lunedì 28 agosto 2017

MENO FIGLI, MENO ALUNNI, MENO FUTURO !


HO INVITATO IL PROF. GIOVANNI PERRONE A USARE QUESTO SPAZIO SINO A QUANDO VORRà O SINO A QUANDO SI RISOLVE IL PROBLEMA FONDAZIONE-LA ROCCA. ESTENDO L'INVITO A TUTTI COLORO  CHE "COMPONEVANO" IL PRESTIGIOSO PERIODICO METTENDO QUESTO SPAZIO A LORO DISPOSIZIONE SENZA CONDIZIONE ALCUNA .

Scuola, quest’anno 33mila bambini in meno! Le scuole statali italiane si svuotano: meno 100mila alunni in appena un triennio. Anche l’anno scolastico ormai alle porte è contrassegnato da un calo di bambini e ragazzi: 33mila in meno rispetto al 2016/2017, secondo le stime ministeriali comunicate ai sindacati della scuola nei giorni scorsi. Un trend, quello del decremento progressivo di scolari e studenti, che appare ormai inarrestabile e con cui dovranno fare i conti al ministero dell’Istruzione soprattutto per ciò che concerne il reclutamento. Le previsioni dell’Istat confermano questa tendenza che nei prossimi decenni assumerà dimensioni ancora più consistenti. Il calo della popolazione scolastica italiana è dovuto all’interruzione della crescita degli alunni stranieri nelle classi italiane. L’ultimo report ministeriale sui figli di genitori non italiani ha confermato che il loro numero non cresce più come una volta. Anzi, nei prossimi anni è previsto anche un calo. Mentre i compagni italiani, per effetto del calo delle nascite, decrescono ormai da diversi anni.
In passato, il numero complessivo di alunni presenti tra le mura scolastiche italiane si è incrementato ugualmente per via della vorticosa crescita di bambini e ragazzi di cittadinanza non italiana. Ma adesso siamo al punto di svolta. Nel 2015/2016 il Ministero certificò un calo della popolazione scolastica di quasi 20mila unità. L’anno successivo – il 2016/2017 i vuoti ammontarono a 46mila unità e il prossimo anno a 33mila. Quasi 100mila alunni in meno, come se fosse sparita di botto l’intera dotazione di alunni di Molise e Basilicata. Secondo l’Istituto nazionale di statistica, i prossimi anni saranno contrassegnati da ulteriori contrazioni della popolazione scolastica italiana. La diminuzione della popolazione giovane (immigrati compresi) arrecherà anche gravi problemi, così come recentemente ha sostenuto il presidente dell’INPS, per l’assistenza sociale (pensioni, sanità …) degli anziani.
Varie sono le cause: difficoltà economiche, forte calo della fertilità (causato da molteplici motivi quali stili di vita non idonei, abitudini o comportamenti che favoriscono l’infertilità, inquinamento, consumo di alcool e droghe, tossicità di alimenti e prodotti usati in casa), paura per il futuro e per l’educazione dei figli, inadeguato sostegno alla famiglia, aumento delle convivenze “sterili”, fragilità dei legami familiari e diminuzione delle famiglie organiche.
Uno dei problemi che sempre più incontrano le giovani coppie è la difficoltà ad avere figli! L’Italia è in prima fila: annualmente i morti superano i nati!
Solo i Paesi del Nord Europa risultano più sensibili ai problemi della denatalità. Hanno, infatti, avviato una politica che sollecita la popolazione autoctona a fare più figli, anche utilizzando pubblici manifesti in cui si esalta la bellezza del sesso procreativo.
La maggior parte delle coppie italiane mette al mondo un figlio solo. Difficoltà procreative, lavoro a tempo pieno, carovita, timore di accollarsi grandi responsabilità spingono la coppia a generare un figlio solo, promettendosi di viziarlo, amarlo, riverirlo per potergli garantire il meglio e poter garantire una senescenza sicura ai genitori. Purtroppo il figlio unico, al di là di un benestare economico, non sempre ha una vita buona e non sempre è un buon investimento per la società, per se stesso e per la stessa famiglia, pur “godendo” dell’iperprotezione dei genitori (che danneggia la crescita in autonomia e responsabilità dei figli). La stessa Cina, che nel passato puniva chi osava avere più di un figlio, incoraggia a procreare un secondo figlio.
Gli studiosi affermano che essere figli unici vuol dire avere solo la “dimensione verticale” dei rapporti familiari, cioè soltanto quella che regola le relazioni tra figli e genitori. La presenza di fratelli o sorelle, invece, risulta molto importante nello sviluppo psicologico dei ragazzi, proprio perché consente di far esperienza della “dimensione orizzontale” dei rapporti familiari. Avere un fratello o una sorella dona l’opportunità di confrontarsi e competere, oltre che di giocare e svolgere attività insieme. Comporta inoltre la possibilità di stringere alleanze e misurarsi con la generazione dei genitori. Dunque, la presenza di fratelli e sorelle crea ampi spazi di libertà e moltiplica la rete di rapporti familiari, proprio per tal motivo la famiglia con più figli diventa una “palestra sociale”.
Di fronte a questa problematica situazione occorre “darsi una smossa”. E’ necessario che i genitori trovino il coraggio di avere almeno un secondo figlio e che i politici si impegnino maggiormente nel sostenere le famiglie, non solo economicamente. Nel contempo occorre garantire alle giovani generazioni una educazione della sessualità che non si riduca ai solo aspetti anatomici e antiriproduttivi, ma aiuti a prender coscienza dei molteplici aspetti (psicologici, sociali, etici, sanitari, igienici …) per una adeguata maturazione sessuale connessa ad una crescita in responsabilità. E’ consigliabile che le sempre più numerose coppie che riscontrano problemi di infertilità (maschile o femminile) si facciano aiutare da esperti (medico, sessuologo, psicologo … ). Talora, infatti, tanti problemi vengono risolti facilmente quando si interviene per tempo. E, poi, c’é la possibilità di adottare bambini che non hanno la fortuna di avere genitori. L’adozione è una grande risorsa per la famiglia: la arricchisce, la consolida, apre orizzonti nuovi. Perciò le pratiche adottive dovrebbero essere favorite (evitando procedure lunghe e burocrazia pesante).
E’ opportuno, anche, che le famiglie rivedano gli stili di vita e la stessa gestione economica familiare, evitando il superfluo e investendo in uno o più nuovi figli.
Mentre la natalità in Occidente frana vertiginosamente (gli scienziati ne stanno esaminando le cause) i nuovi popoli (ricchi di fertilità e di intraprendenza, ma economicamente in difficoltà) pressano alle frontiere dell’Occidente. Le grandi migrazioni (succedute tante volte nel corso dei secoli), pur essendo una grande sfida, hanno ringiovanito i popoli e hanno creato progresso. Ciò è avvenuto, ad esempio con le grandi migrazioni dei primi del ‘900 di europei (italiani compresi) nelle Americhe.
E’ quanto mai opportuno superare due paure: quella di avere qualche figlio in più  (anche dottandolo) e quella dell’accoglienza degli immigrati che con la loro (seppur problematica presenza) portano nuova giovinezza e nuova vitalità. A proposito occorre darsi da fare, con intelligenza, competenza e lungimiranza, per favorire una loro positiva integrazione. Ne vale il nostro futuro!

Giovanni Perrone

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