“E’
stato un bellissimo pomeriggio !” mi dice Totò Randazzo di ritorno
dall’inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Università Popolare di Bolognetta.
Non è la prima volta che occupandomi di Buttitta ne esco maluccio. Dopo averlo
incensato per anni (padre e figlio) a Milano nel mio teatro (mitico il commento
di un altro amico Giovanni Di salvo) mi trovo coinvolto quasi in una rissa
quando al castello Buttitta-figlio fu manovrato a sua insaputa per boicottare
la nostra richiesta di trasferire i beni archeologi “buttati” a Palermo nel
nostro neo-museo archeologico di Marineo. Lo usarono (vero ex assessore alla
cultura ?) per impedirci di esporre la nostra civile richiesta. Si quel
pomeriggio che la ex first lady (sic) fece le prove di quell’ indegno
spettacolo che poi si replicò in piazza del duomo (apostrofando “buttasella”…).
Allora vidi il prof. Buttitta fulminarmi con lo sguardo e l’assessore inginocchiarsi
davanti a lui spiegando ciò che non ci è dato sapere…Poi in varie occasioni mi
è toccato sottolineare “tutto questo sapere sul poetà” sempre in modo generico
e mai circostanziato dei miei compaesani. Mi stupivo che avendo in paese uno
come Totò Randazzo non lo si invitasse mai come “testimone”. A chi faceva paura
Totò Randazzo ?“E’ stato bello come mi ha accolto Ignazio e sua sorella”.
L’abbraccio, i complimenti sulla salute, il tempo trascorso e poi l’invito a
leggere la poesia che il Randazzo ha dedicato recentemente al poeta. Dopo il
filmato , con il commento della figlia del poeta, i vari interventi, sino al
momento del prof. Ignazio quando lo
stesso fa cenno al Randazzo di leggere la sua poesia che poi è un inno al poeta
o meglio il lamento di un amico all’amico che non c’è più. Biblioteca
pienissima da far invidia non solo ai marinesi , ma che ti pone qualche
domanda. Evidentemente non tutti i bibliotecari sono uguali… Merito a quella di
Bolognetta , meno narcisista e arrivista, altruista e preparata. Qui non si
vuole per forza giudicare né l’uomo né altro ma chi è preposto non faccia lo
struzzo e prenda in mano la nostra biblioteca che rassomiglia sempre più ai
Cappuccini di Palermo. Presenti molte figure della cultura , insegnanti
personalità. Qui la presentazione non è legata agli umori dell’assessore o del
bibliotecario perché un libro che vale si presenta da solo. Ottima l’idea del
filmato commentato dalla figlia. Ci rimane l’amarezza per la presenza della
prof. Maria Cira Muratore, vera immagine della “ fuga dei cervelli” , ma che
con il suo lavoro porta lustro ad una comunità che dista appena sei chilometri
ma che è lontana milioni di chilometri dalla nostra faziosa cultura locale.
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