Ha sorpreso anche noi la storia di Cosimo Cristina. Ci sono figure che agitano la cultura "della sofferenza" e vengono continuamente riproposte e sviscerate. Altre ...ignorate. Aspettavamo che i nostri blog deputati ci dicessero qualcosa su questa figura a noi sconosciuta. Intanto eccovi il comunicato ricevuto
IISS “Stenio” - Rivista Espero
COMUNICATO STAMPA
Termini Imerese, iniziativa della
IISS “Stenio” e della Rivista Espero per ricordare il giovane giornalista
Cosimo Cristina ucciso dalla mafia.In occasione dell’anniversario dell’uccisione del
giornalista termitano Cosimo Cristina, su iniziativa della IISS “Stenio” e
della Rivista Espero è stata organizzata una iniziativa “per far
memoria” del giovane giornalista termitano “suicidato” da Cosa Nostra.
La manifestazione che si svolgerà lunedì 5 maggio 2014
alle ore 11,30 presso l’IISS Stenio a Termini Imerese, prevede la rivisitazione
degli ultimi momenti della vita di Cocrì (così si firmava il giovane cronista)
e la lettura di alcune pagine della Rivista “Prospettive Siciliane”, il
giornale fondato e diretto da Cosimo Cristina. Previsti gli interventi di
Angela Marramaldo, dirigente scolastico dello stesso istituto, Alfonso Lo
Cascio, Direttore della rivista Espero, Giusi Conti, insegnante dell’IISS
Stenio che in passato ha curato progetti per ragazzi sulla figura di Cosimo
Cristina.
Nota su
Cosimo Cristina
Con spirito di assoluta obiettività, in piena
indipendenza da partiti e uomini politici, ci proponiamo di trattare e
discutere tutti i problemi interessanti dell’Isola, avendo come nostro motto:
senza peli sulla lingua. Tutto questo perché noi vogliamo che la Sicilia
non sia solo quella folcloristica delle cartoline lucide e stereotipate, né
quella delle varie figurazioni a rotocalco e di certa stampa deteriore, per
intenderci la Sicilia di Don Calò Vizzini e di Giuliano, ma la Sicilia che
faticosamente si fa strada come pulsante cantiere di lavoro e di rinnovamento
industriale. Si legge così nell’editoriale del primo numero di Prospettive
Siciliane, il giornale da lui fondato, e dalle cui colonne ha probabilmente
firmato la propria condanna a morte. Cosimo Cristina sembra tracciare il suo
profilo: un cronista onesto, brillante, “senza peli sulla lingua”, che verrà
ucciso per aver detto verità scomode e per aver avuto il solo torto di amare
la propria terra, di privilegiare la verità e la giustizia e di credere che
la legalità fosse più forte di qualsiasi potere criminale. Quella di Cosimo è
la storia di un giornalista scomodo. Cosimo Cristina nasce a Termini Imerese
l’11 agosto 1935. Tra il 1955 e il 1959 collabora come corrispondente per il
giornale L’Ora di Palermo, per Il Giorno, per l’agenzia Ansa, per
il Corriere della Sera, per Il Messaggero e per Il Gazzettino.
Nel ’59, fonda il settimanale Prospettive Siciliane. Può finalmente
affermare ciò che i giornali con cui collabora non gli permettono di scrivere.
Da subito Prospettive Siciliane raccontò la mafia di Termini e
della Madonie in anni in cui nessuno osava nemmeno nominarla. Iniziano per
Cosimo le minacce e le querele. Tante le inchieste da lui condotte: l’omicidio
del sindacalista Salvatore Carnevale e del sacerdote Pasquale Culotta,
avvenuta a Cefalù nel 1955, la morte di Agostino Tripi, il processo per
l’omicidio di Carmelo Giallombardo. Il pomeriggio del 5 maggio 1960, ad
appena 25 anni, Cosimo Cristina viene ritrovato privo di vita nel tunnel
ferroviario di contrada Fossola, tra Termini e Trabia. Non viene nemmeno
disposta l’autopsia: per gli inquirenti si trattava di suicidio. Ma i dubbi
già allora erano tanti, qualcosa non quadra. Nella tasca della sua giacca
vengono ritrovati due biglietti, sulla cui autenticità la famiglia ha
dubitato sin dal primo momento: ma stranamente non è mai stata eseguita
nessuna perizia calligrafica. Cosimo Cristina è stato ucciso dalla mafia, anzi
più precisamente suicidato da Cosa Nostra, qualcuno azzarda, ma come
spesso accade in questi casi, nessuno sa niente, chi sa non parla, chi parla
viene fatto tacere e, a parte qualche articolo del solito cronista
rompiscatole, a nessuno interessa più di tanto. Il caso viene riaperto sei
anni dopo: grazie al vice questore di Palermo, Angelo Mangano, è riesumata la
salma e finalmente viene eseguita l’autopsia, ma effettuata dopo tanti anni,
finisce per confermare l’ipotesi del suicidio. Da allora il caso Cristina è
definitivamente archiviato. Una spessa coltre di oblio venne stesa sul
giovane che viene vergognosamente dimenticato Nel corso degli ultimi anni vi
è stato un lento recupero della memoria storica del coraggioso giornalista,
attraverso inchieste su libri e giornali, il lavoro di diverse scuole termitane
che hanno incluso nei loro progetti sulla legalità la figura di Cosimo
Cristina, l’intitolazione di una strada al giovane su proposta della rivista
Espero, l’inserimento del pannello su Cosimo, da parte dell'Ordine dei Giornalisti
di Sicilia, nella mostra dedicata ai cronisti italiani uccisi. E per il
cinquantesimo anniversario della morte del coraggioso giornalista, il 5
maggio del 2010, su iniziativa della rivista Espero, insieme al Comune di
Termini Imerese e all’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, è stata collocata una
lapide nel luogo in cui venne rinvenuto il corpo.
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