sabato 19 agosto 2017

BUON COMPLEANNO...



Ti può capitare di sentire dal tavolo vicino al tuo (e anche di vedere) un gruppo che senza sbraitare alla paesana sta festeggiando un uomo un sessantaseienne (cioè del 1951) . E’ attorniato dai figli e a vederlo in faccia è irriconoscibile. Rilassato , occhi sbarrati , quasi commossi, sposta lo sguardo dalla prima figlia alla seconda e poi sulla terza,   e infine si sofferma sull’unico figlio maschio : sembra un patriarca d’altri tempi. Il suo scopo è quello di fargli l’esame: il controllo del “stanno tutti bene”. Lo vedo orgoglioso e sereno perché oggi “non si lavora”. O meglio lo vedo tuffarsi nella “sua piscina familiare” come se giocasse o recuperasse le maglie perdute del tempo. Lo vedo con la mano scacciare il nervosismo che solitamente lo invade quando “il mondo non va come vuole lui”. Oggi non attacca o meglio che il mondo precipiti pure “io resto in piscina, nella mia unica piscina”. E’ un film che rivedi spesso se vuoi. Ti ritrovi sessantaseienne e le tue orecchie sentono solo elogi che cancellano vecchie situazioni tipiche nel salto generazionale. L’uomo non è stato facile ! E’ un po’ Savonarola e molto Alfieri. Non è troppo machiavellico , ma fortemente aggressivo. Non ama molto discutere seppur laureato in filosofia perché la troppa filosofia gli fa dimenticare il punto di partenza. Non sa discutere serenamente e pazientemente e quindi è irascibile, soprattutto perché non capisce l’abisso che lo separa dagli altri: i  saccenti. Non sa valutare la mediocrità degli altri e dalla sua barca , sempre alla deriva, non fa salire a bordo nessuno, nemmeno i suoi amici. Come tutti è anima , core e sale ! Se avesse in mano un fucile sparerebbe a salve (o a sale) all’impazzata senza rendersi conto che spesso si spara sui piedi. Usa il suo “scanno” (blog) soprattutto per colpire i suoi paesani che su mille autori nominati non ne conoscono nemmeno uno. I “dotti” gli stanno alla larga perché lui li prende “in castagna”.
E’ una delle sette meraviglie di Marineo anche se i marinesi non se ne sono mai accorti.
Mi è più spesso nemico che amico , ma il tutto è ristretto nel campo della stima reciproca. Ora sa gestire meglio i nemici come me e questo mi ricompensa di quando ritornai a Marineo e assalii i giovani studenti che presentavano tesi di merda pur avendo un simile compaesano. Ormai la nostra cultura è ferma alla presentazione dei libri al castello (ben venga comunque almeno è qualcosa), ma personaggi a cui dedicare una serata ce ne sono, solo che la nostra “mentalità mafiosa” ti costringe a ripeterti egoisticamente,mostrando sempre i depositari della più bieca saccenza dimenticando  la qualità seppur difficile.
Dobbiamo imparare a conoscerci meglio perchè la qualità degli altri non deve darci fastidio .

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