Da
quando in Ucraina sono agitati ci siamo immaginati prospettive violente già
viste in altri paesi (Ungheria, Cecoslovacchia ecc.). E’ difficile ricordare
scene dove Russi o Sovietici siano intervenuti
senza carri armati. Di solito li abbiamo identificati con i comunisti
degli anni recenti perché hanno scelto la “guerra armata” a qualsiasi livello.
Abbiamo fatto fatica a collegare i fatti di Kiev alla nostra memoria già
confusa e affollata. Sino a quando si parlava di Kiev e di Ucraina i nostri
ricordi erano deboli e massimo arrivavano al Principe Nevskij ma quando si
iniziò a parlare di Crimea allora un turbinio di ricordi spingevano per essere
messi in ordine.
Da
tempo posseggo un volume , per me prezioso, La Guerra d’Oriente, album
illustrato, Firenze Angelo Usigli Editore, senza data né autore. Di solito fra
le pagine del libro inserisco la scheda descrittiva fornita dall’antiquario o
dal venditore. Il volume dovrebbe essere del 1870 circa perché la fotocopia
della scheda era in carta chimica e dopo trenta anni che giace nella mia
biblioteca la chimica ha corroso il testo. Il volume è prezioso perché contiene
un centinaio di stampe “allumate” a colori (se non sbaglio dipinte
all’alluminio) bellissime. Cosa ci fa questo volume in biblioteca mi è costato
ricostruirne il percorso e se non
diventa tortuoso vorrei riepilogarne la storia.
Negli
anni 60 a Torino abitavo in Via Cernaia (in ricordo della omonima battaglia in
Crimea dove il “nostro” esercito di Sardegna ,
regno di Savoia, colà inviato da Cavour affrontò con successo una dura
battaglia, 17 morti in battaglia ,170 feriti, 1700 morti di stenti, di colera
). Avevo l’ufficio in Corso Sebastopoli e tantissime vie e piazze torinesi
portavano nomi legati in qualche modo alla Guerra di Crimea. Dietro Corso
Sebastopoli c’era la Dogana e accanto il mitico stadio del Grande Torino, il
Filadelfia, con la sua fossa dei Leoni dove tutti i mercoledi assistevo agli
allenamenti. Tutti questi nomi mi portarono a “volerne sapere di più. E cosi mi
ritrovai quasi tutti i nomi dei protagonisti del nostro risorgimento (Alfonso
La Marmora, Cialdini, Alessandro La Marmora, morto fra quei 1700, ecc.) che
facevano scuola guida di guerra in Crimea pronti per le nostre guerre di
Indipendenza. Debolissime reminiscenze scolastiche parlavano della Guerra d’Oriente intentata da
Francesi e Inglesi per salvaguardare i luoghi santi cattolici contro una Russia
che voleva salvaguardare i suoi luoghi ortodossi (ed ecco il dualismo dei luoghi santi dove
cattolici e ortodossi giocano con i luoghi santi). Tutte queste località mi divennero familiari
e ogni tanto ripescavo il predetto volume e guardando le stampe riandavo a quel
periodo e mi dicevo come mai non parla degli italiani ? Quando mi accorsi che
“non c’erano italiani” ma bensì piemontesi e sardi era troppo tardi per evitare
di rimproverarmi.
Ieri
raistoria ci ha riproposto un filmato dove si parla di “quella guerra di
Crimea” e tutta la durezza di quel conflitto , quel macello in esercizio 24 ore
su 24 mi portò alla mente i famosi 170 morti 170 feriti e i 1700 morti di
stenti. In Crimea sotto le mura di Sebastopoli e di Baklava si moriva di stenti
, di colera e di malasanità. Ora questa nuova guerra di Crimea sembra giocata a
tavolino dove si sa già che la Crimea passa alla Russia , l’Ucraina diventa
indipendente e ogni giorno veniamo
aggiornati su cose già decise. Basti pensare che l’unico posto al mondo dove
possono andare al mare i russi è in Crimea che allora come oggi tutte le loro
basi navali del Sud sono in Crimea e che mi pare giusto che in un paese dove la
presenza russa (i militari e famiglie) la lingua ecc.ecc. sono russe scelgano
di tornare (ciclicamente) alla Russia. In quella zona passarono Cirillo e
Metodio, apostoli degli slavi e proprio la trovarono la tomba di San Clemente.
Ora non
ci rimane che aspettare gli assestamenti
e per chi volesse saperne di più consiglio due cose. La prima di
consultare il mio libro per rifarsi gli occhi, la seconda di andare su “la
guerra di Crimea “ su internet non con l’intenzione di controllare se ho “copia
incollato”,ma per approfondire. Ora la
presenza ucraina in Italia si fa sempre più numerosa ed è facile incontrare
coppie collaudate perché gli ucraini hanno un carattere docile e adattabile e a
dirla tutta pochi conoscono la loro sttioria letteraria ricchissima e
interessante. A Sebastopoli fu come a Lepanto , in quella battaglia furono
presenti tanti intellettuali del tempo dal Tolstoy as una folta schiera di
pittori e poeti piemontesi. Quando in Turkia da Sinope a Trebisonda chiedi cosa
ci sia dall’altro lato del mare la gente non ti risponde la Crimea ma
Sebastopoli perché per quel tempo fu una “guerra mondiale” a cui parteciparono
quasi tutte le nazioni del mondo mentre tutti cercavano la propria indipendenza
nazionale noi compresi. Tutti i generali francesi presenti avevano fatto l’accademia
militare di San Ciro vicino Parigi.
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