domenica 27 agosto 2017

GUERINO DECIMA



I/10    DECIMA 28.8.2017
Giunto  quel giorno  si iniziarono i duelli secondo il rango  dei cavalieri osservati dal Meschino che si mordeva le mani imprecando, certo di non essere udito. Ma Alessandro vistolo in tali angosce gliene chiese il motivo al che il Meschino: “… come posso non lamentarmi della mia condizione non potendo partecipare alla giostra ?” A questo punto lo portò in una stanza riservata  dove cercò di consolarlo ricordandogli l’affetto che sia lui che l’imperatore nutrivano per lui e che chiedesse qualsiasi cosa e l’avrebbe ottenuta. “ Cosa chiederei è impossibile ottenerla perché tuo padre ha messo nel bando ciò che mi vieta di entrare nella giostra ... mi basterebbe avere armi e cavallo per dimostrare che  entrando nella giostra seppur in incognito la vincerei sicuramente.”  “Ci sono almeno 20 Baroni fra gli sfidanti che sono troppo bravi e travolgerebbero chiunque !”  gli rispose Alessandro. “ Dammi le armi ed io ti dimostrerò che saprò farti onore !”
Alessandro convinto dalla sicurezza che mostrava il Meschino disse: “Io ti darò ottime armi ma tu bada di non farti riconoscere , entrerai nella giostra e ne uscirai immediatamente sia vincente che perdente senza farti riconoscere per sfuggire alla legge di mio padre. Torna velocemente qui nel giardino del palazzo a fine duello”. Questo rese il meschino oltremodo felice. E mentre serviva a tavola alla corte tutti si avvidero della contentezza del Meschino ed Elisenna un po’ lo dileggiava nel vederlo, commentando la sua allegrezza con l’abuso del bere o dell’amore. Poi andarono al balcone che sta sulla piazza per assistere al torneo e cosi fecero Alessandro e il Meschino che già chiedeva di essere armato. Assistettero al torneo  e videro Madar di Durazzo abbattere molti cavalieri , poi entrò nell’arena Costanzo dell’Arcipelago e molti ne abbatté anche lui, quindi i due si scontrarono e caddero entrambi contemporaneamente a terra. Allora Meschino chiese nuovamente le armi al che Alessandro lo convinse ad aspettare il suo momento perché era rischioso  lasciarlo tutto il giorno armato in mezzo alla gente.  Intanto Anfirone di Assiria abbatté Napar di Durazzo e poi abbatte Madar suo fratello che era rimontato a cavallo. Il Meschino vedeva passargli davanti tutti questi cavalieri  e altri ancora mentre lui rimaneva ancora disarmato spettatore mentre la piazza si divertiva. Allora Alessandro convocò il Meschino nella sua camera e gli ricordò i pericoli a cui andava incontro violando il bando dell’imperatore sino a quando cedette vedendo il Meschino in ginocchio che lo supplicava. Ordinò segretamente che gli fosse portato un valido cavallo  poi gli diede una armatura  di grande qualità e un normale panno anonimo con uno scudo facendo in modo che nessuna insegna apparisse. Lo accompagnò per una piccola porta fuori dal giardino ricordandogli che alla stessa porta doveva ritornare  e quindi fece ritorno al palazzo e senti la gente mormorare nel vedere il Meschino entrare nell’ arena :” Ma chi è quel villano !” vedendo il semplice panno senza insegne.

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