Non siamo noi che dobbiamo impiccarci ! |
RACCONTO DEDICATO AI MAGANZESI !
I ragazzi entrano uno per uno . Sono calmissimi. Qualcuno ti chiede la
mano per non scivolare, un'altra ti regala un sorriso che dura un quarto d’ora.
Ora hanno preso posto quasi tutti . Dopo una settimana di trattative alla fine alle
10 si comincia. Non è facile fare teatro a circa trenta ragazzi sfortunati. Chi
dice che sono diversamente abili, chi li definisce portatori di handicap chi in
altro modo. Per me sono spettatori normali. Nella settimana ho discusso i
dettagli con insegnanti e accompagnatori. Il ciclo di Orlando è troppo pesante
o difficile, Angelica potrebbe turbarli, la spada nella roccia è complesso. Poi
scegliamo dove e come sederli. Decidiamo sulla presenza dei genitori, sui
rumori, sulla durata. Ci troviamo bene con gli assistenti perché hanno capito
che per noi sono ragazzi normalissimi e cosi li trattiamo. Abbiamo preso
qualche “misura” non per la loro diversità ma per il loro piacere. Niente
commiserazione per i genitori, per i ragazzi. Per noi sono normodotati. A fine
giornata ti trovi dieci che ti abbracciano e non vogliono andar via. Una mamma
mi accarezza dicendomi “sono di Licata…” .
Avevo un cugino dello stesso livello: Negli anni cinquanta questi
ragazzi liberi di scorrazzare per il paese venivano chiamati “scemi”. Erano
anni di barbarie. Mai visto un adulto sgridare qualcuno che l’ insultasse.
Quando in famiglia si facevano le foto lo volevamo sempre nelle foto con noi e
cosi in tutte le nostre foto lui è sempre presente. Il papà del ragazzo
faticava ad accettarlo la mamma sapeva di essere stata prescelta. Dio ha un
elenco delle persone “abilitate e capaci” ad accogliere questi ragazzi
“speciali”. Poi la vita ti segna la strada e così io finii a Milano e Lui
rimase a Marineo. Ci mancava tantissimo. Un giorno tornato fugacemente a
Marineo rividi quella scena terribile. Alcuni ragazzi che lo insultavano per la
sua diversità. Tornai a casa di corsa feci una serie di telefonate e alla fine
dissi: Nino viene a Milano con me ! Fatto detto un corno. Chi lo leva un figlio
cosi prezioso ai suoi genitori ! Visse a Milano per trentanni e noi sino a
quando i suoi genitori non si trasferirono anche loro a Milano ci alternavamo
ad andarlo a trovare. Poi un giorno concordò un infarto con Dio e se ne andò.
Non ricordo chi mi disse :” E’ meglio così” . Lo guardai negli occhi e anch’io
gli dissi con tutto il cuore: “Sei un infame !”
Oggi facendo il teatro rivedevo mio cugino in ognuno di loro. Allora
presi la esenzione Siae, l’agibilità contributiva , il mio 740, il certificato
di proprietà, le bollette di luce e telefono e gas pagate, la tarsu già pagata
, libretto della macchina, l’assicurazione, il bollo e li mostrai alla
assistente accompagnatrice. Guardi, mi rispose stupita, io non sono il suo
sindaco né il capo dei vigili del suo paese.
Ma il teatro dei pupi non è protetto dall’Unesco ? Ma le autorità
preposte non dovrebbero proteggervi da chi ha questa mentalità cosi fortemente
mafiosa ? Ma è vero che ci sono meno di 5 Teatri dei Pupi in tutto il mondo ?
Ma una comunità che ha la fortuna di avere un teatro per ragazzi deve dirsi
fortunata ! Si risposi io: ma il puparo potrebbe essere evasore, bugiardo ,
millantatore, falsario e… insomma fatiscente !
Ero così nervoso che chiamai il
comune per…
Oggi per tutta la giornata il comune non rispondeva al telefono. Forse
è meglio che assumano qualcuno per questo compito perché gli altri 120 sono
tutti occupati.
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RispondiEliminaIl commento di sopra dimostrava come un maggior controllo psichiatrico farebbe bene alla nostra comunità . Mi stupisce che le coalizioni politiche non frenino i loro esaltati anzi dai contenuti di certi messaggi sembrano proprio fare come una volta. Nel mio piccolo se uno mi dice qualcosa insultandomi io non mi offendo ma cerco di rispondergli precisando. Ma i teorici che Marineo deve essere tenuta livellata verso il basso hanno grande esperienza e usano l'arma del non rispondere ma risponderti con l'aninimato.
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