Avevamo
già chiarito che in politica ci si espone a commenti , molte volte
personali, e non esserne consapevoli molte volte sa di furbizia
gratuita. Abbiamo altre volte precisato che il nostro compito è
difficile soprattutto quando le persone si conoscono, si stimano e si
rispettano. Il gioco è questo è se scendo in campo accetto il gioco.
Credo ci sia un esempio che taglia la testa al toro. L’esperienza
politica di Ciro Spataro. L’uomo più bersagliato in politica. Persino
noi ci troviamo un giorno ad esaltarlo l’altro a criticarlo.
Veniamo
al fatto. Noi non arriviamo al punto da inventarci “restauri al
castello” o trappole politiche perché i nostri amici non ci
guarderebbero più in faccia e poi non è nel nostro stile. Noi riceviamo
“le notizie” le verifichiamo attentamente, controlliamo la fonte e di
nostro aggiungiamo qualche commento, espressione. Ora una di queste
espressioni ha toccato la suscettibilità di una persona o forse di due.
Una delle due era già nostro cliente e quella volta aderimmo prontamente
alla sua richiesta “correggendo” anzi eliminando il messaggio. Ora è
l’interpretazione di una espressione che lo ha colpito non
identificandosi in tale espressione. Potremmo capirlo , ma riletta
l’espressione noi la intendiamo , ancora oggi, non nel senso originale
che anni fa si dava a codesta espressione , ma quella attuale che
significa avere “familiarità, frequentazione ecc.” con qualcuno. Altri
significati non ne immaginiamo . Avremmo gradito un tono e un linguaggio
diverso perché è giusto che lui si difenda da un ipotetico e fantasioso
significato ma dall’altro chiede a noi di ammettere che intendevamo
offenderlo e questo ci sembra un po’ troppo. Anche perché il tutto deve
essere fatto “alla marinese” e cioè : altrimenti…Lei deve… e le basti la
mia telefonata e cose simili.
L’unica
cosa corretta , nella telefonata , è stato il riferimento alla mia
amicizia con suo padre che supera tutto il detto prima e alla cui
amicizia sono pronto a sacrificare il mio egoismo. Ci vediamo in
paradiso…
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