7- 30 agosto 2017
Fra le varie letture estive mi ritrovo due volumetti molto curiosi.
In teoria si dovrebbero leggere d’un fiato ma poi invece ti trascinano a dei
collegamenti impegnativi.
LA BIBBLIOTECA PERDUTA : I LIBRI DI LEONARDO
di Carlo Vecce Salerno Editore Roma. 213
pagg Euro 13 Collana Aculei.
Intanto Carlo Vecce insegna all’Orientale di
Napoli ed è un grandissimo conoscitore di Leonardo. Io di Leonardo conosco
quello che sanno tutti senza bisogno di uscire di casa. Genio Universale e
quindi ti risparmia un sacco di dettagli biografici. Invece conosco il
“custode” della più grande raccolta dei codici di Leonardo : Mons Buzzi, prefetto
della Bibblioteca Ambrosiana di Milano. Ovviamente il mio interesse ,
suggeritomi dalla Salerno Editore, è nato dal poter conoscere la “biblioteca”
di Leonardo. Cosa c’era nello scaffale del grande Leonardo da Vinci ? E’ un
viaggio meraviglioso del tipo “Viaggio al centro della terra” del Verne. Il
Vecce ricostruisce la biblioteca dagli appunti del Leonardo, quasi tutte sono
annotazioni dello stesso scritte nei bordi delle pagine dei codici. Ma la
sorpresa la si trova nel “conoscere” un Leonardo analfabeta, mangiatore di
codici e incunaboli, dove risaltano le sue debolezze umane , ma soprattutto il
desiderio di “aver libri” che poi in qualche modo tenta di riscrivere. Un bel
Viaggio. O meglio è come visitare un sito archeologico avendo come guida lo stesso
archeologo che ha eseguito gli scavi. Vale la pena.
DA MICENE A VENEZIA – Storie greche vicine e lontane ILIAS VENEZIS
Argo Lecce 2016
IL SECONDO volumetto è allo stesso tempo
facile da leggere è impegnativo per il suo periodo storico. Sono dei racconti
che la curatrice ha tradotto e messo assieme. Sono dei racconti che ti
permettono di leggerne uno e poi un secondo e cosi via. A me ha attratto il
titolo: Da Micene a Venezia. Sono le due città che un tempo conoscevo meglio.
Di Micene mi vantavo di conoscerne tutte le pietre ,mentre di Venezia oltre a
Calli e Piazze conoscevo a menadito la sua storia le sue chiese e luoghi particolari. L’autore
è vissuto nei primi anni del secolo al tempo del genocidio dei Greci
dell’Anatolia, da cui prendevano il nome. Questi anatolici sono stati prima
sterminati (Smirne anni 20) e poi costretti ad una diaspora silenziosa e
infame: come sepolti vivi. Avevo un dipendente che veniva da Costantinopoli il
cui padre da greco non parlava greco e giunti ad Atene aveva più usanze
ottomane che greche , si spense ad Atene ormai senza patria. Questi racconti sono
più delle favole per adulti e se conosci i posti di cui ti parla ti sembra di
viverli grazie all’autore. Ma anche la curatrice ti accompagna con i suoi
commenti discreti … Ricordo che quando non ne conoscevo la storia non capivo perché
questo popolo alla domanda se siete greci rispondevano che erano dell’Anatolia
più o meno come noi siciliani che prima di rispondere italiani diciamo siciliani.
Mentre gli anatolici si sentivano discendenti di Costantino e quindi eredi di
Bisanzio noi siciliani ci sentiamo ancora normanni .
Ps quando frequentavo giornalmente Atene
chiedevo notizie della letteratura recente ma il tutto roteava attorno ai “colonnelli”
nel bene e nel male. Non conobbi la Generazione dei trenta di cui facevano parte Seferis, Elitis Ritsos .
E quindi il Venezis.
LA VERA STORIA DEL BANDITO
GIULIANO
Tommaso Besozzi a cura di
Enrico Mannucci.Milieu Edizioni 2017 . Pagg.207 Euro 15.90
Ora
scomodare Ferruccio De Bartoli per la prefazione è una operazione commerciale.
Questa “vita” scritta nel 1959 da Tommaso Besozzi e pubblicata oggi deve essere
scaturita da motivi difficili da interpretare. Diventa quasi un mistero assieme
ai misteri di Giuliano. Come al solito il libro va letto tenendo sottomano la
“vita” scritta da un altro che credo si trovi nella mia biblioteca di Marineo e
che mi sfugge l’autore. Inoltre giustamente bisogna vedersi il film di Rosi e
poi “immaginarsi” la nostra cultura locale su mafia e banditismo e tradizioni
mentre il nostro paese era attraversato dalla guerra civile e dal dopoguerra.
