Il paese che premia la nostra gente
Un magnifico borgo in provincia di Arezzo, Pieve Santo Stefano, custodisce dal 1984, attraverso la Fondazione Archivio Diaristico Nazionale, i ricordi personali della gente comune. Pagine di vita vissuta, molte in tema di emigrazione, altrimenti destinate a scomparire. Chiunque possieda uno scritto inedito, diari, lettere, memorie può spedirli all’Archivio scegliendo di depositarli oppure farli concorrere all’annuale Premio Pieve-Banca Toscana. Nel 1990 il premio è stato vinto da La spartenza di Tommaso Bordonaro, un contadino di Bolognetta. Curato dallo studioso Santo Lombino, l’anno successivo il manoscritto viene dato alla stampa da Einaudi. Nella casa natale di Bordonaro nel 2009, in occasione del centenario, è stata posta una targa ricordo in marmo rosso.Nel 2000 è la volta di Terra matta di Vincenzo Rabito, anche questo pubblicato da Einaudi, scritto da un bracciante di Chiaramonte Gulfi nel Ragusano che, con una stesura sgrammaticata ma di grande efficacia, ha narrato la storia della sua vita in lotta con la miseria, passata attraverso le trincee della Prima guerra mondiale, le bombe della seconda, il ventennio fascista, fino all’improvviso benessere del boom economico. Il premio speciale Giuseppe Bartolomei sempre nell’ambito del “Premio Pieve-Banca Toscana” è stato assegnato nel 2007, “per la particolare rilevanza del contenuto”, al manoscritto Partimmo come tante pecore sbalordite di Sabatino Basso che ha raccontato un travagliato viaggio di sei mesi in Sud-America. Il racconto è inserito nel volume “AVENDO TROVATO L’AMERICA Scritture di viaggio tra Sicilia e Nuovo Mondo” curato da Santo Lombino e pubblicato nel 2010 dalla Fondazione Ignazio Buttitta.
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