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Un canovaccio |
Capita che storie belle dimenticate vengano ripescate come nuove da
certi autori per farsene gloria e spesso vengano nuovamente dimenticate. Ora
questa storia che sto per raccontarvi è frutto di quanto occorse ad un nostro
avo , di mestiere anche lui “canterino” come dir si vuole fra gente che ama il
racconto. Io la udii da mio padre a cui chiesi un giorno chi le avesse raccontato questa storia e lui
mi rispose : mio padre! Allora andai da mio nonno e gli chiesi chi ti ha
raccontato la storia che hai raccontato a mio padre e lui mi rispose:mio
padre a cui la raccontò suo padre che la
aveva sentita da suo nonno . Io l’ho raccontata ai miei figli che ora la stanno
raccontando ai miei nipoti : Renato Sofia e Mina che spero la racconteranno ai
loro figli e nipoti. E quando mi si raccontava questa storia la sera piano
piano la stanza si riempiva di gente che seppi poi essere Andrea da Barberino , il Pulci ,Maria Matteo
Boiardo, Ludovico Ariosto, il Cieco di Ferrara e tanti altri che di materia si
intendevano.
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Alcune edizioni del Guerino |
Noi ascoltavamo e se fuori cadeva una pala o un piccone perché
poggiati male o spinti dal vento ci sembrava che mille diavoli stessero
scavando una fossa per noi, tante erano le figure di maghi e negromanti che
uscivano dal libro che ci veniva letto tutto d’un fiato. Ora non è la prima
volta che questa storia viene dimenticata , ma questa volta era stata
anche abbandonata perché i tempi nuovi
vorrebbero storie nuove destinate a
vivere un solo giorno . Quella
sera toccò al maestro Andrea da Barberino raccontarci cosa successe dopo
l’Aspromonte (1) e fatte le debite raccomandazioni iniziò a leggerci il suo
libro che a suo tempo aveva intitolato Il Meschino di Durazzo da tutti meglio
conosciuto come Guerino detto il meschino di Durazzo del Maestro Andrea da
Barberino nel Mugello .
1) Andrea da Barberino (1370-1432) è l’autore dei Reali di
Francia
CONTINUA (le note sono nei commenti a cui vi rinviamo)
Sino alla fine dell’ottocento Il Guerino era il libro presente in tutte le case più della Bibbia. Era la televisione del tempo che chiamava tutti a raccolta in famiglia dove c’era uno che sapesse leggere.
RispondiEliminaLa fortuna del Guerino poggiava su due cose fondamentali: la prima rispondeva ad un problema sociale molto presente, gli orfani o i figli abbandonati. La seconda era la passione per i romanzi tragici che fiorivano e colpivano la gente che si immedesimava.
Fu durante una delle mie ricerche che sfogliando degli archivi in fondo ai volumi che consultavo trovai delle strane lettere del tipo “ Carissimo Reverendo le voglio notificare che sono il figlio di N.N. registrato sotto la data del 2 giugno 1861(?) e che oggi posso dirle che sono riuscito a trovare i miei genitori e quindi la invito ad aggiornare il registro correggendo che io sono Antonino Rossi figlio di Maria e Giuseppe Rossi (?).” Il Parroco dopo la correzione conservava queste lettere in fondo al volume a memoria futura. A me ha suscitato emozione la storia di costui che ha cercato per tutta la vita le sue origini e che quindi le comunicava con orgoglio.
Allora mi ricordai del Guerino di Durazzo e mi buttai nella lettura ben sapendo che si trattava di un romanzo o meglio di una storia vera raccontata come un romanzo.
Quello che vi propongo è la lettura di questo racconto che appassionò milioni di lettori dal 1400 a ieri. Vi suggerirei di andare a comprarvene una copia e vi darei quindi un brutto consiglio perché in commercio ne esiste una sola edizione (critica di 68 euro di Massimo Cursietti , Antenore Padova,706 pagg. 2005) che è quella che mi ha guidato nella riscrittura. Le altre edizioni sono manipolazioni o esercizi che hanno pochissimo a vedere con quanto scritto nel 1410 da Andrea da Barberino del Mugello e che recitava nella piazza San Martino a Barberino detto appunto Il Canterino , tutti i pomeriggi come usavano fare i cantastorie.