Il libro è un inno al giornalista Tommaso Besozzi non altrimenti noto per altre
gesta. Ricordo ancora quando giovanissimo giunsi all’Unità in Piazza Cavour e
nello stanzone dove mi avevano collocato alle mie spalle c’era la copia
dell’articolo del Besozzi con appunti e segnalazioni di come si scrivesse un
articolo. “Di sicuro c’è solo che è morto !”. La frase era sempre ripetuta a
tutti i giovani “apprendisti giornalisti prima che il capo ti correggesse
l’articolo. Era una lezione per i “cronisti” che facevano un pezzo da otto
pagine… E’ la riproduzione della Storia del bandito scritta in tempi ancora
caldi con alla fine riportato il testo dell’articolo famosissimo dell’Europeo.
Ora
a parte i fatti (non documentati come andrebbero fatti e come fece l’autore
prima citato) è veramente un omaggio agli “eredi besozzi” e ai contemporanei
“del tempo” che riconoscono luoghi e figure ad altri ignoti.
Spiace
notare difetti tipo la carta, gli errori di stampa, una impaginazione da stampa
universitaria e senza un richiamo o un commento, per non parlare del prezzo
spropositato.
A
noi è piaciuto leggerlo perché parla di luoghi conosciutissimi , di personaggi
che sono sopravvissuti e di una atmosfera che vivevamo nella nostra adolescenza
e preadolescenza che rischiava di mitizzare questa figura di bandito.
Senza
Portella delle Ginestre Giuliano rimaneva un bandito che poteva contare sul 99
per cento dei suoi compaesani solo perché lui era dalla parte opposta della
canna del suo mitra. Per il resto esiste già un elenco del brigantaggio da
quattro soldi.
ERODOTO LE STORIE LIBRO VII SERSE E LEONIDA
Fondazione Lorenzo Valla –
Mondadori-Marzo 2017 pagg.610 Euro 35
Dopo circa quarantenni la Valla completa le opere di Erodoto. I)n
questi quarantanni sono scomparsi diversi curatori, altri hanno pasticciato la
differenza dei libri di Erodoto con i volumi creando confusione. Quindi con
l’uscita di questo libro VII l’opera è completa… ma questo lascia e prendi in
quaranta anni ci hanno un po’ allontanato. Inutile ricordare che la collezione
Valla stampa da due a quattro volumi l’anno con il doppio del testo di note,
traduzione e commento. Siamo a circa cento volumi che contengono i maggiori e a
volte poco noti testi. Non sarò certo io a commentare Erodoto ma senza le note
e i commenti a leggere il solo testo ti perdi perché secoli di studi andrebbero
baipassati. In questo libro ti colpisce la battaglia o meglio la strage delle
Termopili dove vedi il sorgere della leggenda del re Leonida e delle “frasi”
scambiate con Serse e i suoi.
Rimane ancora un opera da
completare. Pausania. Anche li di un opera che mancava da secoli ne manca un
solo volume. Il Viaggio (o guida diremmo oggi) di Pausania in Grecia io la ho
usato spesso durante i miei viaggi in Grecia immaginando La Grecia di Pausania di
circa duemila anni fa .
TEODORA
Giorgio Ravegnani –
Salerno Edritrice Profili – Pagg.
236 Euro 16,90
Nella stessa collana
Diocleziano che parla del tempo di San Ciro
La prima impressione è che lo leggi senza curarti di note, rimandi,
contesto, storia ecc.ecc. e alla fine superato il “succulento e morboso”
Procopio segui le vicissitudini di questa strana imperatrice o devi avere
accanto a te almeno altri dieci volumi per “capirne di più”. La prima cosa è la
conferma che certe donne hanno un potere e fascino che ha dell’incredibile. Da
meritrice professionista a Imperatrice cristiana il passo non è breve … Ora,
come giustamente ci propone l’autore … saltiamo Procopio , già velenoso di
suo. Di solito le storie morbose sono
accattivanti e quindi una volta citato Procopio si passa al ruolo di Teodora ,
di suo marito, del cerimoniale bizantino, e di tutta una serie di studi che
devi conoscere molto bene i bizantini ,altrimenti ti perdi. Ecco perché hai
bisogno di supporti a portata di mano.Anni fa (ai tempi di quando Rusconi era
anche editore) usci la Storia Segreta del Procopio ma per il suo esagerato e
parziale modo di “diffamare Teodora” tutti lo definirono,nel tempo,inattendibile
in parte. Poi arrivarono altre conferme , ma rimase il fatto che Teodora, visto
il suo passato, doveva avere “altre qualità”, oltre ad essere “donna fatale” e
rimanere “in carica cosi a lungo.
Giorgio Ravegnani arricchisce il
volume di una infinità di note e affronta non
solo il “caso” Teodora e Giustiniano ma passa a rassegna una buona parte
del crescente “stato bizantino” che poco poco vuol dire partire dalla caduta
dell’Impero Romano sino alle conquiste arabe. Quindi da Costantino a Carlo
Magno per dare due punti di riferimento. Leggi , costumi , cerimoniali
noiosissimo ecc.ecc. Ma se non hai un minimo di conoscenza della cultura
Bizantina , dei conflitti religiosi del tempo, della Bisanzio e della geografia
non ti avventurare a meno che non sei tanto capace da saltare note e postille,
descrizioni e commenti.
Rimane in ogni caso una guida non
romanzata pur utilizzando moltissimo Procopio.
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