresciuto, il male nel mondo c’è ancora.
   Milano, 29.01.2016                                                          Růžena Růžičková

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