Il cartellone cosidetto dei cantastorie , Copiato dal cinema come locandina da esporre
all’ingresso dove si proponevano le
scene principali . La mancanza di artisti capaci ( per dipingere le storie dei
paladini bisognava conoscere la storia dei paladini…) e il decadimento del
teatro stesso ha trasferito in un limbo artistico questo strumento. Vorrei
mostrarvi questa evoluzione. Dai cartelloni sul banditismo (Giuliano o Musolino
totalmente sconosciuti oggi) siamo passati a nuovi personaggi.
ALFREDO DREYFUS
L’Avvocato Piscopo conduttore di un circolo di avvocati di Milano(faceva
parte del gruppo soccorso rosso) mi suggerisce un personaggio che nel 1989
compiva i suoi cento anni: Alfred Dreyfus
da tutti conosciuto come motivatore del famosissimo Je accuse. Se
togliamo gli avvocati pochissimi conoscono la sua storia e allora per una sera
divento cuntista. Abbiamo un prologo dove si mostra nella prima finestra la
stanza di lavoro dove campeggia il quadro di Daumier “vogliamo libero Barabba”
per anticipare la tragedia imminente. Una libreria ci fotografa il tempo: 1898.
Nasce la Gillette
, la Mischelin,
Freud. E’ il tempo del Mulino del Po, del Capitale di Carlo Marx, di Oscar
Wilde dei fratelli Lumiere. Si costruiscono le false prove del tradimento
davanti gli occhi del popolo: il quadro del Pelizza da Volpedo ce lo dice. Dreyfus è condannato e degradato
e portato all’Isola del Diavolo meglio conosciuta come la Caienna. La disperazione della
famiglia che la presenza della Menorah ci ricorda che sono ebrei. In quel tempo
Gauguin dipinge quel quadro dai colori siciliani. La riscossa. Emile Zolà
lancia il famosissimo Je accuse. La
Francia si scuote. La libertà guida il popolo dice il dipinto
alle spalle degli intellettuali francesi. La resa dei conti. L’onore recuperato
mentre a Parigi si costruisce la Tour Effeil.
Nessun commento:
Posta un commento