sabato 25 maggio 2013

CACCIA AL CAMALEONTE


"La capacità della Mafia
di adeguarsi alle metamorfosi del contesto sociale"


 Per sconfiggere la mafia occorre rimuovere quell'idea di associazione, quell'idea in virtù della quale i membri di questa lobby si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per se o per altri ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a se o ad altri in occasione di consultazioni elettorali. Ovvero, occorre combattere questo fenomeno culturale non soltanto a livello repressivo, ma anche sul piano preventivo, considerando che le nuove leve criminali vengono reclutate nei ceti sociali in cui le condizioni di vita sono infime per mancanza di istruzione, di lavoro, di servizi sociali e in definitiva di concrete speranze per un futuro sicuro.
Lo Stato è chiamato, in questo senso, ad un imponente e capillare opera, ma è necessario che ciascun cittadino attraverso la serietà dell'impegno negli studi, nel lavoro, nella vita sociale contribuisca a creare condizioni di maggiore vivibilità e fiducia nelle istituzioni; nella precisa consapevolezza che simili fenomeni criminali ricacciano la nostra società meridionale nelle ombre della paura e dell'arbitrio, allontanandoci dall'idea di una prossima e più vasta Comunità Europea.
Questo era anche il pensiero del giudice Falcone, il quale in uno dei suoi tanti interventi contro la mafia sosteneva che: "Se è vero che la mafia è anche un fenomeno economico e sociale, o meglio un fatto che influisce sull'economia e sulla società, se non si creano in Sicilia e nelle altre regioni inquinate dal crimine dal crimine organizzato le precondizioni necessarie per lo sviluppo economico e sociale sarà assolutamente inutile parlare di lotta alla mafia".
            AZZARA FRANCESCA

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