martedì 11 gennaio 2011

BASTA MALEFATTE VOGLIAMO COSE BEN FATTE !

Presepe vivente: apprezzabile il lavoro degli organizzatori,
miglioriamo la prossima edizione con un percorso più sicuro
Ci sono in questi giorni una serie di avvenimenti confusi che lasciano perplessi. Alcuni vengono spacciati per “nuove attività produttive” altri come attrazioni per un turismo ipotizzabile. Qualsiasi giornale, a scorrerlo, è pieno di sagre di buccellati, cannoli, pane e salsiccia, presepi e infiorate a decine. E’ facile il “copia-incolla” in cui il nostro paese si sta distinguendo. Sarebbe opportuno invece che chi ha a cuore i progetti per il paese eviti di copiare per iniziare a crescere e a creare.Il presepe vivente ha appena concluso la sua quinta edizione. Molto migliorata, sia in qualità che in organizzazione, dimostra che il tema religioso tira e attira. Si sono rivissute le Giornate di San Ciro e dell’Infiorata. Tutti in strada. Bisogna però non esagerare con gesti che sanno di melassa. La voce recitante era da “seminarista” irritante. Descriveva la madonna come una minorenne quindicenne… Questo allestimento è andato bene per cinque anni, ma oggi per il numero crescente di visitatori non è più adatto. Ci vogliono i giusti costumi e un percorso più sicuro. E’ stato un errore dispensare vino all’uscita in una strettoia che è stata una delle cause della lunga coda. Un imbuto odioso e pericoloso, che tra l’altro finiva a ridosso dell’ambulanza peraltro posteggiata in senso contrario e inutilizzabile in caso di urgenza. Le biglietterie, è risaputo, vanno messe lontano dall’ingresso e in più punti altrimenti si creano ingorghi e confusione. Un ingresso solo si può fare solo creando un lungo serpentone a zig-zag come si fa oggi negli aeroporti: tutti in fila e la fila scorre meglio. Sconsigliabile su questo percorso le carrozzine. I papà più avveduti hanno portato i bambini in braccio. Molte “stanze” non potevano essere visitate.Tutto il percorso di visita deve essere fatto in transito e non a fisarmonica, che crea un rallentamento fastidioso. La sala di Erode in pratica è stata visitata solo dai bambini arrampicatori: quattro gradini insuperabili che hanno lasciato le odalische sconsolate e disperate. Per il futuro occorre una migliore regia. Gli interpreti sembravano delle belle statuine rischiando di annullare il significato di presepe vivente. E’ utile un modesto intervento di un urbanista per disegnare meglio il percorso e renderlo più scorrevole senza gli intralci (ingresso, offerta del vino, Natività, uscita). Il percorso va allungato con scene più distanti tra loro per un maggiore gradimento e sicurezza dei visitatori. Il sistema posteggio è andato abbastanza bene grazie al filtro all’arrivo e alla navetta che ha riscosso apprezzamenti. Bisogna investire nei costumi anche se i costumi erano abiti ancora alla moda. Troppi sigari in bocca, troppi fazzoletti rossi. Quando mai nei paesi le donne andavano alla taverna a ballare con gli uomini? Più sacchi neri lungo il percorso eviterebbero lo sporco in un paese che si sta costruendo un’immagine “pulita”. In complesso un giudizio positivo ed un invito agli organizzatori a fare le correzioni in base alla loro esperienza e a qualche suggerimento. Non cerchino consensi forzati: quello che hanno fatto non è facile da realizzare e loro ci sono riusciti. Ora mettano in cassaforte questo risultato e inizino da subito a lavorare per la sesta edizione del presepe vivente prima che qualcuno trasferisca tutti i visitatori (anziani in questo caso) a Custonaci come si stava facendo con un pullman allestito dal comune.
Onofrio Sanicola
P.S.Ci sono stati quest’anno appena scorso, tre quattro episodi che dir miracolosi è riduttivo. Vedere Achille che si portava a spasso suo figlio in carrozzina o vedere quel papà che si gode suo figlio investito da un anonimo (sempre gli anonimi!) o sentire parlare e iniziare a camminare quel giovane scampato a un posto sicuro in cielo ecco questo è stato il mio presepe vivente ! Il tutto accompagnato da una piccola band che regalava a tutti jazz e folk come se annunziasse che i miracoli esistono.

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