"I siciliani ebrei, e non gli ebrei siciliani o di Sicilia, hanno
costituito per oltre un millennio, la comunità percentualmente più vasta di
gente di fede giudaica in occidente. La loro condizione giuridica era stata in
gran parte stata fissata da papa Gregorio magno in tutta una lunga
corrispondenza con i responsabili della Chiesa si Sicilia. Fino all'arrivo
degli Arabi, si riscontrano pochissimi casi di abusi nei ...loro confronti, uno
di questi è quello che portò ad una forte contrapposizione fra papa Gregorio e
un vescovo locale che aveva confiscato abusivamente proprietà ebraiche. Il papa
impose la restituzione dei beni sottratti. Con l'arrivo degli Arabi la loro
condizione degradò allo stato di dhimmi, condizione che li accomunò ai cristiani.
Gli Ebrei come i cristiani furono sottoposti al pagamento di una pesante tassa
per potere praticare, anche se non in modo pubblico, il loro culto. Ci furono
momenti in cui dovettero portare anche un segno distintivo, un maiale
ritagliato sulle vesti. Tuttavia non si registrarono persecuzioni di rilievo. I
normanni mantennero la tassa ma tolsero ogni limite alle pratiche di culto,
anzi riconobbero, nel quadro della loro concezione multiculturale, persino la
possibilità di autodichia, di essere cioè giudicati secondo le leggi ebraiche.
Le restrizioni tornarono con gli svevi, Federico ripristinò la mortificazione
del segno distintivo, e con gli aragonesi, Federico III fu quello che emanò le
più pesanti disposizioni discriminatorie nei confronti delle comunità ebraiche.
Tuttavia il XIV secolo, per i siciliani ebrei non fu dei peggiori. L'ostilità
contro le comunità ebraiche si riacutizzarono nel '400 e culminarono nella
strage di Modica. Con l'unione delle corone di Aragona e Castiglia, a seguito
del matrimonio di Ferdinando con Isabella, la Sicilia, de iure, divenne regno
con sovrano spagnolo. Il decreto di espulsione degli ebrei del 1492 che in
Sicilia si attuò solo nel 1493, anche per la resistenza del Parlamento
siciliano all'imposizione sovrana, costrinse una parte dei siciliani ebrei a
lasciare l'isola e a stabilirsi soprattutto nella vicina Tunisia e a Salonicco.
La gran parte, però, accettò la forzata conversione anche se molti, nel privato
continuarono a praticare il loro culto. Contro di essi si scaglierà la feroce
inquisizione spagnola che, spesso in aperto conflitto con le Chiesa di romana,
che proprio in Roma aveva accolto numerosi siciliani ebrei, terrorizzerà per
oltre due secoli la terra di Sicilia."
Pasquale Hamel
a cura di P.G.
a cura di P.G.
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