Il nostro paese produce continuamente grosse personalità che poi diventano genialità ma che poi vengono abbandonate e
dimenticate. Quando ne incontro una è un piacere sentire la loro storia
che non è solo locale ma fa parte di una storia più grande che diventa
la “storia”. Inutile fare i nomi ma ogni tanto ne ripesco qualcuno e
cerco di raccontare la sua storia e la gente ,finalmente, scopre chi era
il suo vicino di casa o l’uomo della porta accanto. E cosi è successo
con Nino Scrò che casualmente ci siamo incontrati in pizzeria e dopo il
chi sei tu e il chi sono io , scoperti parenti e conoscenti siamo finiti
in commenti dichiarando idee passate e chi “fur li maggiori tuoi”.
Quella sera si svolgeva la sagra paesana della intervista-sceneggiata al
bar condotta da chi “pari cu un
ci curpa” . A dirla in due parole ci mancava a modo di serata di
pugilato la valletta con il cartello sopra le tette e chiappe all’aria
con scritto primo tempo, secondo
ecc. E mi è venuto in automatico chiamare “intervista” quello che era un
incontro conviviale con Nino Scrò. Volevo fare questa precisazione
anche perché l’interessato mi ha veramente promesso una intervista . E
sto aspettando con ansia quella del bar perché sono curioso di sapere
cosa possono dire di tanto eclatante personaggi che di storico ancora
non hanno nulla a differenza di Nino che la sua storia l’ha scritta con
la sua pelle.
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