UN PREMIO CHE APPARTIENE
ALLA SICILIA
nell’organizzazione del Premio di Poesia , mi dice. Ma chi
te lo fa fare?
Poi ripenso alle ultime parole del prof. Pietro Mazzamuto,
nel giorno del suo
novantesimo compleanno che invitava me ed alcuni componenti
della giuria, fra cui
Flora Di Legami e Michela Sacco Messineo, a non demordere mai
perché “ Il Marineo
ha un suo posto particolare nel panorama dei premi
letterari, quello che più di
tutti, valorizza la lingua siciliana”. Una frase certamente
spontanea
che
dava e da un senso al nostro lavoro e alla nostra caparbia volontà di
continuare
su
questa strada. Ecco allora il segno di un impegno che si mantiene anche per le
nuove
generazioni,
poiché se i dialetti sono in continuo regresso rispetto alla lingua sia
per
il rapido mutamento delle attività umane che per l’accesso sempre più largo delle
masse
alla lingua nazionale, tuttavia si deve registrare con piacere la ricerca
spasmodica
del
dialetto e della storia che ci lega ad esso proprio da parte di nuovi soggetti
che
li
rivalutano come fatto culturale rispetto all’idioma nazionale.
Quest’anno
abbiamo avuto modo di notare un notevole risveglio fra i poeti
dialettali
e fra essi non possiamo non citare 6
un siciliano della diaspora, Rino
Cavasino
che,
con la raccolta “Amurusanza” si è imposto all’attenzione per la straordinaria
ricchezza
di
linguaggio, per l’espressività rapida nonché per la freschezza di immagini
e
colori radicati nella profonda tradizione della terra siciliana.
Sicuramente
uno dei libri più interessanti, in lingua siciliana, degli ultimi
anni.
La sua poesia è una delle più alte espressioni della lirica siciliana dei
nostri
giorni.
Anche nella sezione “ inediti” in lingua siciliana abbiamo avuto modo di
apprezzare
il
retaggio di un gergo, di un lessico o di una parola che appartiene ad una
cultura
specifica, come quella della tradizione siciliana, e ciò proprio per una
esigenza
di
rigenerazione, nel momento stesso in cui con la parola in vernacolo si
recuperano
valori
e momenti essenziali del vivere . Su tale linea si sono posti in evidenza
i
poeti Pietro Valenti e Mario Tamburello che con i loro versi hanno fatto
comprendere
come
la poesia è nelle radici della propria anima. Spesso, andando a ritroso nel
tempo,
mi
sono chiesto le ragioni di un premio e di fronte a me ho ancora presenti le parole,
dette
a Marineo dal poeta russo Evgenj Evthushenko, nel settembre del 1995, alla
giornalista
Clara Picciotto, ed alla precisa domanda della stessa : “ la poesia aiuta
l’uomo?”
Evthushenko rispose testualmen7 te “ Si, ma noi non l’aiutiamo e difendiamo
per
quanto ne sia degna. Il fatto che sono qui stasera in un piccolo centro come
Marineo
dimostra
che la poesia è viva ed è ancora la voce dell’uomo.”
In
tal senso il richiamo all’umanità dell’uomo è per noi la nota distintiva che
ha
guidato questa nostra iniziativa culturale. Anche sotto questo aspetto quest’anno,
da
questa 43^ edizione del premio Marineo, sono emerse voci significative nella
giuria
riflettono il quadro complessivo delle tendenze nuove che vanno emergendo
nella
produzione poetica contemporanea. Nella fattispecie il premio attribuito
a
Marcella Delle Donne per l’opera “ Donne Donne Eterni Dei ” evidenzia una forma
di
poesia nuova che va subito al cuore del problema, e che ci permette grazie alla
chiarezza
del linguaggio usato di penetrare nel dramma di tantissime figure femminili,
facendoci
comprendere come non si può rimanere indifferenti di fronte a storie
di
donne e bambine migranti che non solo sono vittime di emarginazione nonché di
violenza
fisica e psicologica ma che quotidianamente vanno incontro alla morte.
Il
grande merito della poesia civile di Marcella Delle Donne è proprio quello
di
non limitarsi alla denuncia, mettendo in luce un universo femminile che, pur
fra
tante
sofferenze ed umiliazioni, fa palpi8
tare liricamente il valore precipuo
delle
donne
che prendono coscienza dei propri diritti; come “ Nice coraggiosa indomita
Masai”,
la cui lotta in Kenya per eliminare la barbara pratica della infibulazione
delle
bambine,
comincia finalmente a far capire l’insensatezza di una mutilazione dovuta ad
assegnato
quest’anno al soprano Desirée Rancatore, è sicuramente il segno
rivelatore
di questo progetto che il Premio Marineo sostiene, e cioè il coniugare al
mondo
della poesia tutte le altre espressioni artistiche quali momenti diversi ma
convergenti
per
esaltare il valore globale della cultura. L’attribuzione del riconoscimento a
Desirèe
Rancatore non solo premia un soprano di valore assoluto, che nel corso della
sua
carriera, si è esibita nei più prestigiosi teatri del bel canto del mondo, ma è
la
maniera
migliore di manifestare l’omaggio della Sicilia ad una figlia della nostra
terra
che
si è affermata nel panorama internazionale grazie alle sue grandi qualità
interpretative,
capaci
di trasmettere una vasta gamma di emozioni.
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