O MEGLIO IL CHIRURGO PLASTICO !
Se una cosa dura da 43 anni deve pur valere
qualcosa… Mi sono posto questa domanda più volte e forse sbagliavo “esigendo”
modifiche, correzioni aggiornamenti. Questa staticità (e tirannia ) ha permesso
al Premio di Poesia di durare da ben 43 anni( e questo in Sicilia non è
difficile…). I proprietari del premio (Ciro e Maria Concetta) se ne guardano
bene da accettare consigli e suggerimenti perché altrimenti rischierebbero di
perdere una egemonia che fino ad oggi ha garantito la sopravvivenza del premio.
Persino in Vaticano si sono salvati inserendo la regola che ad un a certa età
il Cardinale “deve dimettersi”. Del resto non si può mettere la museruola (o
meglio la mascherina…) a nomi ( ormai marinesi a tutti gli effetti…) come i
componenti della giuria ! Immaginatevi
cosa succederebbe se nella giuria si inserisse un Franco Virga ! Ora dopo aver
pregato per la salute del Segretario del Premio bisogna suggerirgli di stare
vicino al Prof Di Marco e che lo stesso stia lontano dalla premiata…
I marinesi ora dobbiamo imparare a trarre
vantaggi da questo premio. Intanto la paternità del Comune in questo momento
che il Barbaccia “lascia fare” e che Antonino Greco prende il volo (anche su
temi non proprio suoi) è il momento ideale per valorizzare quello che da anni
“gridiamo”. L’agricoltura tradizionale è
finita, i marinesi vignaiuoli (tranne due – tre su settemila abitanti) hanno
dato forfait facendo vino schifoso… I due tre si auto elogiano prima di vendere
il vino acquistando premi come fanno quasi tutti i poeti… L’edilizia che si
basava sul “nero” è agonizzante trascinandosi dietro un infinità di studi
tecnici e piccole imprese. Ora potrei continuare su cose già dette… Rimane la
risorsa degli eventi di qualità su cui puntare. Ma ormai siamo ancora nella
fase che i non specialisti coprono cariche
non non tecniche ma politiche. Se poi vai a guardare esistono gli strumenti
perché la macchina dello stato ha previsto tutto ma non gli assessori coglioni
o i funzionari imbecilli…
Ora il marinese deve “usare” il premio di
poesia anche in affari. L’imprenditore inviti i suoi clienti durante il premio
per mostrare “questa faccia” di Marineo approfittando di tutti i servizi che il
Comune in questi giorni mette a disposizione e che di volta in volta deve
migliorare. I ristoratori (quelli pochi rimasti) trovino estro (mi ricordo che
Mancino telefonava ogni settimana ai suoi clienti proponendo un menu speciale…)
, che il comune autorizzi esercizi provvisori di ristorazione ambulanti (mi
devo spiegare meglio ?) perché ormai la”cena dei poeti” è diventata la cena
delle beffe o la cena degli accattoni dove devi questuare il biglietto gratis …
(quest’annosembra ci sia la cena segreta…)
Si aggiungano eventi collaterali per la
mattina e per il giorno prima aprendo agli artisti e artigiani liberamente gli
spazi. Si insista con i negozianti affinchè aprano i giorni festivi altrimenti
la smettano di piangere miseria mentre
vestono dolce e gabbana…
Ci sono almeno dieci eventi da valorizzare a
Marineo. E forse si dovrebbe di nuovo smembrare le due cariche : cultura e
turismo. Diciamo grazie alla cultura perché in questa occasione porta a Marineo
bellissime signore ma non … pane e quindi abbiamo bisogno un'altra figura per
il turismo . Se volete accetteremmo anche un gemello dello Spataro ma a condizione che sappia fare quello che fa per
la cultura facendo altrettanto per il turismo.
Ora pensare ad una settimana del premio di
fare interventi è impensabile e sarebbe ora che i proprietari del premio maturassero, perché
oggi non basta più recitare a memoria né il cinque maggio né il Pascoli e se
non sono capaci di farlo cerchino fra i mille “amici” qualcuno che sia
all’altezza perché né il fascino né la bravura della Falbo né quello della
Palermo seppur sostenute da cotanto ospite possono reggere un ruolo che spesso
è a “vuoto”.
Ricordo all’Amministrazione che l’evento si
svolge di Domenica e quindi gli uffici pubblici sono chiusi quindi se non si
può delegare nessuno si usi il trasferimento di chiamata affinchè chi chiama da
fuori possa sentire una voce accogliente,
non dico delle precitate signore, ma almeno non quella del dipendente frustato …
Ci sfugge se tutto questo compete, ora, al
Comune … Come non so chi compete
fermare la rottura con la Fondazione che ormai siamo al livello di dispetti…
Questa cena , clandestina o no, va pensata diversamente. Fatti salvi cinquanta ospiti che intervenga chiunque , prenotando e pagando ! Si evita di escludere e si rende ancora più collettiva e sociale la serata. E non ultimo procura risorse al premio che cosi facendo diventa un autofinanziamento... E voi credete che chi è abitiuato a scialacquare milioni possa accettare iuna cosi semplice soluzione ormai applicataormai ovunque ?
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