giovedì 24 agosto 2017

QUANDO FEDERICO CHIAMA...


https://www.youtube.com/watch?v=nweHAu3ldGI

SUGGERISCO DI AVVIARE LA CANZONE MENTRE LEGGETE L'ARTICOLO


Ci sono appuntamenti a cui non puoi mancare. Per i giovani mancare al concerto del tale è come tradire, per i meno giovani non ti puoi perdere l’incontro se Federico ti convoca. Non so a quanti di questi appuntamenti sono stato ma ricordo bene quello epocale di Roma , poi vai incontri quando saltavano fuori novità, poi quando Jesi concesse ospitalità al nostro pittore dai mille colori che aveva dedicato un antologica su Federico , poi seguii addirittura la sua riesumazione avvenuta a Palermo  sotto la “responsabilità di un nostro compaesano (Mons Randazzo) “ ed infine partendo da brevi annunzi sui quotidiani e da una certa discreta reclame nelle stazioni alla fine decisi che a Jesi “dovevo “ andare. Non mi aspettavo grandi novità , come sempre gli studiosi storici e  tradizionali vengono “aggiornati dai nuovi e questo mi interessava. Mi interessava anche il taglio che si è voluto dare tentando di allargare i “fans” di Federico fra i giovani. Ci sono riusciti in parte perché giovani ne ho visti pochi ma giovanissimi non annoiati molti…
Conoscevo la parte bassa di Jesi e il suo… verdicchio ma non ricordavo se negli anni ’70 avevo frequentato anche la parte alta… certamente si, ma la memoria ogni tanto…
Il cartellone del cantastorie
L’ultima volta c’ero stato dopo il 1974 in occasione della mostra del Madè su Federico. In quell’occasione il prof. Cammarata inserì nel suo opuscolo di presentazione una delle prime versioni della mia La Virago di Entella che ancora non era stata abbinata a Colapesce. Poi seguirono le esibizioni di Montagnana di Barletta Montalbano Elicona, Monreale , Marineo ecc.ecc. sempre su Federico e sempre nei suoi luoghi.
Già mi ritrovo a chiedere dove si svolgeva la mostra e su cinque a cui ho chiesto ho dovuto incontrare una argentina e una rumena per saperlo perché i tre jesini non lo sapevano e in giro per Jesi non trovavi un manifesto… Quindi seguite la direzione centro se potete posteggiate davanti i mercatini o in via delle Vittorie e lì avrete un immagine di come vorremmo fosse la nostra Sicilia oggi : scale mobili e ascensori pubblici che ti portano dalla città bassa alla alta in mezzo a pulizia e decoro. L’accoglienza alla mostra è da festa privata per cordialità e disponibilità delle assistenti (ma quali hostess…) a cui non mancava nulla: ti dicono tutto quello che farai e dovrai fare consegnandoti un semplice opuscolo esplicativo per poi avviarti dalla sala 1 all’ultima seguendo un percorso tematico logico e ammaliante (inspiegabile la mancanza del catalogo).
Vi avviso subito che non troverete cimeli federiciani , né statue ne materiale conservato né prestato. Non proverete emozioni toccando la statua o la sua sedia o il suo falco. Tutto e mediatico e visuale. Alta definizione con commenti ben posti anche nei contenuti (non sono riuscito a pescare un inesattezza…) anzi vi dirò che mi sono emozionato quando fra le fortezze di Federico ho trovato Marineo (o meglio Al-Kazan)    
Servendosi del classico “io narrante” sostenuto da immagini di cui all’oggetto e da attori vi immergerete in uno spaccato esaustivo su Federico che i migliori autori o storici federiciani non sanno di solito dare ai visitatori. Ma il “colpo di teatro” è quello della animazione delle incisioni antiche che hanno inchiodato i “più piccoli” (dalle elementari alle medie) nei tanti sgabelli disseminati lungo il percorso. Confermando l’errore di oggi che si vuole i ragazzi esperti in video giochi mentre non ci accorgiamo che a scuola assimilano la qualunque e sono preparatissimi…
Da non perdere la sala del falco . De Arte Venandi cum avibus… per me la sala migliore per sintesi, immagini, spiegazione : insomma qui sì la Signora Federica (le coincidenze…) Candelaresi , direttrice del Museo, e tutto lo staff si sono superati perché fra le centinaia di Musei visitati con i miei figli qui hanno accontentato tutta la famiglia .
Ho saltato non a  caso la piazza di Federico. Il luogo dove è nato è segnalato da una lunga scritta che finisce in una aiuola dove una scritta multilingue (arabo compreso) indica dove fu montata la tenda di Costanza , normanna ,forse più siciliana, dal forte carattere che volle la tenda aperta da tutti i lati (come del resto è la tenda simbolo del museo) affinchè tutti vedessero che partoriva veramente il nipote del Barbarossa e non il frutto di un accoppiamento con il diavolo…
La Magna Curia
E le donne di Jesi non vollero essere da meno e circondarono la tenda portando quanto di solito serve alla nascita di un bimbo e dando una grande lezione di solidarietà femminile in tempi oscuri.
Non so spiegarmi come ho potuto saltare la stanza 15 quella delle donne di Federico. Mi sto ancora chiedendo se fu mia moglie a distrarmi per gelosia e invidia o per il mio senso siciliano dell’onore che considera , cosi come per Costanza, la sola e legittima moglie di Enrico !   
Per il pranzo fra quelli suggeritici scegliemmo il ristorante Chichibio (bastano 30 euro) a due passi dal Museo perché abbiamo potuto usufruire del biglietto ancora valido dopo la pausa pranzo.

Ps Sia nel mio testo che nelle varie versioni dei nostri spettacoli su Federico è sempre emerso l’ammirazione , forse anche l’affetto. E proprio per questo che ancora oggi noi canticchiamo la sua Poi che ti piace amore da noi musicata.

Il sogno di Re Guglielmo , nonno di Federico , nel Parco Vecchio di Marineo

1 commento:

  1. Gentilissimo Sig. Sanicola
    la ringraziamo infinitamente per lo splendido articolo sul nostro museo, se ci permette lo segnaliamo dalla nostra pagina facebook.
    Ancora mille grazie!
    Federica Candelaresi
    tel. 0731 084470
    museo@federicosecondostupormundi.it
    www.federicosecondostupormundi.it

    Fondazione Federico II Stupor Mundi
    Uffici: c/o FPS Largo F. Degrada, 5 -60035 Jesi (AN) Italia
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