|
Vale per tutte le forme di violenza ! |
Di solito se ne parla sottovoce, ma se ne parla. Il tizio
che “sistematicamente” picchia la moglie è oggetto di commenti che solitamente
finisce con “evidentemente…” . Non sono tanti i casi ma abbastanza da avere una continuità generazionale. La donna
che sempre è stata “mamma coraggio” e meno “donna coraggio “, oggi gli si
presenta l’opportunità di porre fine a questa infamia che bolla l’uomo sino al
punto che non ha più attenuanti. L’uomo che crede di acquisire virilità quando
usa violenza sulle donne è un puro cretino che non può più trovare scusanti
nemmeno dietro l’alcol e la droga. E’ sbagliano i sociologi e i legislatori ad
usare queste attenuanti. Recentemente è stata riesumata una vecchia frase che
si adatta alla perfezione a questo tema: chi tace è complice. E’ quello che
stiamo vivendo. Siamo complici di un cretino qualsiasi che si erge in mezzo a
noi orgoglioso di un gesto che solo un uomo debole e cretino può fare. Nessuno
di noi muove un dito. Tutti sappiamo che il “cretino” ha osato alzare le mani
su una donna (vale la stessa regola su chiunque altro) e quella omertà che ci
ha bollato per decenni (la mafia) si è trasferita sulle violenze sulle donne. E
stupisce nel nostro caso , come una comunità , dedita per tanti anni
all’anonimato , come mezzo di comunicazione, non l’abbia mai usato per
denunziare questa piaga. Bastava e basta qualche lettera anonima alle polizie,
agli istituti preposti (non ce che da scegliere) per avviare un processo di
indagine e di allarme che già di per se avrebbe alleggerito la “cautela della
donna” o delle vittime risparmiandole da gesti repressivi più violenti. Quindi
un primo passo è l’aiuto indiretto tramite le denunzie di questo tipo . Poi è
la stessa donna che deve coprire certe sconoscenze istituzionali preposte alla
sua protezione e liberazione. Noi possiamo aiutarle disseminando “il contesto”
in cui vivono di volantini e biglietti mirati dove si segnalano enti preposti
ad assistere chi subisce senza indicare nomi o destinatari del messaggio per non
avere ripercussioni che la donna
potrebbe subire non essendo ancora adeguatamente preparata ad affrontare un
sicuro “scontro”. Da questi messaggi quasi sempre nasce consapevolezza che la
donna non è sola ma che può contare su un grandissimo apparato capace di
affrontare il più violento dei violenti.
Esistono altre forme e ci auguriamo che questo convegno
coinvolga tante donne che recepiscano un messaggio che poi deve finire a
“passaparola” e si spera che le stesse donne coinvolgano in qualche modo coloro
che ne sono vittime e già riuscire a portarle al convegno (anche anonimamente)
è già un grande successo. Cosi come le giovani che molte volte avendo perso
alcuni riferimenti morali abituali si ritrovano spesso in situazione che nulla
hanno a che vedere con l’amore.
Ci auguriamo che sia i relatori che gli organizzatori
sappiano ricreare quella atmosfera giusta
Che sia di chiarezza e non di processo (tantomeno di
saccenteria) verso l’altro sesso che a causa di pochi viene tirato in causa
globalmente.
Nessun commento:
Posta un commento