Ti può capitare di sentire dal tavolo vicino al tuo (e anche di vedere)
un gruppo che senza sbraitare alla paesana sta festeggiando un uomo un
sessantaseienne (cioè del 1951) . E’ attorniato dai figli e a vederlo in faccia
è irriconoscibile. Rilassato , occhi sbarrati , quasi commossi, sposta lo sguardo
dalla prima figlia alla seconda e poi sulla terza, e infine si sofferma sull’unico figlio
maschio : sembra un patriarca d’altri tempi. Il suo scopo è quello di fargli
l’esame: il controllo del “stanno tutti bene”. Lo vedo orgoglioso e sereno
perché oggi “non si lavora”. O meglio lo vedo tuffarsi nella “sua piscina
familiare” come se giocasse o recuperasse le maglie perdute del tempo. Lo vedo
con la mano scacciare il nervosismo che solitamente lo invade quando “il mondo
non va come vuole lui”. Oggi non attacca o meglio che il mondo precipiti pure
“io resto in piscina, nella mia unica piscina”. E’ un film che rivedi spesso se
vuoi. Ti ritrovi sessantaseienne e le tue orecchie sentono solo elogi che
cancellano vecchie situazioni tipiche nel salto generazionale. L’uomo non è
stato facile ! E’ un po’ Savonarola e molto Alfieri. Non è troppo machiavellico
, ma fortemente aggressivo. Non ama molto discutere seppur laureato in
filosofia perché la troppa filosofia gli fa dimenticare il punto di partenza.
Non sa discutere serenamente e pazientemente e quindi è irascibile, soprattutto
perché non capisce l’abisso che lo separa dagli altri: i saccenti. Non sa valutare la mediocrità degli
altri e dalla sua barca , sempre alla deriva, non fa salire a bordo nessuno,
nemmeno i suoi amici. Come tutti è anima , core e sale ! Se avesse in mano un
fucile sparerebbe a salve (o a sale) all’impazzata senza rendersi conto che
spesso si spara sui piedi. Usa il suo “scanno” (blog) soprattutto per colpire i
suoi paesani che su mille autori nominati non ne conoscono nemmeno uno. I
“dotti” gli stanno alla larga perché lui li prende “in castagna”.
E’ una delle sette meraviglie di Marineo anche se i marinesi non se ne
sono mai accorti.
Mi è più spesso nemico che amico , ma il tutto è ristretto nel campo
della stima reciproca. Ora sa gestire meglio i nemici come me e questo mi
ricompensa di quando ritornai a Marineo e assalii i giovani studenti che
presentavano tesi di merda pur avendo un simile compaesano. Ormai la nostra
cultura è ferma alla presentazione dei libri al castello (ben venga comunque
almeno è qualcosa), ma personaggi a cui dedicare una serata ce ne sono, solo
che la nostra “mentalità mafiosa” ti costringe a ripeterti egoisticamente,mostrando
sempre i depositari della più bieca saccenza dimenticando la qualità seppur difficile.
Dobbiamo imparare a conoscerci meglio perchè la qualità degli altri non
deve darci fastidio .
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