sabato 12 agosto 2017

IO PRENDO TE ... ANZI NO... PRENDIAMOCI !



IL RACCONTO DELLA DOMENICA
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“Dai amore è come essere in mezzo alla strada…”. “ Appunto come facevano i nostri genitori nell’aia , in un cortile…” . “Che diranno di noi ?”.
Era proprio questo uno dei problemi. “A me che me ne fotte degli altri…” .
Intanto erano felici  e tutti passando li davanti prima vedevano il Castello e poi invidiassero la … principessa ! A mezzogiorno e con i fuochi a mezzogiorno…  quale assegnazione di posti per i miei cento ospiti ! Cento e non centouno ! I miei migliori amici, gli intimi ! A me non interessa che si dica c’erano cinquecento persone …   mancavano solo …
Era la sua festa e una giovane coppia deve prima risparmiare e poi essere felice e non fare felici gli invitati… E poi vuoi mettere : finalmente un matrimonio dove tutti sono a portata di mano , di orecchio e di occhio ! Ci sono matrimoni dove alla fine non sai nemmeno chi si è sposato… Uno sperpero di danaro per gente che non sa divertirsi, per poter fare il giorno dopo commenti futili e fatui …


I due sposi erano li fra i cento a portata di battute e auguri. A turno ci si alzava e chi aggiustava il velo alla sposa chi la cravatta allo sposo chi era preposto per tutto il tempo a gridare Viva gli Sposi ! E lo sapeva fare bene perché tutti si univano all’augurio gridando sempre più forte. Il momento più bello è stato quando lo sposo si è alzato , ha tirato a se la sposa, l’ha baciata e poi lentamente con la mano destra l’ha accarezzata . Il silenzio generale è durato pochi attimi e poi vedevi gli uomini prendere la mano della loro sposa e della loro fidanzata e ripetere il gesto… e se non era per l’addetto al Viva gli Sposi quell’attimo sarebbe durato un ora almeno …
Intanto la gente passava a piedi e con le macchine e si domandava che succedeva ! Sino a quando incuriosita ripassava e ripassava e cosi il passaparola divenne una processione.
 Si me lo ricordo il mio matrimonio. Eravamo una dozzina ! L’avevo inseguita da Aprile a Novembre. Eravamo stati insieme solo una trentina di giorni. E quando l’interprete mi impose il “scambiatevi il primo bacio” reagii dicendo che non era il primo… Poi prendemmo il tram tutti assieme cercando un bar, ci fermammo “ai due orsi” a bere budweiser e programmare la giornata perché il futuro lo dovevamo costruire giorno per giorno… Sua mamma mi prese sottobraccio e cortesemente mi comunicò “che sino a quando non ci saremmo sposati in chiesa, sua figlia rimaneva a casa sua…”.
Ed io fui costretto ancora per un mese a fischiare sotto la sua finestra affinchè lei mi buttasse la chiave…

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