Sotto Pasqua una Tv ci ha
martellato incessantemente annunziando un “kolossal” aiutandosi con qualche
immagine ad effetto (l’arca di Noè, il passaggio del mar Rosso ecc.) anticipandone
una miriade di puntate :La Bibbia ! Questa rete è l’unica che propone
sistematicamente i vecchi film storico-religiosi a cui sistematicamente noi
aderiamo. Questa Bibbia è stato un flop “kolossal” dove nemmeno il racconto biblico
riusciva a decollare e a trasmetterti quel pathos che ci si attende.
Ieri abbiamo assistito ad un altro “Kolossal” non di casa nostra ma una
produzione boema che ha dello sbalorditivo. Nel giro di due mesi, Radka
Neumannova, direttrice del centro culturale ceco ci ha proposto un Fratelli
Karamazov di ambientazione originalissima, un terribile e sconcertante Boemia
andata e ritorno di Wolfraud de Concini e questa nuova produzione di casa “Tre
fratelli” che messa a confronto con la predetta bibbia ha la capacità di
lasciarla dietro di qualche lunghezza.
Stiamo parlando del “Cirillo e Metodio,
apostoli degli slavi”, serial prodotto per la Tv ceca. E’ il cammino degli
slavi verso la cristianità , obiettivo raggiunto grazie a questi due
eccezionali monaci. E’ la storia religiosa degli slavi e dei popoli che
incontrarono questi due evangelizzatori. E’ la storia di una nuova filosofia
portata non con le armi della conquista , è la storia di una nuova lingua nata
è portata ad un popolo che da lì in poi non l’avrebbe mai più lasciata. Il
pregio principale di questo lavoro mi è sembrata la continua ambientazione
storica con le ricostruzioni capillari degli ambienti e soprattutto del
pensiero non solo bizantino ma cristiano. Le citazioni , i dialoghi i luoghi
sono uno spaccato senza il quale non puoi capire il periodo storico subito dopo
Carlo Magno. A parte le scene di massa, le battaglie sono da segnalare gli
ambienti e soprattutto alcuni deliziosi passaggi a cui non eravamo più
abituati. L’amore fraterno (il falco perduto,la malattia, la riconoscenza
reciproca…), i dialoghi della ragion di stato e della corte bizantina non sono
mai banali, le motivazioni che spingono i due fratelli sono sempre ragionate.
Vorrei segnalare una piccola coincidenza. Quando alla fine degli anni
sessanta iniziò una nuova evangelizzazione dell’est a cura di certi giovani di
Comunione e Liberazione che si rifacevano appunto ai primi evangelizzatori
cristiani e , soprattutto ai viaggi di Cirillo e Metodio, ieri sera io li vidi
seduti in sala (i Buora, i Guidetti, gli Ottolenghi), qualcuno con occhi rossi
per il percorso fatto negli anni sessanta altri perché slavisti e quindi
rivedevano l’epopea del popolo degli slavi, e mi è sembrato volessero
testimoniare quel ritorno del cristianesimo in una terra che proprio negli anni
sessanta doveva ancora uscire dall’ennesima persecuzione oggi conosciuta come
la “chiesa del silenzio”.
Dobbiamo la serata di ieri ad iniziative diverse ma che alla fine
premiano la spontaneità culturale che unisce queste persone. Per quanto mi
riguarda questo evento su Cirillo e Metodio mi ha dato la possibilità di
incontrare decine di rappresentanti di riti cristiani diversi ma ricchissimi,
impensabili in una comunità come Milano dove tutto esiste anche se poco appare.
Impossibile ricordare tutti questi testimoni e cito solo gli ultimi interventi
dovuti a Gianvico Casamisasca console della Slovenia e a Padre Rostilav Vladimir
Kolupaev ,degli ortodossi uniti a Roma (Uniati) del rito addirittura risalente
a Cirillo e Metodio.
Dal Console Giorgio Francesco Aletti e la preziosa Signora Valeria immancabili dove c’è da dare testimonianza
di fede e di cultura, non poteva mancare Mons. Francesco Braschi che fra
Università e Biblioteca Ambrosiana è il vero faro della cultura slavistica
mondiale, al Padre Panzeri GianLuigi attualmente working in progress di una
guida monumentale ma anche storica sul percorso dei santi Cirillo e Metodio
dedicata non solo ai pellegrini ma ai viaggiatori dei paesi attraversati dai
due apostoli slavi, un nutrito gruppo di docenti delle più diverse scuole milanesi
e dato l’orario e il giorno un pubblico interessato perché questo tipo di
produzione cinematografica è una nicchia da gustare. Non possiamo non segnalare
la presenza di Katerina Belunkova dell’Ufficio
ceco del Turismo che ci permette di
offrire al pubblico presente una
ricchissima modulistica sui luoghi ceki protagonisti della storia .
Stupisce l’altalena dell’addetto presso la santa sede che
sistematicamente annunzia, smentisce, sposta e non viene mai. Forse perché come
si dice a Roma l’ambasciatore laico è più rispettoso di quello religioso verso
i temi a cui sono preposti.
Ps. In questa raccolta di citazioni e segnalazioni non potevo non
citare le autrici delle didascalie (Maria Teresa Natale e Ruzena Ruzickova) . E
visto quanto mi è stato riconosciuto, circa 50 anni or sono , durante il rito
del matrimonio cattolico ho il pieno diritto di riconoscermi fortunato di
essere compagno di una figura per me preziosissima come Ruzena alla cui ombra
continuo a crescere grazie alla sua luce .
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