martedì 3 dicembre 2013

PRIMA DEL DILUVIO...



A sentiore le previsioni del tempo c’è da farsi venire i capelli bianchi. Oggi la tecnologia ha raggiunto livelli da film di fantascienza pur non tenendo mai conto dell’errore umano, della imprevedibilità della natura e altre cosucce simili. Senza partire dalle Filippine e scomodare quelle migliaia di poveri cristi possiamo scomodare i nostri della Sardegna. Quando si lancia un allarme la domenica pomeriggio non si può il lunedì dire “abbiamo avvisato”. In pratica in un momento il nostro capo della protezione civile si è alienato non solo le simpatie della gente ma ha bruciato la immane fatica dei soccorritori, dei volontari. Quindi a quel punto è meglio il silenzio perché rincorrere chi da il permesso abitativo a sottoscale e garage perché le correzioni a posteriori non valgono nulla, ma servono. Vedere immagini e previsioni è preoccupante perché non si salva nessuna regione, nessun paese.
Ma …
Si ma quel poco che va fatto come prevenzione va fatto. Pulire tutti i tombini, gli scarichi d’acqua   , le vie di scorrimento , gli ostacoli questo va fatto sistematicamente e chi non lo fa deve essere passibile di gogna. Non vediamo mai esercitazioni di protezione civile, simulazioni, indicazioni di vie di fuga, punti di ritrovo, gerarchia amministrativa. Non si faccia l’errore di credere che essendo in collina l’acqua vada a valle… Niente di più stipido. L’acqua è la madre di tutte le frane (e noi abbiamo decine d’anni di esperienza). Questi compiti non si possono affidare a funzionari improvvisati, ma a tecnici esperti . Una buona amministrazione ha dei piani precisi, ha strumenti adeguati e competenze specifiche.
La sicurezza non riguarda solo le calamità naturali. Anche negli eventi a fianco della bravura organizzativa ci vuole bravura nella prevenzione. Uscite di sicurezza, passaggi stretti, carrozzine che ingombrano il flusso delle persone, resse agli ingressi. Saper calcolare il flusso delle persone è la prima regola della sicurezza. Maggiormente quando si tratta di spazi angusti e caratteristici là ci vuole più prevenzione. Ho assistito ad una scena dove tutti si complimentavano per la presenza delle ambulanze , ma al momento opportuno l’ambulanza aveva tutte le vie di fuga bloccate. E’ tempo di verificare tutte queste cose ed altre non prendendole alla leggera, sensibilizzando anche i cittadini non solo nella protezione della proprietà ma delle cose comuni. Ogni anno a Marineo abbiamo una media di dieci frane (un paio verso la suvarita altre addirittura non segnalate, strade che cedono, lo scorso anno una parte adiacente il castello, ecc.).
Non è vero che contro le calamità non ci sia nulla da fare… ma queste calamità molte volte sono negligenza o sufficienza. Circa un mese fa durante un terribile acquazzone il passetto divento un torrente in piena invadendo pianterreni e garage, non so cosa successe altrove , ma non sarebbe stato male che quartiere per quartiere ci avessero spiegato il minimo da fare. Un comune che ha esuberi (oltre 100 dipendenti) dispone di precari , forestali, cooperative socialmente utili di tutti i tipi che avviino un progetto stabile di protezione civile usando tutte quelle migliaia di risorse umane che bivaccano ovunque.

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