giovedì 27 gennaio 2011

IL RELATIVISMO NON PUò PASSARE NELLA CRUNA DELL'AGO


Ci si può porre subito un primo interrogativo riguardo all’insegnamento di “teologia”che Mancuso svolge nell’ambito della facoltà di filosofia dell’università Vita e Salute: quanto è rimasto di teologico ? A parte la considerazione che nell’ordinamento universitario italiano non esiste una laurea in teologia, ma, appunto, in filosofia, in effetti la sua è una posizione filosofica , se vogliamo usare con generosita' questo termine, che pretende di modificare la visione cristiana (per esempio sul peccato originale) sulla base delle nuove conoscenze scientifiche (l'energia cosmica che viene quasi trasformata in principio metafisico). Ciascuno e' libero di argomentare come crede, ma se si parla di teologo (che insegna filosofia) cattolico bisognerebbe spiegare che cosa e' rimasto di teologico e sopratutto di cattolico nel suo pensiero. Quanto alle altre argomentazioni, l'estensore di quelle confuse note dovrebbe spiegare se le sue tesi mirano ad aggiornare il cristianesimo o semplicemente a negarlo. Noi propendiamo per la seconda ipotesi e pensiamo che l'autrice dovrebbe avere l'onesta' intellettuale di riconoscerlo: altrimenti sorge forte il dubbio "che qualcosa ci sia stato nascosto perche' taciuto" delle sue posizioni. In realta' le questioni messe in discussione non separano i cattolici "ratzingeriani" dagli altri cristiani ma semplicemente chi e' cristiano (cattolico, ortodosso, o protestante) da chi non lo e'. Per ogni confessione cristiana Gesu' Cristo e' il figlio di Dio incarnato, crocifisso, morto e risorto, redentore del genere umano. Questa e' la fede cristiana basata sulla testimonianza degli apostoli e sulla loro esperienza di Cristo risorto e riportata negli scritti del nuovo testamento. Non c'e' studio sul Gesu' storico che sia stato in grado di minare questi elementi fondamentali dell'esperienza cristiana. Ne' diranno in questo senso qualcosa di nuovo le rimasticature ottocentesche di un Augias le cui argomentazioni di fondo si basano su un pregiudizio razionalistico per cui ogni esperienza del soprannaturale non puo' che essere frutto di una ingenua visione magica se non di una voluta manipolazione. Come dire che i miracoli, anche se ci sono non possono esistere: se la mia "ragione" decide che e' cosi' non puo' che essere cosi' e se la realta' non si adegua tanto peggio per la realta'.
Quanto alla questione dei manoscritti, anche qui la realta' e' ben diversa: non esiste corpus di manoscritti che ci sia arrivato dall'antichita' cosi' vicino per distanza temporale rispetto agli eventi narrati e cosi' concordante nelle diverse fonti. Se si applicasse lo stesso criterio qualunque notizia sulla storia antica sarebbe priva di ogni attendibilita'. Per l’episodio del cammello o della gomena da far attraversare la cruna dell’ago ci sembra oltremodo ridicolo perché non sposta di un millimetro il significato. In conclusione, una miscellanea capace di confermare ancora una volta quanto il relativismo odierno conduca non solo all'indebolimento della ragione, ma anche, come direbbe quel grande scrittore che e' stato Chesterton, alla perdita del più' elementare buon senso.
P.M.

1 commento: